Prestiti per l’autotrasporto, le banche fingono di non saper nulla delle garanzie

Lo Stato italiano si è impegnato a garantire fino all’80 per cento dell’importo di eventuali prestiti concessi dalle banche a imprese di autotrasporto, ma gli istituti di credito non sono a conoscenza (o fingono di non essere a conoscenza?) di quanto deciso dal Parlamento. E così, fra una risposta evasiva e un invito a rivolgersi ad altri, bocciano praticamente la stragrande maggioranza delle richieste di aiuto delle imprese. E questo nonostante le pubblicità con cui alcune banche dichiarano invece di essere pronte a dare un aiuto. Una situazione che Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio ha denunciato sulle pagine de Il Giornale, accogliendo l’invito rivolto dal direttore Alessandro Sallusti alle associazioni di categoria a far ascoltare sempre di più la propria voce. Il testo integrale della lettera sarà pubblicato sul Giornale diretto di giovedì 5 settembre.

 

5 risposte a “Prestiti per l’autotrasporto, le banche fingono di non saper nulla delle garanzie

  1. Avevo appunto segnalato la cosa alla direzione FAI qualche mese fa, in quanto la San Paolo (per esempio,da voi pubblicizzata) ignora nella maniera più assoluta l’accordo fatto negando ogni tipo di richiesta e per contro riducendo sempre più i fidi concessi trovando sempre la scusa (tutti gli istituti dicono la stessa cosa) che il rating delle aziende di trasporto non è buono di conseguenza i tassi di interesse passivo , a loro dire, sono più alti. Quindi siamo al paradosso, siccome il rating di noi trasportatori non è buono, dobbiamo pagare più degli altri. Come se un malato va all’ospedale e gli viene risposto che è troppo malato e non può essere curato e viene rimandato a casa!
    Ennesima situazione assurda solo italiana. Ci sono le leggi e gli accordi ma vengono sfacciatamente ignorati dalle solite lobbies!

  2. Aggiungo: pubblicate qualcosa di ufficiale da poter mettere sul tavolo del direttore della banca poi vediamo cosa ci vien detto. Voglio vedere davanti a un documento dello stato che scusa si inventano.

  3. Ciao a tutti. Premesso che le banche non prestano niente per niente, la cosa peggiore che non c’è più la possibilità di scelta da parte delle aziende di trasporto di poter accedere a un mercato del lavoro stabile e sicuro per poter avviare procedure di mutui/finanziamenti a lunga durata, conseguenza che le banche fanno orecchie di mercante , aggiungo cosa certa e sicura che si fa di tutto per non farci rispettare i costi minimi di sicurezza tanto decantati e poco applicati da tutti.
    Ps. vorrei sapere quanti di noi prendendo un aereo /un treno / una metropolitana oppure un taxi e pagano a 60/90 giorni? Perché noi non riusciamo a farci pagare a 30 giorni come il resto d’europa? UTOPIA VERO. Ciao a tutti e buon lavoro (Non ho scoperto l’acqua calda).

  4. In Italia c’è chi lavora con fatica e chi guadagna senza fatica. Le banche sono state aiutate in tutti i modi per poter continuare a fare il loro mestiere, cioè commerciare denaro. E sono libere di vendere il loro denaro a chi vogliono , tanto se non hanno clienti possono sempre fare investimenti in titoli di stato, così ricevono a tasso zero gli aiuti di stato, pagano i fornitori (i risparmiatori) con uno 0,50% e fanno investimenti al 4 – 4,5% – insomma guadagnano comunque e con minor rischio. Se il trasportatore decidesse di consegnare solo la merce di qualche fornitore, il sistema economico avrebbe dei grossi problemi. Tutti sono forti se si rendessero conto di esserlo.

  5. Possiamo avere un pdf con un testo, magari scritto dall’ufficio legale di un’associazione di categoria, da poter presentare in banca a quei direttori o funzionari che affermano di non saperne niente? Firmato da un avvocato avrebbe il suo bel peso…

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