Ania: “Basta parlare di sicurezza stradale solo all’indomani di una strage”

“La sicurezza stradale deve essere una priorità nell’agenda del Governo italiano. La più grande tragedia nazionale per numero di morti e feriti non può essere considerata un tema attuale solo in occasione di eventi come il drammatico incidente del bus di domenica sera, per le cui vittime esprimiamo sentito cordoglio. Condividiamo le parole del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, che ha parlato di centralità del tema della sicurezza stradale, anche se riteniamo doveroso sottolineare la necessità di impostare una strategia chiara e definita da parte delle autorità preposte”. Con queste parole  Aldo Minucci, presidente della Fondazione Ania per la sicurezza stradale, ha commentato la tragedia stradale in Irpinia dove un pullman, probabilmente in seguito a un guasto, è precipitato da un cavalcavia  dell’Autostrada A16, provocando la morte di di 39 persone. “Gli incidenti stradali non sono una fatalità, ma la conseguenza di una serie di concause, dovute a una mancanza di attenzione per le politiche di prevenzione”, ha denunciato Minucci, “nel solo 2011, sulle strade del nostro Paese hanno perso la vita 3860 persone e quasi un milione sono restate ferite, 100mila delle quali hanno riportato lesioni permanenti gravi. A queste cifre drammatiche, si aggiunge il costo sociale degli incidenti stradali, stimato in 28miliardi di euro l’anno, 2 punti percentuali del Pil. All’indomani della tragedia sulla A16 è giusto interrogarsi sulle cause dell’incidente, ma è ancor più opportuno definire una strategia di azione che faccia della prevenzione la propria linea guida. Un intervento a 360 gradi che non deve essere focalizzato solo sugli aspetti infrastrutturali, ma che deve riguardare anche abitudini e stili di guida degli italiani. Oggi si punta il dito contro possibili cause infrastrutturali”, ha concluso il numero uno di Ania,  “ma è necessario avere una visione più ampia del problema”.

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