Il tribunale di Napoli: “I costi minimi per la sicurezza non violano la Costituzione”

La legge sui costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto di merci è una buona legge e l’articolo 83 bis (ovvero quello che ha stabilito come la committenza e le imprese di autotrasporto non possano per nessun motivo scendere al di sotto di una soglia minima di costo al chilometro, periodicamente definita dal ministero dei Trasporti,  per non far viaggiare pericolosi carichi su strade e autostrade) non è in contrasto con la Costituzione italiana. Lo hanno stabilito i giudici del tribunale di Napoli che con un’ordinanza del  del 18 giugno 2013 hanno respinto un’eccezione di illegittimità costituzionale dell’art. 83 bis,  non ravvisando contrasti tra questa disposizione e l’articolo 41 della Costituzione. “La sentenza dei giudici di Napoli conferma non solo la bontà dell’impianto normativo, ma ribadisce quanto da sempre  sostenuto a gran voce da Fai Conftrasporto”, ha commentato il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggé.  Confederazione. “Ovvero che i costi minimi, come hanno chiaramente precisato i magistrati,  sono in effetti collegati a profili di sicurezza, nel senso che la fissazione di una soglia minima mira a evitare il mancato rispetto dei costi della sicurezza stradale e sociale. E importantissime  sono le conclusioni a cui sono giunti i giudici del tribunale di Napoli: nell’ordinanza (che può essere letta integralmente sul sito www.conftrasporto.it) si legge che tutto questo comporta la legittimità della previsione legislativa in quanto non sopprime la concorrenza, ma la indirizza verso scopi di utilità sociale. Infine, anche rispetto al possibile contrasto con la normativa comunitaria sulla concorrenza, il tribunale l’ha negata decisamente, definendola come ipotesi insussistente nel caso in esame.”

Una risposta a “Il tribunale di Napoli: “I costi minimi per la sicurezza non violano la Costituzione”

  1. Ho letto da qualche parte che la committenza avrebbe imposto al Governo di non difendere le norme dei costi della sicurezza. E’ pur vero che nel nostro Paese di gente con gli attributi, soprattutto in politica, non ne esiste molta, ma se l’Esecutivo si fa imporre una aberrazione del genere propongo alle federazioni di proclamare un fermo per cacciare questi eunuchi che non sono in grado di difendere un prodotto voluto da due governi e fatto per dare più sicurezza ai cittadini. Dopo la sentenza del Tribunale di Napoli è ardito pensare che il nostro ministro Lupi, sempre in prima linea a difendere il diritto alla vita, consideri in una ottica diversa le norme che lui ha già detto di voler cambiare? La vita, caro ministro, è un dono divino e lei dovrebbe ben saperlo. Se ancora non lo ha fatto si vada a leggere cosa recentemente ha detto a proposito di certi”capitalisti” il Papa. Le norme sono legittime e compatibili, lo sanno bene quelli che sono obiettivi, e le pronunce del tribunale di Napoli lo confermano. Ministro, giusto provare a trovare una possibile intesa ma non a costo di rinunciare a principi indisponibili (do you know? quale dottrina sostiene questa linea?). Lei ha il dovere intanto di difendere le leggi del suo Paese e dei governi che le hanno emanate (se non sbaglio il Governo che le ha introdotte è stato di centro destra presieduto dal suo leader Silvio Berlusconi). Se non lo farà, si renderà colpevole moralmente e anche politicamente del possibile incremento delle morti sulle strade e della sconfessione di quanto il suo partito ha sempre sostenuto e difeso nelle aule parlamentari. Rifletta signor ministro.

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