Dai vecchi copertoni delle auto si possono fare asfalti e piste d’atletica

Gli pneumatici di auto e camion sono complessi da smaltire, tanto che al cambio delle gomme si paga un contributo per la loro distruzione. Eppure a Possagno, nel Trevigiano, hanno scoperto come recuperare proprio gli pneumatici ormai fuori uso ed è stato realizzato il più grande impianto d’Italia di questo particolare trattamento. L’impianto, realizzato nel 1995, può lavorare fino a 50mila tonnellate l’anno di copertoni usati, quasi duecento al giorno. Si chiama Graneco Rubber ed è controllato dalla Settentrionale Trasporti della famiglia Daniele, un’azienda di trasporti nazionali e internazionali con un parco di duecento mezzi. 

Ecopneus, il consorzio che riunisce i 62 maggiori produttori e distributori di pneumatici in Italia (da Pirelli a Michelin, da Goodyear Dunlop a Bridgestone e Continental) ha aperto al pubblico l’impianto per un giorno per mostrare ciò che si può fare con un pneumatico esausto: “Da pochi mesi è entrato in vigore il decreto che impone ai produttori la responsabilità del fine vita del prodotto e ai consumatori il pagamento del contributo ambientale per lo smaltimento”, spiega Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus sul Mattino di Padova. “Con il trattamento dei pneumatici fuori uso si possono ottenere molti prodotti: dagli asfalti modificati alle superfici sportive come campi sintetici e piste di atletica. In Italia questi usi stentano a decollare per l’atteggiamento culturale che vede il pneumatico diventare pericoloso solo quando viene tolto dai veicoli, ma nei prossimi anni il settore evolverà in direzione più europea”. A Possagno, dal 1995 a oggi, sono stati trattate 600mila tonnellate di pneumatici fuori uso.

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