Disastro porti italiani: le merci ferme per giorni in attesa di 68 controlli

“L’Italia è una piattaforma logistica naturale per il trasporto delle merci via nave in Mediterraneo, ma chi è al timone del Paese sembra fare di tutto per annullare questo vantaggio che la sorte ci ha regalato avvantaggiandoci sensibilmente rispetto agli altri Paesi. Per colpa di una burocrazia assurda quanto ormai intollerabile (68 controlli previsti da parte di 18 enti per ogni container sbarcato da una nave) oltre il 30 per cento delle merci destinate a transitare nel nostro Paese vengono dirottate a Rotterdam, facendo perdere all’Italia un mare di denaro”. A denunciarlo è Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, che cita il caso del porto di Napoli dove se in un giorno arrivano 100 navi, è possibile controllarne solamente 30. (GUARDA IL VIDEO)“Ma la situazione è, purtroppo, comune a tutti i porti italiani”, spiega Paolo Uggè. ” Per controllare le merci in arrivo via nave nel nostro Paese occorrono anche quattro giorni, bloccando le merci in porto per 96 ore e questo è semplicemente assurdo. Come è del resto assurdo che l’Italia stia aspettando da 20 anni una legge sui porti o che tutte le richieste fatte per avere uno sportello doganale unico siano cadute nel vuoto”.

7 risposte a “Disastro porti italiani: le merci ferme per giorni in attesa di 68 controlli

  1. Volete un commento veritiero e sincer? Abbiamo potenzialità enormi a livello di controllo merci ma al solito, come detto pure da voi, chi è al comando non vale nulla, ma anzi si riempie le tasche da una vita con tutto il Paese a conoscenza di questo.

  2. Senza calcolare lo spreco immane di carta stampata, inutile, da quando è stato introdotto l’ARC elettronico che avrebbe dovuto ridurre la carta. Prima alla fattura di esportazione allegavo la copia 3 della EX-A in carta chimica, singola pagina, adesso per ogni esportazione sono almeno 10 pagine di carta 80 g A4 di inutili riferimenti, elenchi, RMN, esiti, ecc. Tutta roba presente nell’archivio elettronico e richiamabile con il semplice numero della EX-A. Tralascio poi i criteri di collocamento del personale dirigente in dogana, spesso incompetenti e mentecatti che usano la burocrazia come strumento di tortura, per finire con le tariffe degli spedizionieri doganali che, costretti a sottostare al ricatto burocratico, devono fare il triplo del lavoro con immane spreco di tempo energie e denaro pagato dagli operatori commerciali. Uno schifo totale, elaborato da gente che di dogana non ne sa praticamente nulla, come del resto accade per quasi tutti gli ambiti legislativi.

  3. Grande Paolo… ecco la risposta a cui miravo e il suo esempio è fra i tanti che sanno e ci lavorano in questo mondo! Ma anche io nel mio piccolo quando scaricavo camion e domandavo agli autisti di tutti i documenti e alcuni di questi non servivano nemmeno!.

  4. Sicuramente una posizione filosofica ma soprattutto utile emerge, come spesso le succede, dal commento di Alessandra.

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