L’autotrasporto è un gigante dell’economia ma è trattato come se fosse un nano

Nonostante “valga” il 7 per cento del Prodotto interno lordo dell’Italia e abbia dunque un peso economico notevole; nonostante trasporti oltre l’80 per cento delle merci che ogni giorno vengono distribuite in Italia, nei negozi, nelle imprese; nonostante  il contributo che fornisce all’occupazione (un milione di famiglie), l’autotrasporto resta un nano politico e continua a dibattersi nelle sue difficoltà: un calo di attività del 21 per cento, 7mila imprese cessate nel 2012, costo del gasolio aumentato del 31 per cento tra il 2010 e il 2013. Sono i numeri illustrati dal segretario generale di T.I Assotir, Claudio Donati, in occasione del congresso nazionale dell’organizzazione (tremila imprese, oltre 20mila addetti, associata a Conftrasporto) a Roma. “C’è necessità stringente di recuperare efficienza, trasparenza e capacità di incidere sui processi”, ha affermato Claudio Donati, “ma questo è possibile solo ad alcune condizioni. In primo luogo combattendo la frammentazione e imponendo una qualificazione dell’offerta di trasporto, rimettendo mano ai criteri di accesso accesso alla professione; quindi privilegiando politiche che destinino risorse effettive a favorire processi di aggregazione tra le imprese”. “Assotir chiede al Governo e al Parlamento di inserire la questione “autotrasporto” tra le 10 priorità da affrontare per il rilancio dell’economia italiana”, ha aggiunto il presidente nazionale Anna Vita Manigrasso, mentre Rocco Giordano, docente di politica dei trasporti, ha lanciato l’invito a dare vita ad “aggregazioni e servizi reali per attenuare la frammentazione dell’offerta di trasporto, anche per far crescere il ruolo imprenditoriale della micro-impresa di autotrasporto verso segmenti operativi più complessi”.

3 risposte a “L’autotrasporto è un gigante dell’economia ma è trattato come se fosse un nano

  1. Non si possono che condividere le analisi che il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, ha compiuto nel corso dei lavori dell’assemblea generale della propria organizzazione. Il mondo del trasporto deve essere una delle dieci priorità del Governo. Se si vuole recuperare competitività per l’economia nazionale è indispensabile tener conto non solo della funzione fondamentale del trasporto, ma anche del fatto che rispetto alle infrastrutture, sicuramente indispensabili, gli interventi nel trasporto possono dare risultati rapidi a costi contenuti. Due sono le questioni da tener in considerazione: la prima è la necessità che il Governo torni a fare scelte in tema di politica dei trasporti e non si limiti solo a chiacchiere o ad annunicare interventi sulle infrastrutture, destinate a produrre effetti solo a medio o lungo periodo; la seconda è che le imprese, aiutate in questo dalle associazioni, sappiano dare le risposte adeguate che il professor Giordano ha illustrato nel suo intervento. I tempi cambiano rapidamente e le scelte europee che per ora siamo riusciti ad allontanare, come quella sul cabotaggio libero, ci impongono di definire strategie che sappiano far crescere le imprese da un lato e che diano dall’altro garanzie che i principi del libero mercato avvengano nel rispetto di un quadro di regole certe e ben definite.

  2. La legalità non può essere oggetto di contrattazione. L’applicazione di prezzi predatori e/o sottocosto e/o in concorrenza sleale sono reati perseguiti penalmente in tutta Europa. Questa illegalità, praticata quotidianamente nell’autotrasporto italiano, e sfacciatamente tollerata dai controllori, sta consegnando le imprese alla malavita organizzata che le usano come sicura lavatrice di proventi sporchi. Se veramente ci fosse la volontà (dei politici, ma anche delle associazioni) di debellare questa piaga dell’autotrasporto, basterebbe semplicemente sanzionare il committente che paga un trasporto a meno di quanto sia stato necessario spendere per eseguirlo. Perchè non puntare (tutti uniti, associazioni e politici seri) per quest’ultima soluzione?

  3. La legalità non può essere oggetto di contrattazione? E da quando? Diciamo invece che non tutti hanno la possibilità di farlo.

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