Il giro del mondo su due ruote: partito da Varese con una Transalp del 1990

Un fotografo in fuga dalle metropoli si mette alla prova in un viaggio documentaristico di tre anni intorno al mondo, in solitaria, sulla sua Honda Transalp 600 del 1990. Martino Rizzi, 29 anni, di Varese, ha sempre amato girare il mondo, anche per lavoro. Si è occupato di cinema e di pubblicità come aiuto regista negli Stati Uniti, poi è stato assistente, tra New York e l’Europa, di Elliott Erwitt, fotografo di fama internazionale. Tuttavia, il mondo delle luci di un set può avere anche delle ombre e Martino ha sentito la necessità di gettarsi in un’avventura totalizzante: un viaggio intorno al globo in solitaria, per documentare una realtà umana lontana dalle metropoli. 

Così, due mesi fa, ha progettato un giro del mondo sulla sua Honda Transalp 600 del 1990 in cerca di avventura e alla scoperta di culture diverse. Il progetto si sviluppa in tre anni: Australia, Americhe e ritorno per la parte alta dell’Asia, toccando tutti i continenti, fino al 2015. Dopo la partenza da Varese sabato 11 maggio, arriverà in Slovenia, poi Croazia, Albania, Grecia, Turchia, Armenia, Iran, Pakistan, India, Nepal, Bangladesh, Myanmar, Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia, Malesia, Singapore, Timor Est e imbarco per Darwin. “Al momento ho chiaro solo il primo tratto, fino a Sidney, dove ho degli amici pronti ad accogliermi”,  spiega. “In seguito cercherò un lavoro per fare di nuovo il pieno e rimettermi in strada”.
“L’itinerario”, dice il viaggiatore, “nasce da certe fascinazioni che si subiscono da bambini quando sfogli un atlante e che ti rimangono nel sangue”.
Sponsor tecnico unico è Givi, che fornisce gli accessori indispensabili per portare tutto l’occorrente: valigie Trekker Outback da 37 litri, paramotore, cupolino, faretti alogeni supplementari, borsa da serbatoio e borsone impermeabile. Martino viene da una piccola esperienza di viaggio di due mesi in Italia per 10.000 chilometri senza gps, in quell’occasione ha provato le borse Givi e si è trovato così bene, “per la loro affidabilità e robustezza” che ha deciso di contattare l’azienda storica di accessori moto per il nuovo progetto e ha “trovato subito un’atmosfera familiare, disponibile e molto cortese”. Ulteriori informazioni sul sito givi.it.

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