Nebbia fitta e vetri dell’auto appannati, cade l’accusa per atti osceni

Aveva fatto il giro d’Italia la storia dell’infermiere di Treviso che invece di festeggiare il Natale con i suoi cari si era fatto pizzicare nudo in auto con una lucciola, rimediando così una denuncia per atti osceni in luogo pubblico. I giudici ora l’hanno però assolto dall’accusa. Il motivo? I finestrini dell’auto erano appannati e la stradina scelta per appartarsi decisamente isolata e lontana da occhi indiscreti. Tra l’altro la difesa dell’infermiere aveva puntato su un fattore risultato a suo modo determinante, ossia il bollettino meteo.

Alle 22. 40 del 25 dicembre scorso (ora e giorno in cui è avvenuto il controllo delle forze dell’ordine scaturito poi in una duplice denuncia) veniva registrata una nebbia «fitta e persistente». I soli insomma a potersi accorgersi di cosa stava succedendo in quell’auto erano i due carabinieri chiamati da un residente che aveva notato un’auto sospetta. I militari avevano dovuto verificare come da prassi la segnalazione scoprendo i due. L’uomo si era giustificato spiegando che quella sera di sesso a pagamento con la ragazza era il suo regalo di Natale. Nulla da fare, era scattata la denuncia per lui e per lei.  Ora il fascicolo è stato così archiviato. L’infermiere 38enne di Treviso difficilmente si potrà però togliere l’appellativo di “puttaniere” e restituire i 500 euro di multa che aveva dovuto pagare la notte di Natale, un bel regalo allo Stato italiano. 

Una risposta a “Nebbia fitta e vetri dell’auto appannati, cade l’accusa per atti osceni

  1. Affermo che le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell’Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso.

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