Ponte sullo Stretto: non costruirlo ci costerà centinaia di milioni di euro

Un anno è trascorso senza che il Governo si sia di fatto occupato di politica dei trasporti. E se è doveroso dare atto al viceministro alle infrastrutture Mario Ciaccia di aver assicurato il suo interessamento sulle risorse previste per il trasporto (e di questi tempi non è poco) bisogna anche prendere atto che purtroppo sono mancate le scelte. È mancata una visione globale del problema da parte di una classe politica la cui vista è offuscata dalla convinzione che stanziare risorse per opere infrastrutturali basti ad attuare la politica dei trasporti. Una convinzione sbagliatissima, che impedisce di vedere la reale soluzione: un sistema logistico che permetta di far risparmiare 40 miliardi di euro all’anno. Martedì 30 aprile, con un appropriato (non poteva che essere così, visto l’autore) articolo, Vittorio Feltri ha reso giustizia a uno dei più competenti ministri dei Trasporti degli ultimi decenni, Pietro Lunardi, l’ingegnere che ha dato vita al rilancio del sistema infrastrutturale del Paese, che ha fatto proprie scelte che erano parte di una politica dei trasporti condivisa dalla Comunità europea. Delle 15 Reti Ten (le grandi reti di comunicazione) ben quattro riguardavano l’Italia. Il nostro Paese diveniva finalmente  parte di un sistema europeo. Purtroppo il governo dei tecnici ha annullato quella che sarebbe stata un’opera straordinaria: il Ponte sullo Stretto. Una decisione che costerà centinaia di milioni di euro per le penali,  ma che, fatto ancora più grave, farà perdere un incremento del Pil proveniente dal turismo dei moltissimi interessati a visitare il manufatto, fenomeno che si è puntualmente verificato nei Paesi che hanno realizzato simili infrastrutture. Ora occorre che il nuovo Governo restituisca alla politica dei trasporti la centralità che merita, partendo dalla  logistica, ovvero dalla funzione che mette a sistema tutte le modalità di trasporto, che migliora i fattori di accessibilità ai centri urbani, che può rendere i nostri porti in grado di accogliere le merci in ingresso nel Mediterraneo. Per farlo è sufficiente ripartire dal Piano della logistica che sempre il ministro Pietro Lunardi aveva presentato e che era stato valutato dal segretario del Cipe, Mario Baldassarri, come lo “strumento in grado di far decollare l’economia”. Valutazioni fatte in presenza del presidente del Consiglio. Da allora niente di ufficiale è stato compiuto. Se il nuovo ministro dei Trasporti ripartirà da lì, dove sono indicati gli interventi sul trasporto stradale, sull’intermodalità, sulla mobilità urbana e sulle filiere merceologiche, potrà dare la scossa decisiva al Paese.

Paolo Uggé

4 risposte a “Ponte sullo Stretto: non costruirlo ci costerà centinaia di milioni di euro

  1. Al di là dell’idiozia di pagare una multa da Paperon de Paperoni, non perdiamo di vista il fatto che senza Ponte si lascia isolata un’isola come la Sicilia e si lasciano i suoi abitanti in balia dei traghettatori!!!!!

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