Crisi dell’auto, l’Unrae dice no agli incentivi e chiede la deducibilità delle spese

Come uscire dalla crisi dell’auto, che ha registrato in Europa il 18° calo consecutivo (clicca qui)? Lo spiega Massimo Nordio, amministratore delegato di Volkswagen Group Italia e neo-eletto presidente dell’Unrae, l’associazione che rappresenta le case automobilistiche estere presenti in Italia. La ricetta di Nordio è chiara: no agli incentivi alla rottamazione, perché drogano il mercato, sì a misure strutturali di alleggerimento dei costi sostenuti dalle famiglie per l’uso dell’automobile, a partire dall’adozione della deducibilità fiscale anche per le spese di acquisto e manutenzione della vettura. 

“La mobilità personale”, spiega il presidente dell’Unrae all’Ansa, “è una delle esigenze primarie dell’individuo, al pari della casa, dell’abitazione o della scuola. Ed è legata prevalentemente al trasporto privato, che però è appesantito da una serie di balzelli che lo rendono spesso insostenibile per le famiglie. Allora il mio ragionamento è questo: poiché l’automobile è un bene primario funzionale alla produzione del reddito familiare, sia che la si usi per andare al lavoro o per portare i figli a scuola (in questo caso infatti si contribuisce alla formazione del reddito della famiglia fornendo un servizio ai figli), perché anche alle spese sostenute per l’automobile non si riconosce una parte di detraibilità? Finora”, sottolinea Nordio, “l’unica forma di deducibilità riconosciuta al settore è quella legata alle auto per le imprese e i professionisti, peraltro molto più bassa rispetto a qualsiasi altro paese dell’Europa occidentale. Ma per l’uso privato non c’è nulla”. Sulle modalità con cui farlo poi si vedrà. “Per esempio”, dice Nordio, “si può lavorare sia sul costo di acquisto dell’automobile sia su quello di gestione, si potrebbero detrarre gli interessi al finanziamento, come per l’acquisto della prima casa. A noi per ora interessa solo affermare un concetto, lanciare una proposta concreta, augurandoci di avere presto un interlocutore che abbia la volontà politica di ascoltarci”.

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