Camionista muore in un’area di sosta, per due giorni nessuno se ne accorge

Era all’interno del suo Tir posteggiato in una piazzola di sosta sulla bretella autostradale Ivrea-Santhià. Morto, secondo un primo esame, da alcuni giorni. Il corpo senza vita di un camionista ungherese è stato trovato da un collega il pomeriggio di Pasquetta. Secondo gli esami, l’uomo, Mihaly Ferenc, 48 anni, originario di Keckemet, è morto per cause naturali. Ma per circa 48 ore nessuno se ne è accorto. 

Come spiega Corriere.it (clicca qui), “il suo corpo è stato trovato nella piazzola di sosta dell’autogrill Viverone Nord, lungo la corsia per Ivrea della bretella autostradale Ivrea-Santhià”. Un tratto che, spiega il Corriere, “percorreva spesso a bordo del suo Mercedes Actros, lavorando per la «multiszint.hu», azienda ungherese che si occupa di servizi ambientali”. Il corpo è stato trovato da un camionista della Repubblica Ceca che arrivato nella piazzola si è avvicinato al Tir ancora acceso del collega.

5 risposte a “Camionista muore in un’area di sosta, per due giorni nessuno se ne accorge

  1. Questo dà l’idea di quanto sono sorvegliate e sicure le aree di sosta dove i camionisti sono costretti ad accamparsi, come nomadi, in mancanza di aree attrezzate. Il 90 per cento delle merci viaggia sui camion e noi decine di migliaia di lavoratori li trattiamo così! Siamo un Paese di m….. Andiamocene via prima che sia tardi!!!!!

  2. Un pensiero doveroso al collega defunto e ai suoi cari. Forse la tecnologia avrebbe potuto salvare quest’uomo che la morte ha colpito lontano da casa. Qualcuno dovrebbe porsi qualche domanda sul significato della vita. È giusto ricercare un adeguato equilibrio tra il guadagno e la vita di un essere umano? La risposta, se meditata, potrebbe metterci sotto una luce diversa le battaglie che alcuni compiono per cercare di dare dignità e garanzie in un mondo purtroppo dominato dai tempi di consegna. Quest’uomo ha consegnato sè stesso nelle mani di qualcuno che lo accoglierà come un figlio per sempre e lì troverà la dimensione di pace.

  3. E anche questo triste evento ci impone altre riflessioni sulla “sicurezza”. Al tempo dei cronotachigrafi digitali, dei navigatori satellitari, degli euro 6 e quant’altro, ancora non abbiamo reso obbligatorio un sistema di chiamata di emergenza a bordo del mezzo. Infatti il dlgs 81 non impone nulla al riguardo. Nelle sedi fisse, se la cassetta di ps non contiene ad esempio il termometro o il laccio emostatico, che peraltro è pericolosissimo, è passibile di sanzioni. La sicurezza costa ma pare che ai committenti e ai loro sgherri non importi granchè.

  4. Strano… A sentire i controlli su strade e autostrade sono integerrimi. Salvo non accorgersi di un tir fermo per 24 ore. È impossibile non notarlo, soprattutto in autostrada dove lo prevede anche un articolo di regolamento.. o no? Dispiace… ma fa tanta tristezza sentire che uno muore in una cabina di camion. Capisco fosse in albergo, per vacanza, in viaggio di piacere.. ma non sul luogo di lavoro.. ma su un luogo di ricovero.. questo mi rattrista. Pace alla sua anima.
    Però lo dico e l’ho sempre detto… è ora di cambiare mentalità: vale di piu un notte in un albergo o locanda decorosa che non una settimana di lavoro in una cabina. Neanche i cani vengono trattatati come certi camionisti. Per me vale di piu spendere per vivere bene che non risparmiare mangiando male, vivendo male e dormendo come i cani. Alla fine dell’anno anche se risparmi qualcosa devi pagare le tasse, se te ne restano. Almeno i soldi che spendo li levo dall’imponibile e vivo con un minimo di dignità, onore, e benessere psicofisico…

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