Autotrasporto, l’emorragia continua: cancellate 3mila imprese in sei mesi

Il portale camionistionline.com ha aggiornato con le cifre dell’Albo degli Autotrasportatori conto terzi la situazione dell’autotrasporto italiano al 31 dicembre 2012. Come preventivato nei dati di luglio (clicca qui) prosegue l’emorragia di imprese e di camion nel settore. In dicembre erano 103.881 le imprese italiane con veicoli, ossia 3mila in meno di luglio. A queste ne vanno aggiunte oltre 43mila che non possiedono automezzi per un totale di 147.454 aziende iscritte. 

“Prosegue la tradizione italiana di una fortissima presenza di aziende piccole e medie aziende e soprattutto di padroncini”, scrive camionistionline.com. Le aziende con un parco veicolare composto da un numero di veicoli tra uno e cinque sono infatti circa 78mila, quelle che hanno da sei a dieci veicoli sono 12.248, mentre sono 12.017 le aziende che hanno da 11 a 50 veicoli. “Come sempre, le grandi aziende sono una piccolissima fetta della torta”, spiega il portale. Quelle che possiedono da 51 a 100 automezzi sono poco più di 1.000, mentre sono 356 sono le aziende che hanno da 101 a 200 automezzi e 182 quelle che possiedono un numero di veicoli superiore a 200. Tutte le cifre delle imprese d’autotrasporto: numero imprese: 147.454; senza veicoli: 43.573; con veicoli: 103.881; imprese da 1 a 5 veicoli: 78.008;  imprese da 6 a 10 veicoli: 12.248; imprese da 11 a 50 veicoli: 12.017; imprese da 51 a 100 veicoli: 1.070; imprese da 101 a 200 veicoli: 356; imprese con più di 200 veicoli:182.

5 risposte a “Autotrasporto, l’emorragia continua: cancellate 3mila imprese in sei mesi

  1. Che dire, sono sbigottito e angosciato, la spiegazione dipende solo ed esclusivamente dalla forte recessione causata dalla crisi internazionale e in particolare italiana, strangolata dalle ultime legnate sferrate dal governo con il prezzo del gasolio piu’ caro del mondo, autostrade vendute alla famiglia Benetton, i quali aumentano continuamente i pedaggi e i propri profitti. Tariffe spot a discrizione dei committenti e infine il saccheggio delle forze di polizia, carabinieri e quant’altro che mungono a dismisura una vacca gia’ magra. Auguri a tutti e viva l’italia.

  2. Non mi meraviglio più di tanto. Sperando sia il momento per prendere consapevolezza della propria professione e di un po’ di amor proprio.. non tanto per “caricare” ma per lavorare con equo pagamento all’impegno, della professione, dei rischi, della sicurezza, della responsabilità e degli oneri che dobbiamo sopportare per eseguire un servizio utile alla comunità, sì, ma anche che sia “utile” per la nostra attività.
    Mi sorprende e mi domando invece: ma da dove escono queste 40mila, e passa, AZIENDE SENZA VEICOLI??!! non è in vigore un decreto che annulla iscrizione all’albo senza il possedimento, in capo alle aziende iscritte all’Albo, di nessun veicolo? Che fine ha fatto questo decreto’? Non è stato recepito? Queste sono aziende che bisogna sorvegliare e seguire per evitare “fregature” e intralazzi loschi… e ce ne sono .. o se ce ne sono, ancora, purtroppo. Ben venga la legge del più forte (intendendo Forte non il furbo o la forza bruta, ma forte di Spirito, Professione, Conoscenza, Capacità e Intelletto).

  3. Bisogna controllare dove sono finiti i padroncini che hanno chiuso perché, secondo il mio punto di vista, qualcuno starà lavorando come socio in qualche coop e quelli con più camion avranno aperto una nuova azienda all’estero per poi lavorare in Italia (OVVIAMENTE). Il risultato è che il lavoro cala e i furbi aumentano..

  4. Come al solito poche persone hanno capito chi effettivamente ha chiuso: hanno chiuso tutte o in parte le aziende che lavoravano corettamente e con tutte le autorizzazioni in regola, poichè non si può competere con quelli che lavorano senza autorizzazioni e con personale non regolarmente segnato per non parlare delle assicurazioni false e via di seguito chi poteva ha abbandonato questa guerra al massacro. A buon intenditor poche parole.

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