1194 feriti e morti in meno in un anno fra i camionisti grazie ai costi della sicurezza

“Le regole sono le sole condizioni attraverso le quali la sicurezza migliora e le imprese possono operare in un mercato sano: senza regole vince il più forte e le conseguenze sono solo i più deboli a pagarle. E questo vale assolutamente per la sicurezza sulle strade, dove il costo da pagare è terribilmente alto visto che costa vite umane. È per questo che Fai Conftrasporto, e con  essa tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza, devono impedire che possa essere cancellata la legge sui costi minimi per la sicurezza del trasporto merci, una “regola ben precisa che solamente nel 2011 ha permesso di evitare un’autentica strage sulle strade italiane”. Con queste parole, affidate a un comunicato diffuso alla vigilia della nuova udienza del 15 novembre davanti ai giudici del Tar del Lazio per decidere le sorti dei costi incomprimibili per la sicurezza del trasporto merci, fortemente osteggiati da una parte della committenza,  Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e Pasquale Russo, segretario nazionale di Unatras, hanno voluto ribadire l’assoluta necessità di  “tutelare una legge voluta dal Parlamento italiano e di tutelare, proprio grazie a quella legge, moltissime vite”. Sono i numeri a dirci che quella legge protegge l’incolumità di moltissimi camionisti, ma anche automobilisti, motociclisti, passeggeri di mezzi privati e pubblici”, sottolineano Paolo Uggè e Pasquale Russo.. ” I più recenti dati sull’incidentalità affermano infatti, senza timore di smentite, che nel 2011, rispetto all’anno precedente, il numero dei feriti dei conducenti di mezzi pesanti è diminuito di oltre l’11 per cento,  un dato particolarmente significativo soprattutto se raffrontato alla riduzione complessiva dei feriti, pari al 3,7 per cento. Anche nei casi di decesso il confronto evidenzia un calo sensibile, superiore al dato generale comprendente tutti i veicoli. E anche il raffronto sul numero totale degli incidenti, pur all’interno di una dinamica complessivamente positiva che accerta un calo del 2,7 per cento, conferma ancora  che per i mezzi pesanti la riduzione è stata maggiore: 4,5 per cento”. E sempre l’analisi dei numeri testimonia la bontà di una legge che, se cancellata, “farebbe viaggiare l’Italia in direzione opposta a quanto afferma la nostra stessa Costituzione e contro sentente dell’Alta corte europea”, come sottolineano i due rappresentanti di Fai Conftrasporto e Unatras. ” Le ricadute, estremamente positive, di quella legge sono sotto gli occhi di tutti: 1194 autotrasportatori o passeggeri di mezzi pesanti  che non sono rimasti feriti o morte  sulle strade in un anno dovrebbero far riflettere chi sarebbe pronto a sacrificare, sull’altare del profitto, una legge e con essa la vita di moltissime persone. Dalle rilevazioni Istat sugli incidenti stradali, appare infatti evidentissimo come il numero dei conducenti e dei passeggeri di autocarri e motocarri feriti sia passato da 10.144 nel 2010 a 8.961 nel 2011 con un calo di oltre l’ 11per cento, nettamente superiore al risultato conseguito complessivamente da tutti i mezzi di trasporto, passato da 281.368 a 270.916 ( -3,7 per cento, mentre i conducenti morti in incidenti stradali sono passati da 162 a 151). E questa sicurezza in più nel trasporto delle mercis ui Tir ha avuto ovviamente importanti ricadute anche sui dati complessivi, che hanno fatto registrare  nel 2011 un  -2,7 per cento nel numero degli incidenti con lesioni a persone; un  -3,5 per cento nel il numero di feriti;un  -5,6% nel numero dei morti”. E a confermare la validità della legge sui costi minimi per la sicurezza ecco un ultimo dato: “se leggendo i dati Istat  ci si sofferma sui numeri relativi ai conducenti ai quali siano imputabili gli incidenti stradali, emerge che agli autisti di autocarri e motocarri nel 2011 risultano imputabili il 7,1 per cento degli incidenti, contro il 7,2 per cento  nel 2010. E va sottolineato come questi risultati positivi che hanno caratterizzato autocarri e i motocarri non possono essere giustificati in termini di calo del traffico: secondo le rilevazioni dell’Aiscat, infatti, nel 2011 il traffico dei mezzi pesanti è rimasto sostanzialmente costante rispetto al 2010 (-0,1% in termini di veicoli-chilometro) mentre un calo di circa l’1,5% ha caratterizzato il traffico dei veicoli leggeri . Per effetto di tali diverse dinamiche, se nel 2010 i mezzi pesanti rappresentavano il 22,5% del traffico totale sulla rete autostradale, nel 2011 hanno raggiunto il 22,8%. Una quota più grande, dunque, in termini di traffico a fronte della quale si è assistito, invece, ad una quota più piccola in termini di incidentalità”.

22 risposte a “1194 feriti e morti in meno in un anno fra i camionisti grazie ai costi della sicurezza

  1. Chissà se di fronte a questi dati inconfutabili qualche committente cambierà idea? E il Governo dei tecnici si darà una mossa a rendere sempre più incisivi i controlli?

  2. Bella iniziativa di sensabilizzazione. Come sempre la Conftrasporto è all’avanguardia e dimostra con i fatti come si difende coerentemente un’idea. Ma non dovrebbe questa battaglia essere frutto di una iniziativa comune? Come possono essere credibili quei dirigenti di federazioni che non condividono le intuizioni di chi concretamente interviene a salvaguardare il settore?

  3. Magistrati ci vuole un bel coraggio a non tener conto di questi dati. Come sia possibile solo pensare di mettere a rischio un sistema che evita ai più forti di scaricare sui deboli le loro contraddizioni è una ipotesi che non riesco proprio a capire.

  4. Mettiamo bene in vista sui nostri automezzi questi messaggi. Anche quello del kilo di pasta era bello. Chiamiamo al nostro fianco le realtà che si battono per la dignità e per il diritto all’incolumità di tutti i cittadini. Facciamo sapere che gli operatori seri del settore operano per avere un settore dove il rispetto delle regole determini maggior sicurezza per tutti.

  5. Una battaglia di civiltà che dimostra come esistono classi dirigenti che mettono al primo posto i problemi reali della gente, come la sicurezza è. Non penso infatti che rispettare le regole possa essere sempre portatore di ritorni economici. Ma queste iniziative che mettono in primo piano il primato dei valori profondi dell’uomo qualificano gli uomini che la compiono.

  6. Ma quali costi minimi? Quelli scritti sui contratti e che quasi nessuno percepisce? La committenza ne firma a gogò e poi mette all’asta al ribasso i suoi servizi. Continuiamo a naconderci dietro a un dito.

  7. Io ho l’impressione che la committenza, e Confindustria per prima, non rinuncerà mai anche solo a pochissimi centesimi di euro al chilometro per il trasporto delle proprie merci, anche perchè pochi centesimi di euro moltiplicati per migliaia di chilometri sono soldi! E Confindustria è potente!

  8. Confindustria sulla carta è assolutamente favorevole al rispetto delle regole (ha anche firmato un bel protocollo con l’ex ministro Roberto Maroni o sbaglio?), ma poi con i fatti cosa fa? Io ho la netta impressione che semini bene e poi razzoli molto ma molto male….

  9. Sono pienamente d’accordo e penso di essere tra i pochi a rifiutare i servizi che non remunerino almeno il costo minimo. Spero lo facciano tutti, anche i grossi associati Fai…..

  10. Se dobbiamo ringraziare non lo so, la diminuzione dei morti e feriti è dovuta al drastico calo di lavoro che hanno subìto molti trasportatori che hanno dovuto chiudere battenti (e continueranno a chiudere…). Grazie e saluti.

  11. Cara Pepa, il dato da considerare e’ quello percentuale che indica la tendenza. I dati vanno approfonditi. Questi attestano che anche se il trasporto pesante e’ incrementato percentualmenta gli incidenri, i morti e i feriti sono diminuiti. Possibile che ci siano sempre degli autolesionisti che pur di differenziarsi e criticare non esitino a farsi del male? A volte mi chiedo se sia utile difendere chi non si sforza di comprendere.

  12. Roberto scusa se te lo dico ma sei rimasto indietro. Che i comittenti vogliano non riconoscere i costi della sicurezza è logico, almeno per loro. Che noi trasportatori, per primi, ci prestiamo a questo comportamento molto poco imprenditoriale, è a dir poco stupido. Quando capiremo che le nostre organizzazioni ci hanno dato uno strumento che deve essere fatto funzionare ma che è efficace.
    Certo che si deve ancora lavorare sul fronte controlli che deve divenire più incisivo ma prima di tutto tocca a noi essere protagonisti ed incominciare a fare la nostra parte.

  13. Sono d’accordo che la legge sui costi minimi abbia dato un contributo, seppur minimo, alla diminuzione delle morti e feriti nel settore dei trasporti ma in che percentuale? Diciamola tutta invece evidenziando che il parco veicolare nazionale di anno in anno, anche se in maniera modesta, si fà sempre più moderno e di conseguenza sicuro; che negli ultimi 3/4 anni i traffici di merci su gomma sono diminuiti del 50% circa, per cui meno mezzo in circolazione e meno incidenti stradali; per non parlare poi della formazione del personale viaggiante, che per qualche azienda come la mia fa parte integrante della politica di base. E delle ore di guida giornaliere non vogliamo parlarne? Queste sono diminuite sensibilmente negli ultimi 10 anni con conseguente aumento della sicurezza stradale.

  14. Se il Tar del Lazio dovesse cancellare una legge come quella sui costi minimi perla sicurezza del trasporto “fregandosene ” della Costituzione, del parlamento, dell’Alta corte europea, a chi potremmo fare appello? Qualcuno (i signori di Unatras, di Conftrasporto?) mi sa dare risposta? Grazie e incrociamo le dita…

  15. Tar o non Tar trovo molto più utile, per ora, la richiesta di incontro inviata da Fai al Comando generale della GdF che non può esimersi dal rispondere. Girerei la missiva anche ai comandi provinciali.

  16. Cerco di rispondere ai quesiti posti da chi evidentemente non è associato alle federazioni in quanto questi chiarimenti dovrebbero già essere stati forniti (sul sito di Conftrasporto sono già pubblicati da giovedi primo pomeriggio).
    Per ordine di argomento: gli aggiornamenti tariffari dovrebbero essere pubblicati a giorni. Il ritardo potrebbe essere conseguente alle decisiono che il tar dovrebbe prendere.
    La percentuale degli incidenti, dei feriti e dei decessi, nonostante vi sia stato un incremento, in percentuale, del traffico pesante (non del numero dei veicoli) certifica una riduzione. Questi sono dati ufficiali forniti dall’Istat.
    Per quanto riguarda la domanda di Marco anche qui la risposta è semplice. La Conftrasporto proclamerà, ove il ministero non intervenisse a ripristinare la funzionalità del sistema in caso di decisioni che annullino delibere dell’Osservatorio, il fermo del trasporto. Questo è già stato reso noto (ci auguriamo che questo possa essere evitato ma soprattutto nel caso si dovesse ricorrere ad una simile decisione che vi sia la condivisione di tutte le federazioni). Il Tar comunque non può annullare una legge del Parlamento ma solo gli atti amministrativi che non sono in linea con le leggi. Per queste potrebbe sollevare eccezioni di costituzionalità o di dubbia compatibilità con gli orientamenti comunitari. Ma le dispsosizioni di legge non possono essere modificate. La seduta del tar comunque si è limitata nella seduta di giovedì 15/11, a esaminare il ricorso dell’Antitrust. Su questo e sugli altri ricorsi, già avviati a sentenza, si esprimerà nel merito nelle prossime giornate, settimane o forse anche mesi. Un termine perentorio non esiste. A tale riguardo ricordo che sulla vicenda del trasporto coils il Tar ha concesso la sospensiva per una delibera che negava la concessione di un titolo autorizzativo per un trasporto con un mezzo eccezionale ma nel merito della circolare che dispone, l’esigenza, al fine di poter utilizzare un veicolo eccezionale, l’eccezionalità di un un pezzo unico ed indivisibile, il Tar dopo sette anni non si è pronunciato. Non credo che nella fattispecie si voglia seguire la medesima strada e quindi non resta che attendere senza far calare l’attenzione.

  17. Il ritardo nella pubblicazione degli aggiornamenti tariffari non è giustificabile. Fino al 14 novembre il tar non si sarebbe pronunciato.L’unica giustificazione possibile potrebbe essere quella dell’invariabilità dei costi rispetto al mese precedente, ma così non è. In ogni caso non c’è una precisa scadenza entro la quale gli aggiornamenti devono essere pubblicati e questo non è corretto. La legge è in vigore e tutti dovrebbero adeguarvisi, compresi gli uffici pubblici.

  18. Guardate un pò cos’ho trovato nel web. “Come imprenditore ritengo che dobbiamo partire dalla consapevolezza e dalla convinzione che la sicurezza stradale è una condizione irrinunciabile per ogni attività industriale. Committenti e vettori devono perciò assicurare uno sforzo continuo e focalizzare la loro attenzione sulla formazione dei loro addetti e degli autisti per fare in modo che la serietà e l’impegno a tutti i livelli diventino le caratteristiche pregnanti della loro missione per dare competitività al nostro Paese”. Firmato Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica. Si tratta della prefazione del libro: “Il controllo stradale dell’autotrasporto merci in conto terzi”, scritto dal dottor La Fata. Bello eh?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *