Incidenti gravi con camion coinvolti, la legge prevede i controlli ma chi li rispetta?

Una norma di legge impone che in caso di incidenti nei quali risultino coinvolti automezzi pesanti con morti o feriti gravi venga disposta la verifica di tutti i componenti della filiera del trasporto. È una disposizione semplice, che consente di verificare se tutti hanno rispettato le regole sulla sicurezza sociale e della circolazione. La norma è in vigore da più di un anno: Conftrasporto, quando ha avuto dubbi sul rispetto delle norme, ha sempre chiesto l’intervento delle istituzioni, ma i risultati riscontrati sono pochi o addirittura del tutto inesistenti. Anche nel tragico incidente sulla linea ferroviaria Roma-Lecce di pochi giorni fa, dove un camion avrebbe attraversato un passaggio a livello mentre le sbarre erano abbassate, ci sono motivi di accertamenti accurati.

A cominciare dal conducente del Tir, che non ha dimora in Italia. Chi ha affidato le merci e ha dato le disposizioni sul trasporto ha compiuto le verifiche previste dalla legge? O forse ci troviamo di fronte a un caso di trasporto abusivo (operazione di cabotaggio irregolare) oppure a un conducente preso in affitto e probabilmente non in regola con le normative sociali vigenti?
Una verifica dei tempi di guida o sulle disposizioni relative alla consegna delle merci potrebbe fornire elementi di ulteriori violazioni. Elementi tutti da approfondire da parte delle autorità competenti e sui quali si dovrebbero soffermare con maggior attenzione anche gli organi di stampa invece di limitarsi alla sola cronaca dell’accaduto senza domandarsi perché si verificano questi incidenti. Se c’è stato un mancato rispetto delle regole, i responsabili paghino i danneggiati. Si avvii quindi un’inchiesta. Potrebbe servire anche da deterrente per i troppi casi in  cui i lavoratori vengono sfruttati, messi alla  guida di un automezzo in condizioni psico fisiche tutt’altro che ottimali. Oppure nei casi in cui a conducenti non professionalmente idonei viene richiesto, o meglio ordinato, di effettuare consegne in tempi impossibili da rispettarsi con le leggi vigenti. Fregandosene di creare così tutti i presupposti per altre stragi sulle strade.

Paolo Uggè

6 risposte a “Incidenti gravi con camion coinvolti, la legge prevede i controlli ma chi li rispetta?

  1. È tempo di ribaltare l’assunto che chi in Italia rispetta le regole è un fesso e chi le viola è un furbo che merita rispetto e che probabilmente non verrà mai beccato e sicuramente non verrà mai punito. on si può più aspettare ma si deve cambiare “ADESSO” (in tutti i campi) come dice qualcuno che utilizza questo slogan e che speriamo lo faccia o che perlomeno contribuisca a sensibilizzare tutti a riportare questa povera Italia ai doveri e alle responsabilità.

  2. Il ministro Cancellieri è informata al riguardo o dobbiamo pagarci una pagina di “Giornale” per ricordarle che anche le forze dell’ordine hanno degli obblighi? Quando c’è da applicare il raddoppio delle sanzioni stradali agli autotrasportatori non vi è alcuno che si dimentica di farlo!!

  3. La pubblicazione di questo articolo, afferente a una condizione del settore dell’autotrasporto, mi induce a chiedere un commento sulle disposizioni previste per la dimostrazione della capacità finanziaria, elemento determinante per accedere alla professione o per mantenerne la permanenza. I costi per la produzione dei documenti necessari sono fuori da ogni ragionevolezza: si va dai 200/300 euro di un revisore al 3 per cento per una fideiussione bancaria, per non parlare dell’assicurazione contro il rischio professionale, che in Italia non esiste per il settore del trasporto merci e che comunque avrebbe costi insostenibili. Il tutto mentre presso le CCIAA sono già depositati i bilanci o gli atti costitutivi delle società, tanto per fare un esempio. Non parliamo poi delle decine di polizze assicurative che ogni trasportatore deve avere: dalla vettoriale alla RCT. E non parlimo poi del comportamneto delle varie Provincie che per la maggior parte non hanno ancora stabilito quale documentazione accettare. A prescindere dalla confusione che c’è su questo tema, l’unica domanda sensata che mi viene in mente è questa: perchè solo l’impresa di autotrasporto deve assicurare di poter ottemperare (cito testualmente l’articolo 7 del regolamento europeo) agli obblighi finanziari che le incombono nell’esercizio contabile annuale, mentre i suoi committenti no???

  4. Penso che il settore dell’autotrasporto sia uno di quelli che paga le tasse, in virtù di questo mi sembrerebbe doveroso da parte delle istituzioni un controllo su chi lavora sottocosto utilizzando espedienti di ogni tipo, così facendo forse il settore ne avrebbe beneficio in un momento in cui rischiano di chiudere quelli che hanno sempre lavorato in modo regolare.
    Spero che Unatras riesca a far capire queste cose a Confindustria e Governo, diversamente a fine anno mi auguro di essere ancora in piedi (lavorativamente parlando ).

  5. Su questo argomento sono d’accordo con Uggè. Ma come al solito l’Italia è il Paese delle doppie facce! Da una parte si richiede sempre più professionalità al conducente (applicando giustamente delle normative europee) dall’altra parte non si controlla chi è alla guida di certi mezzi, dove hanno acquisito la professionalità, e sopratutto non si controlla una committenza che si permette di caricare chiunque, basta non pagare il giusto prezzo del trasporto. Controllare tutta la filiera del trasporto comporta un impegno gravoso per le forze dell’ordine, senza però delle entrate, meglio allora sanzionare il regolare, che magari a 15 minuti da casa tenta di arrivare alla destinazione. Ai giornalisti poi… se la cosa non fa notizia!!!

  6. Purtroppo è l’italico stivale: premetto che ci sono molti trasportatori che rispettano tempi di guida pause ecc ecc, però i controlli sono fatti così qui. Si ferma uno a caso (italiano ovviamente, sennò se è straniero risponde solo NO CAPICE TAGLIANO, AMIGO…) e lo si rovina economicamente per dimostrare che i controlli ci sono e funzionano. Oppure come le revisioni mobili. Chi controllano? Mezzi di ultima generazione Euro 5 mentre i vettori dell’est europa che alcuni hanno ancora Euro 0 o inferiore vengono lasciati andare. Ho lavorato tempo fa in un’azienda estera con filiale italiana. Andavo in giro targato straniero. Non mi ha MAI FERMATO NESSUNO per tutto il tempo che ho lavorato con loro. Mai.

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