Pieno scontato, ma con la benzina di contrabbando. Scoperto un traffico illecito

Pieno scontato? L’unico modo è evadere le accise. La benzina di contrabbando costa infatti dai 50 ai 60 centesimi in meno al litro. Ma da dove arriva il carburante di contrabbando? La Guardia di Finanza ha scoperto di recente un caso di triangolazione internazionale, con due società greche che “compravano benzina da una raffineria di Atene”, si legge sul Corriere della Sera, “e poi la trasportavano in Spagna, attraversando l’Italia. Almeno così dicevano i documenti di viaggio. In realtà, arrivato ad Ancona via nave da Igoumenitsa, il carico si fermava in Italia, veniva stoccato in un deposito clandestino e da lì girato a una serie di distributori che stavano al gioco. Dietro c’era un’organizzazione di 32 persone. Un sistema su larga scala che sta rimpiazzando i vecchi metodi artigianali, ancora utilizzati ma sempre meno centrali”.

Ma ci sono anche metodi meno evidenti, come quelli ideati da alcuni autisti di cisterne disonesti, che al momento della consegna “dimenticano” di scaricare un centinaio di litri ogni viaggio (la benzina è estremamente volatile e non è facile eseguire i controlli) per poi piazzarla agli amici. C’è poi il vizio di tagliare il carburante con olio di colza o altre solventi oppure taroccare semplicemente i distributori di benzina. Il gioco però non vale la candela, visto che fortunatamente la Guardia di Finanza è molto attenta al contrabbando di benzina. “Sui 2.400 distributori ispezionati nelle prime due settimane di agosto sono state trovate irregolarità nel 15 per cento dei casi. Un dato”, spiega il Corriere (clicca qui per leggere l’articolo), “che ha suscitato le proteste della categoria. Ma se è vero che la stragrande maggioranza dei distributori sono corretti è anche vero che il mercato nero è sempre più affollato: tra gennaio e agosto le persone denunciate sono state 540, con un aumento del 14 per cento. E allora si tenta di tutto pur di far perdere le tracce. Il vecchio trucco sui contatori, ad esempio, conosce adesso una versione più raffinata. In un distributore siciliano sono stati trovati alcuni telecomandi nascosti nelle scatole delle mentine. I benzinai li tenevano in tasca e così rallentavano la corsa dei rulli che segnano la quantità di carburante venduto. In provincia di Sondrio sono stati fermati diversi camionisti che avevano a bordo taniche riempite a Livigno, porto franco dove la benzina costa quasi la metà. Senza Iva e accise, la benzina nera costa al litro 50-60 centesimi meno di quella regolare”.
Emblematico in tema di contraffazione l’esito di una serie di controlli dei finanzieri di Padova. Le verifiche toccarono un impianto su tre, con oltre 300 prove di erogazione, 200 controlli sulla qualità merceologica dei prodotti (per prevenire le adulterazioni), 40 verifiche sul funzionamento delle apparecchiature self-service. Vennero sequestrate cinque colonnine e 20.000 litri di prodotti petroliferi per l’erogazione di quantità sensibilmente inferiori a quelle indicate sui display. Si tratta, a tutti gli effetti, di detenzione di strumenti di misura illegali, violazione contemplata dal Codice Penale. Gli impianti fuori taratura sono stati segnalati al competente ufficio metrico provinciale per essere messi nuovamente a norma.

 

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