Bici a noleggio nelle città italiane: promosse Milano e Torino, bocciata Bari

Le maggiori città europee visitate in bicicletta, il mezzo più ecologico ed economico: per molti un sogno e per altri una scelta. Il modo migliore per pedalare in città è quello proposto con il “bike-sharing”, sistema innovativo nato nel 1966 ad Amsterdam, che consente la condivisione di biciclette pubbliche. I requisiti fondamentali sono: mezzi comodi, ben attrezzati, a disposizione di tutti per spostarsi in area urbana, con prelievo e restituzione self-service e a prezzi adeguati. 

Alcune criticità ne rallentano però la diffusione: restrizione dell’età per i fruitori del servizio, biciclette senza sospensioni, poche postazioni, coperture pubblicitarie che intralciano la guida sono solo alcune delle carenze riscontrate nella prima indagine EuroTest condotta da 18 Automobile Club internazionali, tra cui Aci, su 40 sistemi di noleggio di bici offerti nelle aree pubbliche di 18 Paesi europei. L’analisi ha messo in luce anche piacevoli sorprese come bici elettriche a disposizione e addirittura sistemi completamente gratuiti (in Danimarca e Portogallo).
La metodologia seguita nei test ha tenuto conto dei seguenti parametri: accessibilità, informazione, facilità di noleggio e numero delle biciclette. Un questionario è stato inoltre inviato a 40 diversi operatori, il cui sito web è stato analizzato con particolare attenzione alla completezza delle informazioni e alle promozioni online.
I risultati complessivi sono positivi con 35 sistemi promossi su 40 testati: uno è stato giudicato “molto buono”, 23  “buoni”, 11 “accettabili”, due “mediocri” e tre “molto mediocri”.
Il sistema migliore è quello francese di Lione e dispone di 343 postazioni per 4.000 biciclette a disposizione di chiunque per tutto l’anno, con collegamenti con il trasporto pubblico locale, una registrazione facile e gratuita, il ritiro e la restituzione della bicicletta completamente automatizzati, le informazioni disponibili in varie lingue. Al secondo posto Parigi e all’ultimo posto – ex aequo – i due sistemi olandesi di Amsterdam ed Aia, dove sono stati rilevati uno scarso numero di bici a disposizione, orari di funzionamento diversi in ogni postazione, registrazione non gratuita e solo su internet, informazioni limitate e unicamente nella lingua locale, con addirittura modelli privi di marce e sospensioni.
In Italia sono state testate quattro città: promosse con “buono” Milano (150 postazioni con 2.500 biciclette) e Torino (116 postazioni e 1.200 biciclette); “accettabile” Parma (15 postazioni e 80 bici) e bocciata con “mediocre” Bari (22 postazioni e 150 mezzi), penalizzata dall’esiguo numero di biciclette disponibili nelle poche stazioni, dall’orario di funzionamento limitato, dalle informazioni carenti e dal requisito inderogabile della maggiore età per gli utilizzatori.
I prezzi del servizio, malgrado non rientrassero nei parametri di valutazione, sono estremamente diversi: si va dall’iscrizione gratuita all’abbonamento a pagamento giornaliero, settimanale, mensile o annuale. Le tariffe applicate per breve tempo sono proporzionalmente inferiori a quelle richieste per un periodo più lungo. Si incentiva, cioè, ad utilizzare la bicicletta per gli spostamenti brevi e spesso i primi 30 minuti sono offerti gratuitamente, mentre l’uso prolungato è gravato da tariffe fin troppo onerose.
“Serve con urgenza un sistema di connessione tra le diverse modalità di trasporto”,  ha dichiarato il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, “soprattutto in città. Bus e metropolitane non sono ancora accessibili per chi si sposta con la bicicletta che soprattutto in ambito urbano rappresenta il modo più facile, veloce ed economico per muoversi”.

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