Impresa di autotrasporti frodava il fisco per lavorare a prezzi stracciati

Una montagna di fatture false, emesse per ottenere enormi crediti fiscali e poter così proporre prezzi molto più bassi rispetto a quelli della concorrenza. Così Riccardo Trusendi, imprenditore spezzino di 67 anni, avrebbe costruito un vero e proprio impero dei trasporti e della logistica che dà da lavoro a circa 700 dipendenti sparsi per tutto il nord Italia. Un’accusa pesantissima quella formulata  dagli agenti della Guardia di Finanza della Spezia che guardando con la lente d’ingrandimento i documenti dell’azienda hanno ricostruito una presunta truffa da decine di milioni di euro che ha portato all’arresto di sei persone e al  sequestro preventivo di beni riconducibili al titolare dell’ azienda spezzina (un centinaio di motrici, rimorchi, auto e furgoni, ma anche terreni e immobili, tra i quali un appartamento a Venezia) per circa 13 milioni di euro. Su ordine del pubblico ministero  Claudia Merlino, che ha disposto la confisca autorizzata dal giudice per le indagini preliminari  Diana Brusacà, sono state effettuate diverse  perquisizioni non solo in Liguria, ma anche in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, nelle abitazioni e le sedi delle società riferibili a Trusendi e ad altri quattro presunti prestanome, coinvolti nell’inchiesta. Secondo i finanzieri la truffa avrebbe permesso al  gruppo  di evadere un imponibile di  53 milioni di euro effettuando operazioni di cessioni o prestazioni infra-gruppo che rappresentavano in realtà, secondo l’accusa, passaggi meramente fittizi di beni e servizi, con importi gonfiati col solo scopo di creare crediti Iva a favore della società cessionaria. I crediti sarebbero stati poi utilizzati per il pagamento di ritenute fiscali e contributi previdenziali. Successivamente le sedi delle società, rapidamente svuotate dei principali fattori di produzione del reddito, come lavoratori dipendenti e mezzi di trasporto, sarebbero state trasferite in Africa o in Medio Oriente intestandole a un prestanome straniero, prima di avviare la procedura fallimentare. Un escamotage, secondo l’accusa, per evitare  procedimenti per bancarotta fraudolenta e per reati fiscali.

11 risposte a “Impresa di autotrasporti frodava il fisco per lavorare a prezzi stracciati

  1. Che bel tipino, è già la seconda volta in pochi mesi che lo arrestano. Questo è il tipo di trasportatori che vogliamo? Ma il durc a questo lo chiedevano??? Ogni giorno se si guardano i siti specializzati vi sono notizie di questo tenore. Obiettivamente il marcio nol nostro settore c’è e penalizza soprattutto gli onesti perchè a questa gente che cosa vuoi che freghi dei costi minimi? E adesso (giustamente) tutti a piangere per i dipendenti di queste aziende che hanno perso il lavoro (che hanno tutta la mia comprensione) ma nessuno che si ricordi di quelli che prima di loro lo hanno perso per il comportamento di questo signore che ha fatto probabilmente chiudere ditte oneste .Facciamo pulizia se vogliamo avere speranza per il nostro povero settore.

  2. Se i finanzieri andassero a controllare alcune grosse società di trasporto di Catania, e non solo, forse ci potrebbero spiegare la ragione per cui effettuano trasporti sud-nord e v.v. a prezzi di gran lunga inferiori ai costi sostenuti per la stessa tratta…

  3. Dunque, i costi minimi per la sicurezza sono una legge, chi non li rispetta compie un reato e dunque va denunciato. Allora perché qualsiasi azienda di trasporto onesta, venuta a conoscenza che qualche concorrente cialtrone applica tariffe stracciate, non la denuncia. Oltre a comportarsi da cittadini esemplari e corretti combatteremmo finalmente in modo concreto questa piaga…

  4. Mi rivolgo direttamente alla Guardia di finanza: io posso segnalare un’impresa di autotrasporti che so lavorare sottocosto e quindi fuorilegge, ed avere la garanzia che poi i responsabili di quell’impresa non verranno mai a sapere che sono stato io a segnalarli? Sapete com’è farsi nemica certa gentaglia non è mai piacevole e la storia del nostro Paese insegna che lo Stato non è che tuteli granchè gli “eroi”….

  5. Stefano, sa perché non li denunciamo? Perché spesso e volentieri sono associati della nostra stessa associazione, o sono il collega che hai sempre pensato onesto e del quale sei amico e che sai che come te ha famiglia, e pensi che i suoi autisti hanno famiglia, proprio come te e come i tuoi dipendenti e dunque non li denunci, o perché ti scontri contro un muro di gomma quando ti presenti in associazione con nomi e cognomi, o perché sei un vero amico e non trovi il coraggio…
    Comunque vada è una vera schifezza, c’é solo da sperare nel buon senso, che però pare non esista più, ed è sempre più facile lasciare che a sbatterci la faccia siano gli altri e che a portare avanti la bandiera della legalità ci pensi un altro. È una schifezza e basta!! Faccio decine di preventivi al giorno per nuovi lavori e nuovi traffici e sa cosa mi rispondono? Sempre la stessa cosa “troppo caro, ho quotazioni ben più basse in mano” …incassi e porti a casa, certo non ci abbassiamo a far “ridere” la committenza!!! È una partita persa in partenza, ma vale la pena di provarci, almeno la faccia posso portarla in giro a testa alta.

  6. E io mi rivolgo direttamente a te Pieropositivo con questo quesito: ho notizia che un’impresa pratica prezzi inferiori a quelli stabiliti dalle tabelle allo stesso committente per cui lavoro. Non conosco però il resto dell’attività aziendale del mio concorrente. Segnalo la cosa alla gdf che avvia un’indagine e scopre che l’azienda in questione ha anche altri clienti sulle tratte di ritorno. Ne risulta che, globalmente, il mio concorrente è in regola perchè sommando i prezzi praticati ai due clienti i costi di sicurezza sono rispettati. A questo punto il risultato è che la gdf ha perso tempo inutilmente e qualcuno potrebbe addirittura denunciarmi per diffamazione. Dimmi dove sto sbagliando per favore.

  7. Gentile Alessandra, i costi incomprimibili della sicurezza sono determinati sulle singole tratte e per singolo committente. Cumulare viaggio di andata con viaggio di ritorno, per clienti differenti (prassi consolidata soprattutto al sud, dove opera la mia azienda) e quindi “recuperare il gap negativo col viaggio di ritorno o viceversa) è proprio uno dei motivi per i quali ad ogni richiesta di adeguamento ci sentiamo rispondere che c’è una fila lunghissima di “pretendenti”. O così o fuori. Il principio dei costi minimi (ai quali, si dovrebbe addirittura aggiungere l’utile, che bel sogno) è far viaggiare i veicoli rispettando la sicurezza sociale e di circolazione. Significa che se fosse vero il principio di “sommando i prezzi praticati ai due clienti…” l’autista potrebbe essere assunto solo a metà? E la manutenzione? la faccio all’andata o al ritorno?

  8. Mi spiace ma ancora non capisco. Se percorro una tratta di 100 km per l’andata e 100 km per il ritorno, perchè devo per forza tornare alla base, il costo di sicurezza di tutta la tratta è x. se posso distribuirlo su due o più clienti clienti sarà x:2 o :3…. per ciascun cliente. Se invece non lo posso distribuire sarà solo il primo cliente a pagarlo per intero. Il problema non è quello della manutenzione all’andata o al ritorno perchè in ogni caso la devo fare, così come devo pagare per intero l’autista, bensì l’impossibilità di sfruttare sempre carichi di ritorno per ottenere la saturazione del mezzo e renderlo profittevole. I costi di sicurezza + gli utili possono essere applicati agevolmente solo ad alcune tipologie di trasporto e di cliente ma non a tutte. Qui una logistica efficiente e opportune aggregazioni farebbero la differenza. La grande complessità della realtà dell’autotrasporto non consente che le soluzioni pratiche siano altrettanto semplici quanto i principi che le ispirano. Infatti i costi di sicurezza si stanno arenando proprio sulle modalità di applicazione e controllo. La tecnologia potrebbe esserci di aiuto ma ahimè nel nostro campo è utilizzata solo per controllare noi con i cronotachigrafi.

  9. Di questo Trusendi se ne parla da almeno 25 anni, sapete a quanti trasportatori onesti ha portato via il lavoro? E ancora ci facciamo dei problemi a denunciare queste persone! Intanto ieri una cisterna con scritto in grande Trusendi circolava ancora in autostrada !

  10. Non è detto che questo Trusendi lavorasse per forza sottocosto più di tanto, altrimenti non avrebbe avuto utili da investire nel modo che ha fatto (tra gli altri, appartamento a Venezia, mica dove capita).
    Però che fosse da parecchio tempo chiaccherato è vero.
    Domanda: quando i suoi autisti venivano fermati per strada dalla polizia quale busta paga facevano vedere?

  11. Salve, sono un ex autista di Trusendi, ne so abbastanza di trasporti, costi e frodi. Dico solo che per me Trusendi è una gran persona, cordiale, scherzoso, sempre pronto ad aiutare il suo dipendente in difficoltà. Poi ha un personale cordialissimo, l’impiegato che dà i viaggi non è un deficiente che tratta l’autista come un cane. Questo succede nelle altre ditte di trasporto. I mezzi sono tutti perfetti, ha qualche rimorchio un po’ malridotto però lo usa nei dintorni. I viaggi sono tutti buoni, non dormi fuori una notte e se succede sui pagato, albergo compreso. Non salta uno stipendio, poi c’è il pacco di Natale, la cena e a fine serata c’è la busta sotto il piatto: all’epoca 50 euro, ora non so… Ora io lavoro in un frantoio con un 4 assi, a 500 metri da casa. Parto alle 7 e finisco alle 16.30, mangiare pagato e, cosa importante, contratto a tempo indeterminato. Si sta da Dio, però dico la verità: lascerei questo lavoro e pagherei per tornare da Trusendi, perché per me è una grande persona…

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