Code troppo lunghe al porto di Napoli, i trasportatori chiamano il Gabibbo

Al Porto di Napoli potrebbe arrivare anche il Gabibbo. Il personaggio di Striscia la Notizia è stato infatti chiamato in causa direttamente dagli autotrasportatori, esasperati dalle lunghe attese a cui sono costretti da anni. Ore e ore di coda ai terminal, che determinano un aggravio di costi e una perdita di competitività. Come spiega informazionimarittime.it, dopo anni di disagi, promesse mancate e silenzi da parte di tutti, Fai Napoli ha deciso di scrivere al Gabibbo e al corrispondente locale Luca Abete. 

“I nostri trasportatori”, scrive la Fai, “sono costretti ad effettuare file interminabili al terminal Conateco per l’importazione ed esportazione containers. Il terminal Conateco lavora grazie a una concessione pubblica del suolo ed è obbligata a prestare un servizio di qualità e competenza considerato anche che il porto di Napoli è il più importante della Campania per traffici e volumi. Il cattivo funzionamento inoltre comporta seri rischi ai fini della sicurezza sul lavoro per il personale dipendente delle nostre imprese che non sono in grado far rispettare le normative sui tempi di guida e di riposo (regolamento CE 561/2006). In sintesi”, conclude la Fai, “per importare o esportare merce dal Porto di Napoli ogni autista è costretto a effettuare file di almeno quattro ore. Considerate che l’autista può, per legge, lavorare solo nove ore. In cinque ore dovrà svolgere il resto delle attività (consegna e riconsegna della merce) e tutto questo a discapito della sicurezza stradale”.

6 risposte a “Code troppo lunghe al porto di Napoli, i trasportatori chiamano il Gabibbo

  1. È veramente vergognoso quello che accade nel Porto di Napoli agli autotrasportatori. Qui si chiede di lavorare in sicurezza, un diritto e un dovere, totalmente ignorato dal Terminal. La Fai ha fatto di tutto per risolvere il problema ma è sempre estremamente complicato cambiare situazioni incancrenite dal tempo ma poichè chi conosce la Fai sa che la Federazione Autotrasportatori Italiani non si arrende mai, hanno tentato anche la strada di Striscia la Notizia. Aspettiamo e vediamo cosa succede!

  2. In questo Paese paghiamo milioni di euro manager e consulenti e poi, per risolvere i problemi dobbiamo ricorrere a un pupazzo come il gabibbo… Che forse è meno pupazzo di tanti manager e consulenti, direttori e presidenti…

  3. …..Che bravi i trasportatori del porto di Napoli, prima fanno il fermo dei servizi per chi non rispetta i costi minimi di sicurezza, adesso contro il terminal chiamano il gabbibo. Anche se è vero che i napoletani sono i re della sceneggiata, credo che questa sia veramente un dramma in stile “Eduardo”, un porto con queste potenzialità deve essere fermato dalla mala “gestio” del terminal..

  4. E i tempi di attesa al carico/scarico, chi li paga? E i verbali per il superamento delle ore di guida o di lavoro chi li rimborsa? Ovviamente nessuno. La disorganizzazione degli altri dobbiamo pagarla sempre e solo noi autotrasportatori. Così come dobbiamo sopportare la mancanza di volontà a voler risolvere i problemi, mentre a noi chiedono efficienza, serietà, puntualità e sicurezza. Che ognuno faccia la propria parte, noi, al fianco della Fai, siamo pronti a collaborare con tutti per migliorare l’operatività del Porto. Ma se necessario, ben venga il Gabibbo!!!

  5. Altro che sceneggiata napoletana, la nostra è una tragedia vera e propria che viviamo tutti i giorni. E le vittime siamo noi, le nostre aziende ed il nostro lavoro.

  6. Per fermare la “mala gestio” ci vuole ben altro del Gabibbo ma tentare non nuoce. Nicola Campanile centra il tema. Nelle aziende dei committenti i “tecnici” si aggirano tra i reparti cronometro in mano per determinare i tempi, al secondo, delle attività di produzione. I trasportatori, anch’essi imprenditori, non lo possono fare perchè i costi lieviterebbero. Ebbene i costi lievitano anche per noi! A proposito, come si è conclusa la vicenda costi di sicurezza presso il porto di Napoli?

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