Camionista perde il lavoro e si impicca, i carabinieri lo salvano in extremis

Da un mese e mezzo non era più al volante, non lavorava più, colpa della crisi, dei tagli che l’impresa di autotrasporto per cui prestava servizio aveva dovuto praticare per evitare il tracollo tra un aumento del gasolio e un cliente non più in grado di pagare. Così lui, un camionista di origine rumena di 50 anni, con due figlie ventenni ha pensato di farla finita. Ha annunciato le sue intenzioni alle sue ragazze e poi si è barricato in casa. Sono state le stesse figlie a dare l’allarme ai carabinieri. 

Un allarme immediato, che fortunatamente ha evitato il peggio. I militari hanno cercato dapprima di dissuadere l’uomo e di farsi aprire poi, quando hanno visto spegnersi le luci dell’appartamento, hanno capito che il 50enne stava mettendo in atto il suo proposito e hanno fatto irruzione sfondando la porta d’ingresso. Hanno trovato il camionista impiccato a una trave del soffitto e immediatamente hanno tagliato la corda che si era legato al collo. Il camionista era in arresto cardiaco, ma i militari lo hanno strappato alla morte con le manovre di rianimazione fino all’arrivo del 118. Ricoverato nell’ospedale di Macerata (i fatti sono avvenuti a Corridonia, comune della provincia marchigiana) dopo alcune ore i medici sono riusciti a sciogliere la prognosi. A breve potrà fare ritorno a casa. Un ritorno agli affetti, ma pure alla sua depressione. Sempre che intanto qualche impresa di autotrasporto, e gli imprenditori del settore hanno sempre dimostrato di avere un cuore grande, non si faccia avanti per proporgli un nuovo camion da portare in giro per l’Italia.

3 risposte a “Camionista perde il lavoro e si impicca, i carabinieri lo salvano in extremis

  1. Ancora un altro episodio di etrema disperazione. Ma i nostri politici, la tv o i giornali non li guardano mai? Heiiiii siamo sul pianeta terraaa in Italiaaaa svegliaaa…

  2. I nostri politici ritengono che il numero dei suicidi finora avvenuti sia fisiologico. Sono del parere che sia quanto mai necessaria una nostra risposta “fisiologica”.

  3. Chissà se oltre ai politici si accorgeranno anche i giornali. Nelle notizie, guarda caso, la notizia viene quasi trascurata. Purtroppo non è una novità. Come per i morti sulle strade che non vengono mai citati tra i morti sul lavoro, nonostante siano quasi il 30%, anche le notizie drammatiche come questa vengono messe in seconda linea. Vergogna! I morti meritano tutti rispetto allo stesso modo. Questo è un modo di fare informazionme che fa ribrezzo. Aveva ragione Gaber che diceva: “i giornalisti….. che vergogna!”

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