Artoni: “Solo con i costi minimi per la sicurezza ci sarà legalità nei trasporti”

“Legalità vuole dire anche tariffe minime per garantire la sicurezza e il rispetto delle ore di guida massime per gli autisti, tariffe minime indispensabili per bloccare i “pirati”. Ad affermarlo, in un’intervista pubblicata sull’Inserto Economia del Corriere della sera, è Paolo Artoni, direttore industriale  dell’omonimo gruppo di trasporti e logistica integrata, che con oltre 13mila aziende clienti, 6 milioni di spedizioni l’anno e un fatturato, nel 2010, di  235 milioni di euro, rappresenta uno dei colossi del settore.

“Occorre combattere l’illegalità con controlli per diminuire gli illeciti e il lavoro in nero. La concorrenza sleale porta a una diminuzione delle tariffe e dei margini”, ha sottolineato sempre Paolo Artoni, il cui gruppo dà lavoro a 598 dipendenti.

41 risposte a “Artoni: “Solo con i costi minimi per la sicurezza ci sarà legalità nei trasporti”

  1. Complimenti al sig. Artoni che a differenza di molti industriali committenti conosce il settore e cio’ che serve per salvaguardare le aziende serie. Con industriali come questo noi trasportatori dobbiamo costruire un dialogo e invito il nostro presidente nazionale FAI Paolo Ugge’ a incontrare il sig. Artoni per spiegare le nostre posizioni che a quanto pare sono tutt’altro che distanti da quelle di quest’ultimo.

  2. Ma cosa dirà la sora Emma? I costi della sicurezza vengono considerati da un suo associato, e non è il solo, utili per l’attività delle imprese e per garantire la legalità e la Confindustria la contesta in tutte le sedi sostenendo che si tratti di tariffe obbligatorie. Ma che bella smentita per la nostra presidente!

  3. Chissà se la presidente di una organizzazione che cerca accordi con la committenza dopo questa dichiarazione si renderà conto che chi ha lavorato fino ad oggi lo ha fatto nell’interesse della categoria e, a voler sentire Artoni, non proprio così male.

  4. Mi pare che questa sia la più evidente prova che l’Unatras, quella che ha lavorato seriamente, ha visto giusto. È troppo sperare in una riconsiderazione degli errori da parte di chi ha cercato di far fallire tutto, provando ad indebolire la categoria? Questa era ed è la strada giusta che si deve seguire e non saranno certo le fughe in avanti solitarie a risolvere i nostri problemi.

  5. Questa è la vittoria di quella parte di imprese che anche se aderenti all’associazione di Confindustria si sono schierate a difesa dei costi della sicurezza. Quando si sveglieranno anche gli altri?

  6. Quello che sostiene Artoni è la pura e semplice verità. Siamo certi che se il sistema si normalizzasse anche quelli che operano nella logistica non avrebbero perplessità a riconoscere i costi minimi…

  7. Ragazzi non dividiamoci. Artoni ha detto una grande verità, mettiamoci tutti insieme a far rispettare i costi della sicurezza. Faremmo del bene a noi e garantiremmo più sicurezza sulle strade.

  8. Perchè non prendiamo esempio dai nostri colleghi di Napoli che hanno sospeso i servizi a quegli spedizionieri che non riconoscevano i costi della sicurezza? Se facessimo così anche in altre parti del Paese otterremmo il grande risultato di vedere una categoria crescere.

  9. Dopo queste affermazioni di un grosso operatore è lecito sperare che la burocrazia che fino a oggi ha solo frenato l’applicazione della legge si renda conto che applicando i costi della sicurezza si rende un servigio al Paese?

  10. Sicuramente Artoni conoscerà il nuovo presidente di Assologistica Mearelli, che proprio ieri si è ancora scagliato contro i costi minimi che hanno la colpa di contribuire a fare sopravvivere le piccole imprese che lui invece vorrebbe vedere sempicemente schiave per poterle sfruttare al massimo. Gli faccia sapere come la pensa lui.

  11. Parla cosi solo ora??? Fino ad oggi gli è andata bene, perché così rimaneva più margine per loro. Ora che la bolla è scoppiata tutti a fare propaganda, ma se sono i primi, mi riferisco ai grossi corrieri, che mandano in giro furgoncini sotto i 35 ql con orari disumani.. Li vedo solo io per strada??? È ora di controllare anche i furgoni…

  12. Anche a me piacerebbe sapere se questa azienda riconosce i costi di sicurezza ai subvettori. Trovo la loro considerazione in controtendenza rispetto a quella di Confindustria e questo mi fa pensare. Intanto la Arcese licenzia 1/4 dei dipendenti. Ora evidentemente fa comodo anche a loro appoggiare i costi di sicurezza.

  13. Cari colleghi trasportatori, la grande Mina cantava cosi: parole parole parole, parole parole parole, parole parole parale, parole parole parole…., ma quante belle parole, vengono da tutte le parti e poveri noi passano i mesi e tali rimangono SOLTANTO P A R O L E!!! Sarebbe ora che la finissero di prenderci in giro, siamo tanti padri di famiglia, onesti e lavoratori e meritiamo rispetto e dignità.

  14. Caro Marco, se hanno brigato così tanto per escludere dai costi di sicurezza le percorrenze fino a 100 km è proprio per il motivo che tu dici. Evidentemente le nostre associazioni hanno accettato un compromesso piuttosto pesante.

  15. Non montiamo inutili fesserie.I primi a chiedere di escludere i percorsi brevi, anche perchè i valori indicati dal ministero nella gran parte dei casi risulta inferiore di molto ai costi, sono stati proprio gli operatori. Del resto ci ricordiamo che anche le tariffe obbligatorie escludevano le partitie fino a 50 quintali e determinati tragitti? Le associazioni non hanno fatto alcun compromesso. Chi lo dice sta solo delegittimando. E questo è un grave errore nel quale non si dovrebbe mai incorrere.

  16. Prima erano solo pochi rappresentanti di Fai a dire queste cose, adesso cominciano a sostenerle anche altri. L’intervento del dottor Artoni è particolarmente ricco di significato. Adesso aspettiamo di sapere cosa dicono altri, a cominciare dalla dottoressa Emma Marcegaglia….

  17. Ho letto stamattina il commento scritto dalla “Signora Angiolina” il 21 febbraio e al fine di evitare inutili equivoci sulla mia persona sono a dichiarare quanto segue: Mi chiamo Angiolina Mignolli e sono la Presidente della Cna Fita del Veneto, non sono io “l’Angiolina” che ha scritto il commento sopra riportato e invito la signora in questione a dichiararsi ufficialmente. Grazie!

  18. Mi fa molto piacere constatare che le informazioni ed addirittura i commenti di questo sito interessino tutti e che lo stesso venga visitato anche dagli associati ed addirittura dai dirigenti di altre associazioni che lo ritengono cosi importante da preoccuparsi di smentire degli interventi che potrebbero essere anche solo lontanamente a loro ascritti.
    Comunque penso che quasi tutti coloro che leggono gli interventi lo facciano per i loro contenuti e non per chi li ha scritti.

  19. Tutto vero, tutto bello… ma quando ti ritrovi in un’azienda con 12 mezzi a regime giornaliero da 10 anni, dove hanno preteso sempre tutta la documentazione in regola dei mezzi delle assunzioni dei vari autisti, HACCP e vari corsi e visite mediche a tutti, e da 5 anni cerco di farli ragionare che faccio fatica, a tutta risposta dopo 3 anni di discussioni e 10 di servizi mi è stato dato il ben servito che le mie macchine non sono di loro interesse. Sono stato costretto a licenziare gli autisti che prontamente mi hanno fatto causa, si sono iscritti in liste di mobilità e ora lavorano dallo stesso mio cliente in nero per altri ditte di trasporti!!! Cosa fareste al mio posto???? chiedo un parere a tutti voi che leggete ed al dottor Artoni…

  20. Ciao a tutti, non credo che nessun trasportatore sia obbligato a fare trasporti sotto costo. Noi siamo i colpevoli e noi dobbiamo essere talmente professionali da fare tariffe adeguate alla nostra impresa. I nostri investimenti devono produrre reddito e non debiti… Avevo 25 autisti, mi sono ridotto a 8 per concorrenza di trasportatori che sicuramente ora si lamentano per ottenere le tariffe minimi. Le “minime”… Pazzesco mi sembra di vivere in Burundi. Scusate la rabbia.

  21. Mi spiace di essere incorsa in errore ma ho visto con i miei occhi uno pseudocontratto stipulato da una cooperativa operante per un grande corriere. 12 ore al giorno di impegno + costi del furgone a 100 euro lordi al giorno.

  22. La rovina del nostro Paese sono i sindacalisti. Con sindacalisti intendo tutte quelle associazioni di categoria sia nostre che dei lavoratori che ti dicono belle parole, ti danno speranze… ma alla fine il culo lo metti tu. Loro alla fine del mese lo stipendio e i vari rimborsi li pendono comunque. Invece di andare a controllare le ditte dove sanno benissimo che pagano i trasporti sottocosto e in ritardo delegano a noi il compito… Come fosse facile andare a litigare con un cliente che ti fa lavorare 10 macchine senza perderlo… Ma le nostre associazioni oltre che a fare ingrassare come maiali i nostri rappresentanti alle varie cene, cosa fanno?

  23. Caro collega Marco, io sono un piccolo autotrasportatore di Tortona, ho solo 7 mezzi. Sono fiero della mia associazione di categoria e ti dico che se non sei in grado di farti pagare devi cambiare mestiere. Non te lo ha ordinato il medico di rimanere nel mondo del trasporto. Se no ce la fai lascia libero il campo. Come puoi pensare che qualcuno vada a riscuotere per te? Magari gli dai anche la lista dei tuoi concorrenti che secondo te lavorano sottocosto. Dammi retta cambia mestiere o meglio torna a fare l’autista da dipendente perché fare l’imprenditore vuol dire altro. È una riflessione che sto facendo anche io. Senza rancore, ma con chiarezza perché dobbiamo piantarla di fare piagnistei chiedendo ad altri che ci risolvano i nostri problemi.

  24. Caro Luigi il discorso è che se vai in regola il problema non è essere pagati ma lavorare. Forse nella tua realtà non hai molta concorrenza sleale, altrimenti parleresti in altro modo. Ogni città ha le sue realtà che le associazioni conoscono bene, e a volte hanno come associati proprio imprenditori con autisti non in regola o addiritura in nero, che non rispettano orari di guida e pausa e praticano il sovraccarico come regola. Le associazioni cosa fanno? Tutelano chi da 40 anni lavora in regola e deve chiudere o lasciano sul mercato chi fà dell’abusivismo una regola?

  25. Non solo mangiamo e ingrassamo come maiali ma magari riusciamo anche a fornicare, sempre a spese della categoria si intende. Ma come si può pensare di riuscire a tutelare gente che riesce solo a fare del vittimismo la propria ragione di vita. Le colpe sono sempre degli altri e naturalmente tutti sono dei ladri o maiali. Non è certo questo il modo più idoneo per presentare i propri problemi. Certamente esistono delle persone poco corrette o disoneste ma non tutte lo sono. Allora quando si avanzano critiche bisogna separare il grano dalla gramigna e non generalizzare. Questo è il modo giusto per incominciare a divenire categoria. In secondo luogo bisogna smettere di pensare che debbano essere gli altri a risolvere i problemi personali o aziendali che dir si voglia. Se ognuno non è in grado di fare la propria parte non si può pensare che siano altri ad operare.
    Il sindacato, i partiti le associazioni possono solo intervenire per determinare leggi o provvedimenti che riguardano tutti, segnalare le violazioni, etc. ma non potranno mai sostitutirsi alle iniziative che spettano ai singoli. Forse vogliamo tacere su quanti mettono in difficoltà il collega per prendere un viaggio in più? Ci siamo già dimenticati dell’esperienza della legge sulle tariffe obbligatorie che prevedeva prezzi al chilometro. Chi se non operatori del settore si offrivano a prezzi inferiori? Chi se non certi censori pur di ottenere un contratto garantivano al cliente di girare loro le riduzioni o gli incrementi dei prezzi che le associazioni magari riuscivano ad ottenere dal Governo? Ci ricordiamo la fiscalizzazione degli oneri sociali, le spese non documentabili, gli accordi di settore? etc etc.
    Esiste una situazione dove c’è qualcun altro che pensa per il singolo. E’ dove esiste uno Stato che ti assiste dalla culla alla tomba. Non mi pare che chi ha vissuto quella esperienza sia stato, o lo sia, così felice di viverla o di averla vissuta.
    Vedi, Marco, come sulla carta sia facile trovare le soluzioni. In fondo basta puntare il dito sul lavoro degli altri e il proprio problema è già risolto. Le colpe non sono tutte dei sindacalisti, dei politici, come non lo sono tutte degli autotrasportatori, ma sono di tutti noi messi insieme che dovremmo imparare a comprendere come si muovano realmente le cose che, proprio perchè dipendono dagli essere umani, non sono perfette. Occorre, insomma che ognuno si impegni al massimo per fare ciò che è più giusto per tutti; invece la nostra natura umana pensa che quando ha risolto i propri problemi le cose siano giuste, anche se a pagarne le conseguenze sono altri.

  26. Denunciare, denunciare alle autorità, alle associazioni, denuncie anche delatorie, perchè è giusto stanare e rovinare chi fa dell’abuso, dell’illecito, dell’illegalità il proprio punto di forza. Sentito il Sig. Artoni, mi domando e penso..: se ritiene giusti i “costi minimi”, di legge, emanati, sanciti e calcolati dal ministero, vuol dire che pagando per i costi minimi, come da tabelle redatte dal ministero, sono a posto e “salvo” con il mimale e le sanzioni! Giusto? Ma io, trasportatore, se lavoro in ossequio ai costi minimi faccio da sponda al committente che è a posto con la legge sui costi minimi, ma Io Imprenditore, con queste tariffe di costi minimi, con volumi scarsi di lavoro, e magari senza venire pagato per i servizi accessori (la legge non prevede, o almeno prevede solo due accessori) io, alla fine dell’anno ho lavorato per pagare spese di produzione, costi vivi, tasse, commercialista.. e basta!! O non é, o sarà, cosi?

  27. Denunciare? Vorrei capire prima quale potrebbe essere l’iter seguito dall’autorità. Caso: denuncio un concorrente perchè credo che le sue tariffe siano inferiori ai costi minimi. L’autorità (ammesso che si voglia attivare e comunque nei tempi che ritiene utili in base alle altre incombenze in corso) effettua un controllo. L’indagato dichiara che la tariffa si riferisce al trasporto di sola andata (non è però vero perchè il vettore è anche ritornato, magari a vuoto). L’autorità potrebbe fermarsi qui perchè la tariffa è congrua con i costi minimi oppure potrebbe continuare verificando altri dati: fatture di ogni cliente, kilometraggio effettuato (non è detto che sia indicato in fattura) bilancio annuale. Quanto tempo e quante risorse occorrerebbero all’autorità per portare avanti un controllo di questo genere? Qualcuno vorrebbe dirmi se quello prospettato potrebbe essere uno scenario realistico?

  28. So di essere noioso ma riporopongo una mia idea: rendiamo obbligatoria l’indicazione della classe di peso del veicolo, dei KM e del costo minimo del viaggio sulla fattura. Se questi dati non ci sono o se l’importo fatturato è inferiore al costo minimo l’iva della fattura diventa indetraibile. Non so se sia tecnicamente fattibile ma se lo fosse a questo punto si responsabilizzano tutti gli attori della filiera e basterà il timore una visita della finanza (sempre assetata di nuovi introiti) che possa richiedere l’iva indebitamente detratta per fare arrivare ai costi minimi chi attualmente non riesce.

  29. La proposta di Roberto e’da analizare a fondo da parte di qualche esperto. L’unica controindicazione mi sembrerebbe l’eccessiva burocratizzazione del sistema, dovremo mettere a bordo oltre all’autista un impiegato per gestire fatture bolle etc etc. Una riflessione va fatta. Resta sempre l’arma infallibile di non fare viaggi a clienti che non ti pagano quello che tu chiedi!!!

  30. Cari colleghi agite da soli, io sto utilizzando art.83 bis contro i committenti che hanno usufruito della mia azienda, sto ulilizzando un bravissimo legale di Verona, i risultati sono esaltanti. È meglio perdere un cliente o due o tre …che continuare a produrre debiti. Ciao a tutti

  31. Il sign. Artoni parla bene e razzola male, visto che lavorando per l’Artoni spa non vengono rispettati i costi minimi anzi ti fanno lavorare il doppio, hanno iniziato a fare turnover e il compenso è sempre quello. Uno di voi ha detto una cosa giusta PAROLE PAROLE PAROLE. Tanto a noi piccoli non ci vede nessuno, dal nord al sud, e le associazioni per quanto brave che siano non si scomodano per aiutarci. Ad una riunione della Confartigianato ho chiesto se un delegato o un funzionario della guardia di finanza venisse con me a far rispettare i costi minimi a questi grandi corrieri ma come sempre la risposta è sfumata nell’aria… Hanno paura e intanto noi ci rimettiamo per far ingrossare loro…

  32. Belle parole, peccato che una ben precisa impresa (il nome comincia per A e finisce peri……..) stia mettendo in ginocchio leaziende pagando le fatture ai committenti solo in parte negli ultimi tre mesi, prima all’85per cento ora al 70 per cento. Altro che costi minimi!

  33. Buona sera angelica, a breve sarò un fornitore di questa impresa di cui parla. lei vede in questa azienda gravi problemi di pagamenti? potrebbe saltare? sarebbe meglio starci lontano? la ringrazio per la risposta. un cordiale saluto

  34. Certo, i costi minimi riferiti ai chilometri ci sono. L’unico problema è che un padroncino che collabora con Artoni facendo 160/180 km al giorno prende non piu’ di 150 euro al giorno quando va benissimo, altrimenti 120/130 euro al dì. Inizia alle 7 del mattino fino alle 7 di sera interrompendo dalle 12,30 alle 13.00. Deve compiere operazioni che non gli competono ossia il carico e lo scarico della merce presente in magazzino, compiere non meno di 40/50 stop, consegnare la merce in cantina o ai piani… se sommiamo le ore (più di 11 al giorno) oltre ai servizi non dovuti altro che costi minimi per la sicurezza, speriamo che chi di dovere legga e si attivi.

  35. Non penso che la miglior arma per combattere l’illegalità sia mai stata una tariffa. Qualcuno a mio modo di vedere confonde le tariffe con le regole. La storia del trasporto italiano dice che con le tariffe obbligatorie (la 298 per chi la ricorda) le aziende che si arricchirono furono quelle con capitali di origine dubbia e meno rispettose delle regole nella gestione, non quelle sane e che stavano alle regole. Sappia l’Unatras e tutti quelli che sponsorizzano i costi minimi che non stanno facendo altro che tirare la volata a chi le regole non le ha mai rispettate e mai le rispetterà. Il problema sta nei controlli, nei processi e nelle condanne da eseguire per chi le regole non le segue. Nel nostro settore c’è chi fallisce e rinasce più volte, c’è chi evade l’Iva, non paga i contributi o peggio ancora riesce ad avere gli incentivi del governo per le assunzioni da liste di mobilità nate dalla sera alla mattina… Ci sono i processi in alcuni casi, ma i tempi della nostra giustizia li conosciamo bene. Quindi il furbo si muove benissimo. Il problema non sta nella tariffa, sta negli strumenti con cui vogliamo combattere l’illegalità. Sarei lieto di combattere fianco a fianco dell’Unatras per questo tipo di battaglia ma non per illudere il prossimo….

  36. Mi scappa da ridere, sono nel trasporto da 27 anni e ho visto cosa è stato fatto dai grossi nomi e aziende scellerate a distruggere il nostro settore. Padroncini sottopagati a cui si chiede oltre al massimo della resa di essere in regola, Durc Asseverazione e buste paghe full time, commerciali e aziende che sbragano le tariffe pur di portare fatturati che non sono altro che costi per la loro gestione e potrei andare avanti per ore. Che inizino a sedersi ad un tavolo i grossi e diano un segnale concreto compreso adeguarsi a livello Europeo sulla porcata del mercato dei bancali Epal che dovrebbero essere considewrati imballo e lasciati con la merce ai destinatari. Scusate ma sono veramente disgustato , purtroppo è il mio lavoro e vorrei vedere dei cambiamenti.

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