Tragedia in Abruzzo, camionista trovato morto nel camion bloccato dalla neve

Il gelo ha provocato un’altra vittima. Un camionista è infatti stato trovato morto questa mattina nella cabina del suo mezzo. Il camion era incolonnato sulla superstrada del Liri, vicino ad Avezzano, in Abruzzo, a causa della neve.  

Secondo il sito agi.it, la vittima è un uomo di 68 anni, di Bologna. “Per accertare le cause della morte”, si legge, “sono intervenuti gli agenti del commissariato di Avezzano che stanno cercando di portare sul posto il medico legale”.

 

7 risposte a “Tragedia in Abruzzo, camionista trovato morto nel camion bloccato dalla neve

  1. Debbo dire che sono rimasto piuttosto deluso e sconcertato dalla mancanza di solidarietà umana nei confronti del collega morto mentre attendeva di poter rirpendere la circolazione, bloccata per decisione delle autorità preposte. C’è da sperare che la disposizione di blocco sia suffragata dalla vera necessità determinata da eventi atmosferici e condizioni stradali problematici. Un uomo comunque ha perso la vita e una famiglia è rimasta più sola. E’ possibile che nessuno si senta di dover rivolgere un pensiero a questo uomo/collega scomparso? Nessuno che chieda di rivolgere una preghiera in suffragio del defunto? Essere categoria vuol dire anche questo. Un invito quindi di rivolgere un pensiero in suffragio di chi lavorando ha concluso la sue esperienza di vita. Magari se fosse stato a casa propria non sarebbe deceduto.

  2. Il presidente Fai ha ragione a richiamarci tutti a un gesto di solidarietà nei confronti di uno di noi che è mancato sul lavoro. Per lui non ci sarà il “commosso ricordo del nostro presidente Napolitano”, già perchè è passata sotto silenzio questo decesso? Non merita rispetto il lavoratore camionista?
    Vorrei poi sapere se il divieto di circolazione che ha costretto il collega era motivato oppure no. Se, per esempio, l’automezzo aveva le catene a bordo o le gomme da neve, se le condizioni stradali erano realmente di impraticabilità o erano mediatiche (e’ successo in diverse località). Spero che la magistratura indaghi anche sul fatto se era in atto il “filtraggio dinamico” previsto da un protocollo neve che, se non sbaglio venne realizzato proprio quando il presidente Fai era uomo di governo. Sono tante domande e riflessioni che resteranno senza risposta purtroppo. L’unica cosa certa è che un nostro compagno è morto e la sua famiglia ha perso un riferimento importante. Una prece almeno, visto il silenzio di altri, rivogiamola almeno noi.

  3. Cordoglio per una persona morta sul lavoro e per la sua famiglia. Non posso non osservare che, di fronte a gente che si lamenta perchè dovra andare in pensione a 61/62 anni, quest’uomo, alla considerevole età di 68 anni, per andare avanti stava ancora facendo un lavoro pesantissimo che oltretutto lo Stato non considera nemmeno usurante.

  4. Morire lavorando tutta una vita, per mantenere pensionati di 50’anni che nella loro vita non hanno nemmeno faticato la metà di questo collega, è una vergogna che in un Paese che si vuole definire civile non dovrebbe accadere. Ma si sa, in Italia per fare le cose c’è prima bisogno di qualche sacrificio.

  5. Certo signor Uggè che un pensiero l’ho fatto per questo lavoratore autotrasportatore. L’ho fatto nel silenzio della mia cucina, all’interno della mia anima. E il pensiero è andato la perchè, al motivo e alle condizioni di lavoro a cui doveva sottostare, a tutti i livelli. Provi a pensare, come ben ha detto: “se fosse stato a casa propria non sarebbe successo”. C’è andato, al lavoro, per neccessità, per obbligo, per costrizione, per senso del lavoro e del servizio? Chi lo sa ? So solo che a quella età c’e gente che è stanca di stare in pensione. Allora mi dica: perchè non promuovere un encomio e una menzione, con tanto di assegno alla vedova, al valor civile italiano come martire del lavoro per il suo esempio e dedizione? Perchè non promuovere una richiesta di legge per il riconoscimento dell’autista professionale (patente d-e) come lavoro usurante, con conseguente bonus di un anno di contributi, ogni 5 di guida effettiva? Io attendo iniziative, da ogni colore, sigla e ceto sindacale per promuovere questa petizione… E ne avrei altre da dire. Altro che la sicurezza sulla strada, a slogan.Il pensiero ce l’ho messo, in ritardo ma ce l’ho messo, qui.

  6. Giorgio, siamo in Italia… Sarebbe troppo bello, mentre persone oneste devono “per forza” stare dietro ad un volante fino a 67 anni ci sono altri che lavorando 15 anni si godono anche la pensione di queste persone.
    Inutile fare comizi sulla sicurezza, se poi succedono queste cose.

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