Trasportounito organizza lo sciopero, ma i camion del suo presidente non si fermano

Nella foto postata su Facebook dal Corriere dei Trasporti si vede un camion uscire, carico, da un’azienda. Niente di strano, se non si trattasse di un mezzo della ditta Autotrasporti Franco Pensiero, l’azienda del presidente di Trasportounito, la sigla che ha proclamato lo sciopero dei Tir di questa settimana. Una foto (clicca qui per vedere) che in breve tempo ha fatto il giro del web, tra condivisioni e commenti.

“Buffo!! Il presidentissimo di Trasportounito, Franco Pensiero, mentre incontra Bossi e mette l’Italia in ginocchio con il fermo dei mezzi ha comunque fatto girare i suoi mezzi che hanno regolarmente caricato presso una vetreria. Il fermo vale per tutti ma non per lui”, spiega il Corriere dei Trasporti postando la foto su Facebook. E, poco dopo, sempre sul social network, il Corriere dei Trasporti (clicca qui per vedere la pagina) rilancia: “Continuiamo a ricevere notizie sull’intensa attività di trasporto di Franco Pensiero e dei suoi mezzi nonostante abbia organizzato con la sua Trasportounito il fermo nazionale dei mezzi. I suoi mezzi vanno e vengono da Carcare a Cairo Montenotte con la scusa che la vetreria lavora a ciclo continuo. Tra gli addetti si sa comunque che la produzione si può ridurre e immagazzinare il prodotto nello stabilimento. La foto è stata scattata alle ore 10 circa del 26-01-12. Come scusa è stato detto a chi ha chiesto spiegazioni che è stato precettato. Un vero duro!”.

11 risposte a “Trasportounito organizza lo sciopero, ma i camion del suo presidente non si fermano

  1. Se notizia è vera …. non so se i suoi associati potranno ancora sentirsi tali … a loro la strada, il fermo il rischio di prendere botte e una settimana infernale a lui la vergogna di aver approfittato strumentalmente di tanta disperazione….INCREDIBILE!!!

  2. Dovete dimostrare il contrario perche se la notizia è vera fate propio schifo……………………

  3. Mi sembra assurdo!!! Lui si erge a paladino dei trasportatori in difficoltà incitandoli alla protesta e poi lui stesso fa il crumiro? Non ci credo.

  4. Se è così e pare sia così, credo che sia un fenomeno! Ma non è certametne l’unico, purtroppo nella nostra categoria e non solo ci sono sempre più fenomeni che dovrebbero essere posti al pubblico ludibrio per restaurare una moralità perduta.

  5. Il signor Pensiero oltre a vergognarsi, spero che sia chiamato con il suo fido segretario Longo, a rispondere di questa inutile settimana di danni per il paese e anche per quel poveraccio mandato a morire a Asti. Personaggi che usano la disperazione e la disinformazione per farsi gli affari loro devono rispondere davanti alla giustizia oltre che davanti a tutti i trasportatori.

  6. Niente di nuovo sotto il sole, era così prima, è così oggi e sarà così dopodomani. Come disse quel tale famoso: alziamoci e andate a lavorare.

  7. E’ strano come certi personaggi debbano rappresentare questa categoria e riescano a riciclarsi continuamente. Erano tutti membri di CNA e hanno legiferato, insieme a altri soggetti e associazioni, per la liberalizzazione delle licenze, l’abrogazione delle tariffe forcella e hanno contribuito attivamente allo sfascio di questa categoria. Ora gli stessi personaggi e soggetti con incapacità conclamata ci dicono “scusate ci siamo sbagliati e adesso vi diciamo di lottare per far approvare le tariffe minime di sicurezza”. Ergo le tariffe a forcella. Il fatto e’ che stanno riproponendo una legge fatta bene, con una che non e’ assolutamente chiara. Cari dirigenti, segretari, coordinatori e politici dovete fare poche cose e farle subito, perché la crisi di molti Paesi e’ iniziata proprio per causa del fallimento dei trasportatori. Ripristinare la 285 (tariffe forcella) battezzandola tariffe minime di sicurezza”, almeno vi piace di piu’. Adeguare le tariffe di allora ai costi odierni, sospendere per un anno il pagamento dell’Irpef e per sempre l’Irap che per questo specifico settore incide per il 10 per cento del fatturato. Fatto questo potete eliminare tutte le agevolazioni (accise, sconti autostradali ecc.) perché questi costi DEVE PAGARLI LA COMMITENZA e non la comunità.

  8. Non voglio passare per il difensore d’ufficio di nesuno ma permettetemi di evidenziare come nelle azioni di fermo siano previste delle deroghe per trasporti che abbiano a che fare con determinate categorie deboli o con l’interesse pubblico. Non so se questo sia riconducibile all’argomento in questione ma forse prima di criticare una verifica andrebbe fatta.

  9. Una cosa è certa… se lavori in regola non hai speranza. Serve a poco dire ai clienti che sotto una certa soglia si sta girando sottocosto. Chi paga, se risparmia, non si pone certamente degli scrupoli.

  10. È vero sig. Uggè che bisogna garantire i servizi vitali, basilari e inalienabili, per vivere e per le categorie deboli. Come è vero, che c’è sempre chi fa il furbo, durante i fermi, pur di lavorare, quando ne ha di lavoro. Per poi magari lamentarsi dei committenti che non pagano e dire in giro che bisogna fermarsi perchè cosi’ non si può lavorare sottocosto. E pochi hanno la coerenza, e la forza, mentale, fisica, economica, di fermarsi quando i conti non tornano in casa propria, senza aspettare qualcuno che vada a dirgli quando bisogna fermarsi per chiedere aiuto allo stato. I servizi si pagano, per il giusto impegno; e paga chi ordina i servizi. E non chiudere in attivo le attività solo perchè il guadagno lo fanno sui costi tagliati del trasporto.

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