Russo: “Ma quale sciopero nazionale? Dal 23 gennaio si fermeranno pochissimi Tir”

“Dal 23 al 27 gennaio non ci sarà nessun blocco nazionale dei tir, ma semplicemente un’azione di protesta organizzata da un’associazione di categoria minore, che rappresenta una bassissima percentuale di autotrasportatori,  mentre le 10 più importanti federazioni nazionali hanno ribadito la sospensione della protesta. E questo dopo che il Governo non solo ha assunto importantissimi impegni ma ha già trasformato alcuni di quegli impegni in fatti concreti, approvando, all’interno del decreto legge in materia di infrastrutture e trasporti, la disposizione per il recupero trimestrale delle accise e approvando  il testo condiviso del decreto per l’applicazione delle sanzioni dell’articolo 83 bis sui costi di sicurezza, che diventerà ufficiale nella prossima settimana”.

Ad affermarlo è Pasquale Russo, segretario nazionale di Unatras. “I responsabili di Trasportounito hanno dichiarato che non esistono le condizioni per sospendere il fermo nazionale dei servizi proclamato dal 23 al 27 gennaio, ma è bene che la gente sappia che quell’associazione rappresenta solo una piccolissima parte del mondo dell’autotrasporto e che è dunque assolutamente fuorviante parlare di fermo nazionale. Sarebbe come se a uno sciopero non aderissero Cgil, Cisl e Uil… “

12 risposte a “Russo: “Ma quale sciopero nazionale? Dal 23 gennaio si fermeranno pochissimi Tir”

  1. Caro Russo, se Lei farà bene il suo lavoro è probabile che la piccolissima percentuale rimanga tale, diversamente spero che lei ne risponda e che la percentuale piccola diventi sempre più grande. In ogni caso portate a casa risultati perchè le imprese sono agli sgoccioli. Portate a casa i costi minimi, inventatevi un modo per farli funzionare e recepire dalla committenza, fate in modo che capiscano la pericolosità di certi soggetti che lavorano sottocosto… Saluti

  2. Caro Guido, pur ritenendo si possa fare sempre meglio,fino ad ora ritengo sia grazie al lavoro delle associazioni se abbiamo dei costi minimi e se siamo riusciti a mantenerli. Il compito delle associazioni è di creare le condizioni per un evoluzione della categoria mediante proposte di normative che migliorino le condizioni delle sicurezza e del lavoro.Ritengo però, ora che i costi minimi sono stati salvati (speriamo) e rimangono legge dandoci un arma potente per risollevare le nostre aziende, che sia compito del trasportatore farli rispettare. Cosa pretendiamo dalle associazioni che vengano dai nostri clienti a trattare per noi? Le mandiamo anche a trattare per l’acquisto del camion, delle gomme, del gasolio o per assumere gli autisti?
    Se qualcuno ci porta via il lavoro scendendo sotto i costi minimi o utilizzando i 1000 quintali illegalmente, siamo noi o l’associazione che deve DENUNCIARLO anche se è il collega della porta accantoSvegliamoci, ora le armi le abbiamo e anche se sarà molto molto dura se cominciamo ad usarle tutti vedrete che i risultati non mancheranno.Se non lo faremo cosa ci aspetta l’abbiamo ben chiaro tutti.

  3. Caro Guido, permettimi una critica costruttiva, tu dici (con tanta amarezza e ti capisco perché faccio il tuo stesso mestiere e sto faticando molto a portare a casa la pagnotta ): “Fate in modo che…”. Portate a casa… “. A me proprio non piace nemmeno un po’ sta’ affermazione, siamo noi che rappresentiamo le associazioni degli autotrasportatori, qualsiasi sia quella a cui noi stessi siamo iscritti. Noi autotrasportatori dobbiamo cambiare atteggiamento e partecipare di più a quelle che devono essere le decisioni e i suggerimenti da dare ai nostri vertici. Noi dobbiamo dare il nostro supporto a chi ci rappresenta ai tavoli che sono imprenditori del trasporto come noi. Dobbiamo finirla di pensare che siano sempre gli altri che ci devono trovare la soluzione per farci andare avanti, dobbiamo cambiare mentalità altrimenti le associazioni, in pratica noi, possiamo ottenere tutte le più belle norme del mondo, quelle che ci cambiano la vita, ma se non le mettiamo in pratica per primi cominciando proprio dal modo di lavorare delle nostre aziende, tutto andrà a finire come le famose tariffe a forcella, la miglior legge che l’autotrasporto avesse ottenuto negli ultimi 30 anni e che tutti sistematicamente non rispettavano, nemmeno noi. Adesso che non l’abbiamo più, tutti la rimpiangono, è stata cancellata senza aver ottenuto nulla in cambio prima di farlo. Attenzione però: anche l’83 bis è legge, non perfetta, ma legge… guai a chi ce la tocca se in cambio non c’è una contropartita che ci tuteli in egual modo a difendere la nostra e l’altrui sicurezza. Quindi caro Guido, non FATE FATE FATE, ma impariamo a dire FACCIAMO FACCIAMO FACCIAMO.

  4. Cara Simona non credo proprio di essere uno di quei signori che tu dici, sono solo abituato ad essere una persona pratica che si impegna molto e che sostiene chi deve andare a trattare anche per la mia azienda a quei tavoli. Se invece c’è chi pensa che la manna dal cielo scenda da sola… come un miracolo, allora…è proprio comodo così!

  5. Mi scuso con Simona ho capito male, solo dopo aver spedito mi sono accorto che era riferito a Guido il messaggio, è un sabato difficile oggi ho sentito che c’è un’assemblea a Milano organizzata dall’unica associazione che ancora ha confermato il fermo, sapete come sta andando… mi sembra che vogliano far casino.

  6. Non c’è più un cavolo da fare, anzi quel poco che c’è da fare te lo pagano poco. Qui aumenta tutto, vogliono la sicurezza, i mezzi nuovi, ma non si guadagna più niente. Non c’è un governo serio, io credo che sia arrivato il momento di fare un fermo italiano e bloccare tutta Europa per un mesetto, solo così si sistemeranno le cose. La prima cosa che sistemano sarà dimezzare il prezzo del gasolio, poi le aziende riprenderanno a lavorare, etc. etc. Ma non il fermo fatto come quello fatto nel 2007 che non è servito a niente, un fermo trasporti merce a far mettere in ginocchio il governo e tutti i loro parlamentari, a non dargli più i loro vergognosi stipendi.

  7. Potete pensare quello che volete, ma il sottoscritto fa parte di Unatras e partecipa a qualche tavolo. Penso che i nostri delegati a rappresentarci vadano una volta ogni tanto stimolati e il mio “portate a casa” significa che la categoria ha bisogno di questo se non vogliamo chiudere. In ogni caso a ognuno i propri compiti, i trasportatori devono imparare a farsi rispettare, i delegati a rappresentarli devono portare avanti con energia e preparazione le istanze e le richieste che arrivano dalla base e infine i governanti devono emanare leggi funzionali facili da rispettare e da sanzionare. Inoltre, visto che paghiamo le tasse, penso sia giusto che lo Stato intervenga su abusivi e concorrenza sleale in tutte le sue forme. Ultima cosa a Simona: nell’ultimo fermo io ero in prima linea e ci sono fior di testimoni, quindi non permetterti senza conoscermi di dire c….. su di me.

  8. “Cammina per un mese nei mocassini di una persona prima di giudicarla” disse un vecchio saggio indiano. Se non hai mai fatto la doccia in un sudicio autogrill (non tutti sono 5 stelle)…se non ti hanno mai detto “stai lì e aspetta il tuo turno altrimenti puoi pure andare via” e tu buono buono ad aspettare ore ed ore (nonostante una legge sui tempi di attesa che non ti pagheranno mai)….se….se…
    potrei andare avanti per ore con i se…ma una cosa voglio dirtela: se non hai mai fatto il camionista non giudicare…non commentare…parla di cose che conosci.
    Detto questo, mi presento: faccio il trasportatore da oltre trent’anni ed ho visto la mia categoria passare dalle stelle alle stalle.
    Sapete cosa credo? Che la colpa è proprio delle associazioni. Non siamo degnamente rappresentati. Domani (lunedì 23 gennaio) sapete cosa succederà? Che per avanzare richieste (sacrosante) che andranno a vantaggio di tutti ci saranno blocchi e confusioni e pestaggi…e la colpa è solo delle associazioni. Perchè dovreste essere uniti. Decidere tutti insieme che è necessario fermarsi perchè le aziende (quelle oneste) non ce la fanno più ad andare avanti. E invece siete divisi. E fate dividere noi trasportatori.
    Chiudo, non voglio dilungarmi, con una domanda: perchè in Francia il blocco dei tir o è totale o non c’è per nulla?
    E perchè la liberalizzazione delle licenze dei trasportatori è passata in silenzio (per noi era una sorta di “liquidazione”) mentre quella dei taxi ha scatenato una rivolta?
    Ai posteri l’ardua sentenza.

  9. Si fermano pochissimi Tir, infatti stamane ci sono posti di blocco ovunque.Ancora una volta questa categoria di cui anch’io purtoppo ne faccio parte da quattro generazioni ha dimostrato tutta la sua ignoranza e il non saper accettare nessuna regola. Il rammarico piu grande è il fatto che chi stamani a bloccare le strade saranno proprio quelli che per primi disattendono alle tariffe di sicurezza, hanno i dipendenti in nero e chissà forse saranno anche abusivi.
    Finalmente qualcuno è riuscito a far scoppiare la guerra dei poveri. Ne vedremo di belle in questi giorni. Belle nel senso di cose che faranno ridere tutto il mondo. D’altra parte noi siamo abituati a comportarci da pagliacci con i nostri camion con mille luci con la marmitta aperta per dare fastidio alla gente. Poveri…mi fermo qui potrei andare avanti ma penso che tutto cadrebbe nel famoso buco nell’acqua anzi nel gasolio.

  10. Dodicimila fallimenti nel 2011: quante aziende di autotrasporto? Le difficoltà delle banche sono sulle prime pagine di tutti i giornali da mesi, quelle del trasporto merci fanno notizia solo quando si proclama qualche fermo. Per le banche via ai prestiti per rientrare nei limiti degli stress test, per le aziende di trasporto nulla per rientrare negli studi di settore?

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