Uggé: “Chi dice che non va sospeso il fermo dei Tir a che gioco sta giocando?”

“L’esecutivo Unatras ha deciso di rinviare l’attuazione del fermo, sospendendone l’attuazione alla luce degli impegni presi dal Governo e confermati in Parlamento dal ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture Corrado Passera oggi durante il question time. Solo chi è sprovveduto può non considerare la valenza della comunicazione del ministro di fronte all’assise istituzionale. La dichiarazione è più che un fatto concreto, è un impegno solenne. Viene così a cadere miseramente la strumentale dichiarazione di chi sostiene che causa “l’assenza di provvedimenti certi da parte del Governo, non esistono le condizioni per sospendere il fermo.

Ognuno può essere d’accordo o meno sui contenuti, ma la dichiarazione di un ministro in un’Aula parlamentare valgono, se non di più, quanto un protocollo sottoscritto”. Ad affermarlo è il presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè, aggiungendo che “le conferme del ministro dovrebbero far venire meno anche molte delle ragioni sulle quali si regge il blocco in Sicilia. L’eventuale prosecuzione dell’iniziativa non sarebbe altro che la dimostrazione evidente di come  nell’isola si stia giocando una partita diversa, di natura politica, sulle spalle degli autotrasportatori”.

18 risposte a “Uggé: “Chi dice che non va sospeso il fermo dei Tir a che gioco sta giocando?”

  1. Brutta situazione… dopo aver portato i trasportatori quasi all’acme dell’orgasmo, si toglie il finale che, da come avevo letto, sentito e percepito, la maggioranza degli Autotrasportatori aspettava. Ora, dopo avere asciugato la bava, aspetteranno/emo di vedere, nel concreto dei conti aziendali, gli effetti di questa “apertura”.

  2. Facile motivare quello che sta avvenendo in Sicilia come un fatto politico, Lei perché ha revocato lo sciopero? Sicuramente negli interessi degli autotrasportatori, non è vero?

  3. Gioca una partita subdola, che cavalca animi molto caldi, per attivare meccanismi associativi. Il tutto in modo consapevole: basta fare i “bastian contrari” pur di emergere. È la cosiddetta politica delle rendite di posizione da “biglietto da visita”. Pur di poterne esibire uno con scritto “presidente” o “segretario” qualcuno farebbe di tutto, anche prostituirsi. L’esempio “siciliano” è lampante. Cosi come quello di un trasporto “unito o meno”.

  4. Chi vuole lo sciopero ha testa e coraggio, chi non lo vuole sta cascando per l’ennesima volta nella trappola di politici (anche se stavolta sono tecnici) che promettono promettono e non mantengono…..

  5. Chi sciopera rischia solo di digtruggere il lavoro che le associazioni vere (non quelle formate da quattro “Cobas” che rappresentano solo se stessi) hanno fatto in mesi di trattative… Dei sindacalisti estremisti non sappiamo cosa farcene!!!!!

  6. Avete presente gli ultras che allo stadio fanno casino a rovinano il mondo del calcio tenendo lontani dagli stati migliaia di migliaia di tifosi con i propri figli? Ecco, chi sta scioperando oggi mi ricorda quegli ultras, capaci solo di fare danni…

  7. Le motivazioni per la proclamazione del fermo c’erano tutte, la minaccia di eliminazione dei costi minimi, il ricorso al Tar, l’aumento del gasolio, l’accesso alla professione ecc. La sentenza favorevole del Tar, gli impegni del ministro (favoriti sicuramente da un fermo nazionale proclamato e siciliano in atto) ha obbiettivamente cambiato le carte in tavola e la conseguenza non poteva essere che lo spostamento di due mesi del fermo in attesa dell’attuazione o meno di quanto promesso.
    Tante volte le promesse non sono state mantenute ma in questo momento, a mio parere non si poteva fare altro.
    Ai colleghi siciliani, che sicuramente potranno avere ancora più problemi degli altri, dico: adesso che i costi minimi hanno avuto un ulteriore conferma impegnatevi, con la stessa encomiabile volontà con cui state effettuando questo fermo, per farveli pagare e vedrete che non avrete bisogno di chiedere impossibili allungamenti dei tempi di guida (come ho letto).

  8. È vero che molti trasportatori avrebbero aderito a questo fermo ma, dubito caro Giorgio.m che sarebbe stato “l’acme dell’orgasmo”. Un imprenditoria che possa definirsi seria deve ritenere il fermo per una settimana un “sacrificio” che se necessario va fatto, ma che non si trasformerà sicuramente in un momento ludico da effettuare ad ogni costo.

  9. Caro Rino, la risposta alla sua domanda è semplice. L’esecutivo della Conftrasporto e l’Esecutivo della Unatras hanno ritenuto che, grazie all’azione portata avanti dalle federazioni dell’Unatras (quindi compresa la dichiarazione di fermo che ha determinato un cambiamento significativo del comportamento del Governo che prima non voleva neppure ricevere i rappresentanti del trasporto e poi si è presentato con il vice ministro Ciaccia e in Aula alla Camera con il ministro Passera per relazionare sugli interventi che il Governo ha effettuato e che saranno nei prossimi giorni esecutivi – le consiglio di leggere sul sito l’intervento del ministro Passera – ) vi erano le certezze necessarie per sospendere e spostare l’esecuzione del fermo di sessanta giorni. Se Lei voleva far credere che le ragioni sono altre ha sbagliato indirizzo. Saluti

  10. Egregio dottor Uggè, sicuramente avremo modo di approfondire l’argomento domenica a Nola. Quello che le vorrei dire è che la nostra azienda vive con dignità da 29 anni, ma quello che è successo in questo ultimo anno, dove abbiamo perso dignità e storia, è una cosa indescrivibile, questa è una situazione che appartiene non solo a noi ma a migliaia di aziende come la nostra e Lei lo sa benissimo. Saluti a lei dottore.

  11. Penso che le associazioni di Conftrasporto e Unatras abbiano fatto tutto il meglio che si poteva fare, e vanno ringraziate. Resta il fatto che dopo tanti brutti colpi e promesse non mantenute, dare ancora 60 giorni di tempo mi sembra un po’ troppo. Quante aziende chiuderanno in 60 giorni ancora? Se si vuole i tempi devono essere molto piu’ brevi. Se si allungano non ci crediamo piu’ e ne abbiamo tanti di precedenti. Diteci almeno come pensate di poter far pagare i costi minimi di sicurezza, senza che dobbiamo denunciare chi non c’e li da’,tanto se ne fregano, e il cancello non si apre piu’, come mi e’ gia’ successo. Incoraggiateci un po’, coi fatti, e poi si puo’ migliorare. Tanti salutoni.

  12. Caro Paolo Uggé come mai il governo non vuole ricevere i rappresentanti dell’autotrasporto? Con questo governo stiamo in pieno comunismo che disastro. Tra sessanta giorni il gasolio lo porteranno a 2 euro a litro quindi possiamo attendere al fallimento.

  13. La sicurezza non è uno scherzo, mi auguro quindi che nessuno giochi su questa cosa. Invito chi dovesse giocare su questi argomenti a farsi un esamino di coscienza. Gli autotrasportatori devono pagare le tasse in cambio devono ricevere la possibilità di lavorare senza avere concorrenti che operano al di fuori delle regole. La collettività è giusto che veda in giro gente che sa come si usa un camion, che sa come si lavora e che sia abbastanza riposata e lucida da non creare problemi. Quindi cari dirigenti di Unatras e cari politici cercate di fare delle cose che un giorno vi renderanno onore. Un saluto

  14. Bisogna trovare il modo che la committenza sia obbligata a pagare i costi minimi della sicurezza, pena sanzioni che triplicano il dovuto, originario, al trasportatore. Magari tramite controlli della finanza! A seguito di denuncie al 117. Poi però quando l’autotrasportatore sbaglia, nelle ore di guida e di riposo, nella manutenzione del veicolo, nella guida sotto l’effetto di droghe o alcool revocargli immediatamente la licenza. Solo cosi sani il trasporto in Italia.

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