Palenzona al Giornale: “Incomprensibile il no di Confindustria sulla sicurezza”

I costi del trasporto su strada sono “una battaglia di Civiltà”  e il no di Confindustria è incomprensibile. Così Il Giornale ha intitolato l’intervento firmato da  Fabrizio Palenzona  e pubblicato sul quotidiano diretto da Alessandro Sallusti nell’edizione di oggi a pagina 20.

Un intervento nel quale il presidente di Aiscat sottolinea come “chi critica le disposizioni attuative di legge o è poco informato o cerca quella liberalizzazione selvaggia destinata, appunto, a scaricare sui cittadini le conseguenze in termini di sicurezza e di perdite di vite umane” e come Confindustria sia rimasta la sola ad alimentare le polemiche mentre “le  confederazioni dell’artigianato, del commercio, del mondo della cooperazione, anch’esse committenti dell’autotrasporto, hanno, invece, capito e sostenuto la necessità del rispetto delle regole dalle quali discendono i costi della sicurezza. Che le rappresentanze di importanti committenti tentino di opporsi è comprensibile”, scrive Fabrizio Palenzona, ” ma non condivisibile vista la posta in gioco: la sicurezza dei cittadini. Tutto si regge su un equivoco molto ben enfatizzato: far passare i costi della sicurezza per tariffe obbligatorie. Niente di più deviante”.

14 risposte a “Palenzona al Giornale: “Incomprensibile il no di Confindustria sulla sicurezza”

  1. Ho letto l’articolo su Il Giornale e vorrei applaudire pubblicamente il signor Palenzona per quanto ha detto: quella dei costi minimi è davvero una battaglia di civiltà. Grazie per la chiarezza con cui ha spiegato come stanno realmente le cose e grazie per il coraggio di dire quelle cose, apertamente, in faccia a Confindustria, alla signora Emma Marcegaglia che forse ora capirà meglio la differenza fra costi e tariffe.

  2. Bravo Palenzona, che pur essendo un banchiere di altissimo peso conosce la realtà e ha rispetto per chi lavora. La sicurezza dei lavoratori e dei cittadini non ha prezzo e deve prevalere come principio su tutto. Chi facesse del guadagno l’unico obbiettivo e’moralmente ed eticamente deprecabile. Speriamo che il ministro Passera, anch’egli ex banchiere di alto rango, sia sulla stessa lunghezza d’onda in tema di assoluto rispetto della sicurezza sociale.

  3. La categoria degli autotrasportatori ha bisogno oggi più che mai di figure come quella del dottor Palenzona, capaci di dire le cose come stanno, di chiamare in causa gli “avversari” con nome e cognome, senza girarci attorno come hanno fatto altri timorosi, senza inutili timori riverenziali. Chi oggi osteggia i costi minimi perla sicurezza, come sta facendo l’associazione guidata dalla signora Marcegaglia, va combattuta apertamente. Senza se e senza ma. È davvero una questione di civiltà…

  4. Finalmente qualcuno, il “banchiere camionista” Fabrizio Palenzona, dice le cose chiaramente, una volta per tutte. Un grazie di cuore ad Alessandro Sallusti e al grandissimo Vittorio Feltri per aver dato voce agli autotrasportatori su un tema così importante, ma la cui importanza non è stata evidentemente compresa da altri giornali che invece di preoccuparsi della vita della gente sulle strade si preoccupa di gossip…

  5. Spieghiamo la differenza fra costi e prezzi solo agli industriali o anche all’Antitrust e già che ci siamo anche al TAR del Lazio?

  6. Stamattina Feltri ha riacquistato un lettore che aveva perso… Complimenti per il titolo “Quanti poveri in Mercedes”, dategli addosso, non mollate…

  7. Tutto bello, tutto vero, ma secondo me oggi il signor Palenzona ha ricevuto più chiamate per l’articolo pubblicato, sempre sul Giornale, a pagina 19…

  8. Trovo sia incomprensibile anche l’indisponibilità del ministro dei Trasporti a un incontro. Spero vivamente che risponda alla lettera appena inviata da Unatras. Forse si doveva provare con un semplice telegramma, come quello della Rete Armida (alte professionalità femminili della pubblica amministrazione) al quale tutti i ministri, compreso il Primo, hanno risposto immediatamente. Sarà solo questione di stile???

  9. Caro Marco, non e’ questione di spiegare agli industriali o a chi li rappresenta la differena tra costi e tariffe. Lo sanno benissimo. Cio’ che non sanno e’ il rispetto etico della vita umana. Per loro conta solo il profitto in barba a tutto. Se capita il morto tanto c’e’ l’assicurazione e con i soldi lucrati, si pagano buoni avvocati che risolvono le cause. Dobbiamo solo sperare che come si e’ sempre detto ” ci sia un giudice a Berlino”!!!

  10. Ma ragazzi, sapete perche’ Confindustria non vuol sentir parlare di costi minimi? Perché in genere le aziende ad essa associate pagano il trasporto al di sotto del 30o 40 per cento, quindi dover pensare di aumentare come minimo le tariffe del gap attuale per pareggiare i costi della sicurezza, per loro non e’ accettabile.

  11. Luca, anch’io sono convinto che gli industriali sappiano benissimo la differenza fra costi e prezzi, così come sono convinto che gli autotrasportatori sappiano benissimo che dietro le belle parole sulla sicurezza si celi il desiderio di riportare dei costi obbligatori che, sommati al guadagno aggiunto dalle imprese di autotrasporto, riporterà di fatto alle tariffe obbligatorie… Ognuno racconta la sua favoletta, si tratta solo di capire chi la racconta meglio…

  12. Non è questione di favoletta: con il gasolio a 1,670 nelle migliori ipotesi, e un veicolo che, per farla breve, e una media, fa 4 con un litro, chi si può “sentire” trasportatore, a viaggiare a 1,00 euro /km, quando va bene!? Ammesso che paghino come detto. Il costo, solo gasolio, incide per il 40 per cento! E TUTTO IL RESTO ? E il guadagno ? Gli industriali fanno voce grossa perchè ci sono solo smidollati in giro, che gli basta viaggiare. Se uno sa fare, ma deve sapere fare, almeno, quattro più quattro, meno due! Due conti non servono tante chiacchere, ne invocare sigle, ne unità , ne lotta: basta solo intelligenza per porre ragionevoli e fondate opposizioni e prese di forza nei confronti dei committenti.

  13. Giorgio, noi facciamo la tratta Campania-Sicilia, la media con un litro di gasolio è di 2.2 dimmi: come ci dobbiamo sentire noi…

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