“Caro ministro Fornero, non faccia più versare lacrime per nuovi morti sul lavoro”

“Caro ministro Fornero, il 4 dicembre scorso lei è scoppiata in lacrime, in tv davanti a tutto il Paese, pronunciando la parola sacrifici. Oggi io, a nome di tutte le madri e i padri,  le mogli e i figli, i fratelli  che hanno versato e versano lacrime di dolore per un proprio caro morto sul lavoro, a nome di quelle vedove e di quegli orfani costretti a fare terribili sacrifici perchè in casa non c’è più chi provvede alla famiglia, le chiedo di fare di tutto perché sempre meno persone debbano versare lacrime e fare sacrifici…” Inizia così l’appello che Doriano Bendotti, segretario provinciale della  Fai (la federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo ha deciso di rivolgere a Elsa Fornero, ministro del Welfare…

incapace di resistere ai singhiozzi durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo Govero guidato dal presidente del Consiglio Mario Monti. Un appello che Doriano Bendotti, da sempre schierato in prima linea nella battaglia per ottenere che anche i camionisti morti sulle strade vengano finalmente riconosciuti vittime del lavoro, ha deciso di lanciare, proprio attraverso Stradafacendo, dopo aver letto un altro appello rivolto al ministro Fornero: quello affidato a  facebook da Graziella Marota, di Porto Sant’Elpidio (Fermo), mamma di Andrea, morto a soli  23 anni in un incidente sul lavoro avvenuto nella fabbrica in cui lavorava. “Ministro, cosa farà perché non accada più?”, ha scritto la madre nel messaggio poi ripreso dal Corriere della Sera; “ministro cosa intende fare per far sì che questo non accada più ne nelle fabbriche, ne nei cantieri edili, ne tantomeno sulle strade dove gli autotrasportatori lavorano,cosa intende fare per dimostrare agli italiani che le sue lacrime erano vere, che lei non vuole davvero più dolore e sacrifici?”, rincara la dose Doriano Bendotti.  Che aggiunge: “quando ho letto il grido disperato della mamma di Andrea ho pensato alla lacrime di dolore versate da tante altre madri e padri, da tanti parenti e amici per aver perso un loro caro, ucciso dal lavoro. E pensando alle lacrime del ministro, ho pensato che forse saprà battersi   affinche’ la sicurezza sul lavoro trovi in lei,  come nel presidente Giorgio Napolitano, due pilastri irremovibili di riferimento”.

Nell’appello rivolto al responsabile del Welfare il segretario provinciale della Fai di Bergamo ha anche ricordato che “ogni tre giorni in Italia una persona perde la vita lavorando e un terzo delle morti sul lavoro appartengono al mondo del trasporto, quel mondo che la grande committenza vorrebbe continuare a far vivere fra mille pericoli  rifiutandosi di accettare la sacrosanta legge dei costi per la  sicurezza. Una legge”, conclude Doriano Bendotti, ” fatta per non far piu’ piangere centinaia di  mamme, mogli e figli  disperati per la perdita assurda di un figlio, di un marito, di un papà. Graziella Marota nella sua lettera inviata al ministro nei  giorni delle feste di Natale, quando l’atmosfera della ricorrenza rende più acuto il dolore dell’assenza e della mancanza, ha scritto che è “inconcepibile e inaccettabile che in un Paese civile succedano ancora questi “omicidi” per risparmiare sulla sicurezza mettendo a repentaglio la vita dei lavoratori.  Una frase che spero faccia riflettere quella parte di committenza che oggi, solo per guadagnare il più possibile, dichiara guerra a una legge fortemente voluta proprio per salvare delle vite umane sul lavoro. In fabbrica come sulle strade.  La nostra associazione nei mesi scorsi ha lanciato una campagna d’informazione che ha per slogan: Chi vuole risparmiare sulla sicurezza uccide anche te, digli di smettere”. Un messaggio che spero faccia riflettere il ministro Fornero e risparmia tutti un fiume di lacrime”.

5 risposte a ““Caro ministro Fornero, non faccia più versare lacrime per nuovi morti sul lavoro”

  1. Qualcuno (a cominciare dal signor presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) dovrebbe davvero spiegarmi perché se uno muore lavorando in fonderia è una vittima del lavoro e se muore guidando un camion che trasporta i lavorati di quella fonderia è solo un poveretto morto in un incidente stradale… Ma che razza di Paese siamo?

  2. Presidente Napolitano, presidente Monti, ministri, senatori, parlamentari…. Vi rendete conto che abbiamo dei morti sul lavoro di serie A e dei morti sul lavoro di serie B? E questa vi sembra democrazia? Questa vi sembra giustizia? Per quanto tempo ancora vorrete rendervi complici di tutto questo?

  3. Ma pensate davvero che questa gente pianga o si rattristi per i morti sulle strade o in fabbrica? Questi piangono solo perche dandoci meno soldi ce ne possono rubare meno. Condottieri di banche o finanziarie ecc. pensano solo a san denaro. Non piu trattativa ma lotta fino alla fine, vediamo chi cede. E voi nostri condottieri non cedete, fatelo anche per tutti i nostri colleghi caduti sulla strada. Glie lo dovete. Un caloroso buon 2012 a tutti.

  4. La legge sui costi minimi va assolutamente mantenuta, anzi pubblicizzata facendo in modo che anche i committenti finalmente riconoscano che non si può andare avanti sfruttando i poveretti che non possono nemmeno rifiutarsi di lavorare sottocosto. Bisogna inoltre rivalutare la nostra categoria perchè le persone capiscano che siamo un servizio indispensabile e che pagati correttamente saremmo più professionali e più sicuri per noi e per gli altri e anche meno inquinanti. Speriamo che chi può fare faccia almeno stavolta. Saluti

  5. Qui il disegno è diabolico: si vuole aprire le porte ai vettori stranieri di quelle Nazioni che non pagano i nostri costi, che non possono essere controllate, che fanno sconti agli industriali che abbelliscono i loro bilanci e riducono le loro inefficienze logistiche strozzando il trasporto. Però stiamo attenti che questi camion scorazzano impuniti sulle nostre strade, causano incidenti, spesso le loro assicurazioni non risarciscono i danni e dove si assembrano nascono spesso situazioni di degrado. Se poi vogliamo rilanciare la nostra economia, c’è da sottolineare che questi operatori non spendono niente in Italia, anzi portano la nostra valuta nel loro Paese; perciò invitiamo il mondo industriale, che vive molto sui consumi interni, ad essere più lungimirante, perchè il rispetto dei costi minimi della sicurezza genera meno costi sociali (meno tasse), più lavoro per i vettori nazionali e di conseguenza più ricchezza per tutti.

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