Dieci domande a Mario Monti per capire se davvero ha a cuore la sicurezza stradale

Una pagina intera con dieci domande rivolte al presidente del consiglio Mario Monti per capire quanto stia realmente a cuore al suo Governo dei tecnici la sicurezza sulle strade, la vita di bambini, adulti, anziani. Vite che rischiano di essere messe in pericolo da quella parte della committenza che si ostina a contrastare la legge sui costi minimi per la sicurezza, che non vuole arrendersi all’idea di pagare un prezzo minimo per il trasporto delle proprie merci, pur sapendo benissimo che  sotto quella cifra un’adeguata manutenzione dei tir risulta impossibile , così come risulta impossibile, proprio per mancanza di soldi, mettere al volante conducenti professionisti e non qualche extracomunitario preso per fame. La pagina è  pubblicata nell’edizione del quotidiano Libero, diretto da Maurizio Belpietro, di mercoledì 21 dicembre su iniziativa di Fai Conftrasporto, che da anni si batte per garantire a tutti più sicurezza sulle strade. Una battaglia resa asprissima da una committenza che pur di tagliare i costi (e assicurarsi un maggior guadagno) sembra disposta a mettere a repentaglio delle vite umane.

16 risposte a “Dieci domande a Mario Monti per capire se davvero ha a cuore la sicurezza stradale

  1. Il signor Monti è ovviamente “Libero” di non rispondere alle 10 domande che gli sono state fatte sul quotidiano Libero, ma se non lo dovesse fare ai miei occhi apparirà esattamente come tutti coloro che una volta al potere non si degnano più di guardare in basso, dove vive, fra mille problemi e mille pericoli (soprattutto per strada) il popolino….

  2. Perché gli italiani sono costretti a comprare (e pagare) una pagina di giornale per far parlare di cose che interessano tutti, che mettono in pericolo la vita di tutti sulle strade ogni giorno? Perché i signori giornalisti, categoria sempre meno credibile, queste cose non le raccontano di loro iniziativa? Sui quotidiani nazionali io non trovo traccia di simili notizie, nessuno racconta che c’è una grande committenza che questi costi minimi non li vuole, perché il guadagno dev’essere tutto suo e chissenefrega della vita degli altri….. Forse c’è una signora che spesso si vede in tv che ha amici nei consigli d’amministrazione e fra i direttori di tutti i grandi giornali?

  3. Signor Belpietro, sono un suo assiduo lettore da anni. Compro Libero anche adesso che la nostra azienda è in gravi difficoltà. Ci aiuti a informare la gente che gli autotrasportatori vogliono sicurezza sulle strade mentre chi la combatte, solo ed esclusivamente per avere il portafogli più gonfio, è chi quelle merci le fa trasportare….

  4. È giusto ricordare a Monti gli impegni per la sicurezza di tutti e non solo la tutela degli interessi di qualcuno. Però chi deve vigilare sul rispetto della sicurezza è soprattutto il nostro amato Presidente Napolitano che da sempre si batte per questi principi non negoziabili. Non abbiamo dubbi che anche questa volta non ci deluderà.

  5. Il signor Monti ha accettato di mettersi alla guida del Paese e dunque ha il dovere di rispondere alle domande dei cittadini. Non pretendiamo che risponda subito (ha altre cose da fare, probabilmente ben più importanti) ma pretendiamo una risposta.

  6. Il presidente Monti ha il dovere di rispondere e di far sapere agli italiani se il suo governo si schiera con chi vuole più sicurezza sullle strade, attraverso i costi minimi, o con chi vuol solo far guadagnare la propria industria!

  7. Quanto meno il signor Monti dovrebbe, se non rispondere, dichiarare che l’attività di autotrasportatore è gravoso. Gravoso fisicamente e psicologicamente,per stress, attenzioni, prontezza , lucidità, capacità, integrità; gravoso per gli alti costi di gestione e di manutenimento della attrezzatura del proprio lavoro (camion). Dovrebbe dichiarare e spiegare che, in Italia, oltre il 90 per cento delle merci viaggia su strada; che senza i trasportatori non ci sarebbe economia, commercio, produzione, sviluppo, scambio, benessere, soddisfacimenti personali essenziali ed esistenziali, vitali e imperativi. In poche parole non ci sarebbe niente della merce che si trova nei negozi, perchè ferma nei depositi, nelle fabbriche nelle stive navali, nei vagoni, nelle fusoliere aeree. E che chi svolge questo lavoro deve avere il suo giusto tornaconto,come Confindustria insegna. Tutto il resto sono proclami solo per sfruttare, chi si fa sfruttare! Chi lavora nelle legge e nel rispetto delle regole.

  8. Claudio ha ragione, oggi Libero, ieri Il Giornale… Sempre testate di centrodestra… Esistono anche trasportatori di sinistra….

  9. E a quali editori “rossi” dovremmo pagare gli spazi? Magari a quelli che ci danno solo dei “tirroristi”, che fanno inchieste di cui si conoscono già i “mandanti” (ma anche le conclusioni, senza dover leggere il pezzo?), a quelli che guarda caso si dimenticano di riportare altre notizie che pure interessano milioni di italiani (la sicurezza sulle strade è una di queste)? O, ancora, dovremmo pagare giornali che di una storia raccontano solo i capitoli che vanno bene a loro ( e ai loro datori di lavoro?) S Libero e sul Giornale Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro hanno dato spazio tutte le settimane a una rubrica dei camionisti, hanno dato anche a noi la possibilità di fornire la nostra versione. E in un mondo editoriale dove tutti sembrano dimenticarsi di una categoria che sposta quasi il 90 per cento delle merci (se non per attaccarci o per fare titoloni quando in un incidente è coinvolto un tir!) non mi sembra poco….

  10. Alessandra non sa solo il latino ma usa la testa. La risposta e’ proprio quella che Lei ha dato. Se trovassimo una testata che ci offre i medesimi spazi e condizioni, senza interferire sul contenuto di quanto scriviamo, fatecelo sapere che li contattiamo subito. Per ora non ne abbiamo trovati.

  11. Lottiamo tutti insieme per un’amnistia, ci siamo o si sono dimenticati dei carcerati chiusi; chissà perché la politica non vuole far uscire un’amnistia, ve lo siete mai chiesti…

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