Sciopero dei camionisti: i Tir resteranno fermi per protesta contro la Manovra

La decisione è stata presa: l’Unatras, l’Unione nazionale delle associazioni dell’autotrasporto merci, ha deciso di proclamare lo sciopero dei camion. L’Italia rischia quindi la paralisi, proprio come avvenne nel 2007. Tante le motivazioni alla base del fermo. Come si legge in una nota “forte è la determinazione degli autotrasportatori nel richiedere un fermo immediato dell’autotrasporto”. 

“L’aumento insostenibile del costo del gasolio (settemila euro all’anno per veicolo), i costanti aumenti dei premi assicurativi, l’aumento delle giornate di divieto di circolazione, il rischio della cancellazione dei costi di sicurezza e la deregolamentazione delle norme per l’accesso alla professione di autotrasportatore compromettono la sicurezza sulle strade e riducono la competitività delle imprese. Elementi questi che conducono nella direzione opposta a quelli che l’Esecutivo dice di voler seguire. L’Unatras ha pertanto deciso di proclamare il fermo dei servizi di autotrasporto, che sarà effettuato entro la fine del mese di gennaio nel rispetto del codice di autoregolamentazione”.

29 risposte a “Sciopero dei camionisti: i Tir resteranno fermi per protesta contro la Manovra

  1. Il fermo dei servizi, quello tosto, si svolse nel dicembre 2007, e non nel 2006. Fu una grande esperienza, di grande emotività, compresa anche dalla gente comune che in alcuni punti d’Italia, nelle ore notturne dimostrò la solidarietà nei confronti degli autisti portandogli generi di conforto. Pensare di ripetere l’esperienza con la medesima intensità? Si può provare, ma attenzione che se, durante l’evento, si mettono ancora di mezzo “i vertici” di confederazioni che hanno a cuore non il settore, bensì altri interessi, la situazione stavolta può degenerare davvero.
    Ma soprattutto siamo sicuri di riuscire a sostenere in modo così forte le regioni alla base del fermo, quando “chiunque” ci schiaffeggia sul viso e nel portafogli così facilmente?
    Settori committenti dell’autotrasporto professionale come la Grande Distribuzione Organizzata, quello della produzione dell’acciaio, quello della logistica integrata, non stanno forse remando contro ai costi per la sicurezza – sicurezza che comprende la circolazione stradale e sociale, l’assicurazione, il riposo degli autisti, una giusta remunerazione dei servizi, un costo assicurativo equo rispetto ai giorni di effettivo lavoro, ecc. , e contro la possibilità dell’azione diretta per il recupero di crediti non pagati o differenze?
    Non vogliono forse unicamente spendere poco, manlevandosi da responsabilità a qualsiasi livello?
    Il problema degli autisti interinali, assunti tramite agenzie “estere”, pagati al netto con i valori del nostro paese, ma che versano i contributi previdenziali nel “loro” paese, è forse un problema che ha trovato una soluzione?
    Fare un nuovo fermo sul modello del dicembre 2007? PROVIAMOCI.
    Ma oggi non bisogna mettere sul tavolo unicamente delle speranze, ma delle certezze.
    Altrimenti non ne vale la pena …!!!

  2. Se non sbaglio il nostro codice di autoregolamentazione prevede: I tempi di preavviso dell’azione, che dovrà essere comunicata alla Commissione di Garanzia, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ed in caso di azioni locali ai Presidenti delle Regioni interessate ed ai Prefetti, sono così considerati: a) almeno 25 giorni per il fermo nazionale; b) almeno 20 giorni per il fermo settoriale; c) almeno 15 giorni per le azioni locali o nei confronti di specifica committenza; d) il termine massimo di preavviso non potrà essere per nessun tipo di azione superiore a 35 giorni.

  3. Si ricorda che questa è l’ultima possibilità per sistemare tutto definitivamente. Altre non ce ne saranno, saremo tutti falliti. Fate le cose bene che noi siamo pronti a seguirvi, e non cedere un millimetro, non fidatevi più. Vorremmo un giorno sorridere ai nostri figli, che ci vedono sempre cupi e pensierosi, per non dire arrabbiati.
    Un salutone a tutti…

  4. Marzia: rincari, gasolio, traghetti, gomme, autostrade, iva, ecopass, assicurazioni e quant’altro… quanti giorni prima ti hanno avvisato?

  5. Il fermo è indispensabile. È mai possibile che con le tariffe che proponiamo, indispensabili per poter affrontare i costi oramai divenuti insostenibili, invece di acconsentirci l’aumento, le ditte ci minacciano di chiamare altri trasportatori o di lasciarci senza lavoro. Le tariffe vanno regolamentate con più fermezza. Il governo ci deve tutelare, ci devono far detrarre di più i costi. Ci devono agevolare di più sulle accise. Cordiali saluti.

  6. La “Marcy” ha già provveduto a diramare l’allarme recessione. Tutti i media hanno riportato le sue dichiarazioni. Nessun media ha informato della proclamazione del fermo. Occorre provvedere!

  7. Finalmente qualcuno si è mosso, ma è troppo lontano gennaio bisogna farlo primna delle feste lo sciopero, il panettone noi lo mangiamo, forse amaro o scaduto. Devono capire in che situazione siamo. Io vorrei credere di avere veramente un sindacato forte forte e che non pensi a Roma.

  8. Cari Uggè e Russo, secondo me state difendendo l’indifendibile: come si può difendere una categoria di persone che si fanno le scarpe uno con l’altro ???
    Scopro l’acqua calda dicendo che il mio concorrente numero uno è il mio collega e non lo sloveno di turno??? Perchè in Italia esistono lobby di farmacisti, taxisti, avvocati, notai etc. e le federazioni degli autotrasportatori sono 2000 pronte a dire peste e corna l’una delle altre??? Bisognava pensarci prima di liberalizzare le tariffe, ora è tardi. Come si fa a chiedere al Governo che ci rispetti come categoria quando non siamo capaci di rispettarci tra di noi!!!!!!
    Facciamo pure il fermo, poi però qualcuno mi dovrà pure spiegare quello che abbiamo ottenuto in quelli fatti in passato. Non perchè non abbiamo ottenuto niente, anzi; ma perchè il poco ottenuto è servito a qualche “furbetto” per abbassare ancora di più il prezzo e far felici i committenti.Siamo una categoria di ignoranti e come recita il famoso detto popolare : “ognuno ha ciò che si merita”

  9. Noi siamo pronti e incazzati, abbiamo fatto quello del 2006 e faremo anche questo. Anche perche’ che cosa ne perdiamo? O fermi per qualche giorno o per sempre.

  10. @Ronaldir ….. premetto che forse stavolta ci sistemano. Mi chiedo anche quale sia il significato del “tutto” che hai indicato nel tuo intervento. Ti riferisci al riconoscimento dei costi per la sicurezza, all’accesso alla professione, al rispetto del pagamento entro 30 giorni, al riconoscimento degli indennizzi per gli eccessi nei tempi di carico-scarico delle merci, alla truffa sui pallets, agli slot di carico e scarico che addirittura dovremmo pagare noi, all’uso di mano d’opera interinale, alle discussioni sul pagamento dei servizi in andata e ritorno, al fatto che a breve si dovrà iniziare di nuovo a ridiscutere del contratto collettivo di lavoro (… mamma mia), al costo del gasolio, al costo delle assicurazioni, agli incrementi dei pedaggi autostradali mai in relazione a miglioramento nei servizi, alla velocità commerciale più vicina ai 25 km/h piuttosto che ai 50 km/h……. Oh Ronaldir a che ti riferisci ….!!

  11. Cari colleghi, siamo alle solite. A chi giova il fermo? Non a noi perche’ nonostante tutti quelli fatti nel passato poi nulla e’ cambiato, anzi e’ servito a dividerci ancora di piu’. Il vero problema e’ che siamo troppi e spesso non siamo imprenditori, ma camionari il cui scopo nella vita’ e’ viaggiare e fare chilometri a oltranza senza preoccuparci di fare i conti o di non fare il trasporto se non remunera le spese piu’ l’utile. Allora se pensiamo che il problema lo risolva il governo per noi siamo degli illusi e intellettualmente disonesti. Siamo troppi (oltre 100.000) e troppo poco imprenditori. La soluzione vera e’ la selezione naturale del mercato: chi non e’ in grado di proseguire e’ giusto che chiuda per il bene di tutti e soprattutto di se stesso. Scommettete che se chiuderanno a breve un 30 per cento di aziende in Italia il sistema si autoregolamentera’? Allora chi ha la forza economica, fisica e imprenditoriale prosegua e avra’ futuro, il resto chiuda prima che sia troppo tardi e cambi lavoro. Io questa scommessa la faro’, se riesco continuo perche’ ho il gasolio nelle vene oppure mi dedichero’ all’agricoltura o a un altro mestiere senza chiedere ad altri di risolvere le mie incapacita’.
    Buon Natale a tutti gli amici e colleghi.

  12. Per rispondere al signor Giano e anche al signor Alfredo: nulla da perdere se ci si ferma e magari anche si spera in qualcosa di meglio. Se si e’ perdenti in partenza, si ha gia’ perso. Dico al signor Alfredo: mettiamoci alla pari tutti, e poi verra’ fatta la selezione naturale. Si ricordi che non siamo troppi, ma ci sono troppi furbetti. Ogni secondo se sentite il CB c’e’ gente che chiede dov’e la polizia. Cari signori e’ ora di toglierla questa gente perche’ oltre a rovinarsi loro rovinano anche chi si comporta bene (e non chiede dov’e’ la polizia). Vi invito per l’ultima volta di credere a qualcosa di meglio,in caso contrario ci fermeremo perche’ falliti. Un grande salutone a tutti in particolare ad Alfredo e Giano.

  13. E’ inutile dire come ha ricordato Marzia che ci sono dei tempi tecnici da rispettare prima di dare il via a un fermo nazionale degli autotrasportatori conto terzi, quindi trovo pretestuose le polimiche circa al fatto che bisognava farlo nell’immediato perchè è impossibile. Come scrivono gli amici – anzi dovrei dire ex amici della Fita – sul loro sito non parteciperanno al fermo, beh anche in questo caso nessuna novità. Tutti ricordiamo cosa successe nel 2007, questa volta si sono autoeliminati prima, meglio che durante. Per l’autotrasporto è arrivato il momento della verità, il punto di non ritorno, questa volta ne sono sicuro, guidati dall’unica associazione, la piu’ grande, che ha sempre avuto a cuore solo e ripeto solo gli interessi degli autotrasportatori e cioè la FAI, usciremo finalmente vincitori!

  14. Anche per me il fermo si dovrebbe fare subito, ma vi ricordo che nel 2007 è stato necessario riempire le strade per sensibilizzare i colleghi che continuavano a trasportare merce. Per il fare il fermo servono le carte in regola, l’Italia non è il Paese del fermo tecnico (i camion a parcheggio e noi con le nostre famiglie a casa), noi saremo costretti a sensibilizzare e spiegare le nostre ragiani ai colleghi lavoratori. Meditate gente al fermo del 2008… non diamo scuse: alla polizia di crearci problemi; alla committenza di applicarci penali; ai nostri colleghi di non fermarsi alle associaizone vendute
    e soprattutto al governo che al categoria non rispetta le regole. Io paziente aspetto gennaio e nel frattempo chiedo gli aumenti se non mi verranno concessi, mi fermerò per fare manutenzione. Cordialità

  15. È inutile che ci scanniamo tra trasportatori e tra associazioni. Anche se ora leggo che Fita non aderisce al fermo ma preferisce trattare con Confindustria.
    Pensa che Marcy, che non rispetta una legge dello Stato, si commuova e conceda a loro quello che non dà per legge? Io ho i miei dubbi ma lasciamoli fare e andiamo per la nostra strada con onestà e determinazione e vedrete che, prima del fermo di gennaio saranno con noi, se non i loro dirigenti, sicuramente i loro associati.

  16. Lo sciopero è indispensabile, basta guardare che un litro di gasolio è arrivato a costare come un litro d’olio, poi la concorrenza sleale degli stranieri comunitari che trasportano a quattro soldi, l’autostrada che è la più cara d’Europa solo dopo la Francia, l’assicurazione più cara d’Europa, semplicemente le aziende di autotrasporti hanno finito i soldi!!! Bisogna fare qualcosa o no?

  17. Lasciamo perdere Confindustria, che non ci ha mai dato nulla e mai lo farà: la guerra che ci sta scatenando contro merita una sola risposta, il fermo.
    Stiamo tutti uniti e compatti e vedrete che riusciremo a spuntarla, nessuno tocchi i costi minimi che sono l’unica nostra possibilità di sopravvivenza.

  18. Sto per dare una notizia in anteprima: vi svelo l’accordo Fita Confindustria, sentito con le mie orecchie. Allora, la Confindustria dichiarerà la propria disponibilità a dare il cinque per cento di aumento ai trasportatorti e la Fita considera questo un risultato concreto e giustificativo della rinuncia al fermo. Alcune domande al presidente Franchini: se un committente non aderisce a Confindustria cosa succede? Se un committente pur aderendo a Confindustria si rifiuta di riconoscere l’aumento che cosa posso fare? Vengo da lei a chiedere di farmelo pagare? Se un committente trova un mio collega che “rinuncia all’aumento per iscritto” a chi mi rivolgo, sempre a lei? Per favore non prendeteci in giro, siamo imprenditori non dei fessi.

  19. Rispondo a Luigi, bene è così che si ragiona…gli imprenditori veneti stanno arrivando al suicidio, è ora di finirla con promesse che svaniscono sempre nel nulla, dobbiamo pretendere i nostri diritti nero su bianco.

  20. Per me non serve lo sciopero, basta applicare le tariffe di legge. Non correre sempre attorno al lavoro dei colleghi abbassando tariffe già da miserabili, rispettare tempi di guida e di riposo e non fare i furbi come la maggior parte di noi. Farsi un po’ di conti e capire cosa costa effettivamente un camion che lavora. I padroncini dovrebbero considerare di farsi rimanere almeno uno stipendio, farsi pagare le soste,
    incassare lo storno delle accise per se stessi e non devolvere le proprie agevolazioni alla clientela continuando ad abbassare tariffe a gogo. Non riesco a inserire altro, ma facciamoci una riflessione e potremo solo migliorare la nostra situazione. Buon Natale a tutti

  21. Cari amici e colleghi ricordate sempre queste parole: “Non ci piegheremo alle lobby”. Evidentemente qualcuno confonde l’economia e la gestione di un Paese come l’Italia con l’autorità Antitrust, con la convinzione che la sua somma ma limitativa esperienza da manager basti per governare un Paese e risanare l’economia. Io dico: si può nel nostro settore creare più concorrenza di così? Siamo noi stessi Antitrust l’un con l’altro. Possono anticipare l’apertura delle frontiere, così vendiamo mezzi e aziende agli stranieri e ci paghiamo sopra le tasse. Ci sono committenti che ripianano le loro inefficienze e diseconomie sulle nostre schiene, da loro bisognerebbe verificare quanto realmente siano nel mercato. Prof attento che non siamo alla Bocconi, i nostri libri sono in cantina da anni perché individui richiamati al dovere.

  22. Ben detto, signor Agrillo. Nel mese di dicembre i committenti fanno il make up ai loro bilanci, soprattutto quelli finanziari. La mia azienda non ha ricevuto pagamenti per il 15 per cento del fatturato annuale e proprio a dicembre quando oltre alle tredicesime c’è pure l’anticipo Iva e le assicurazioni. Alla mia richiesta di chiarimenti mi hanno risposto di spalmare a mia volta i debiti sui fornitori. E su chi dovrei spalmarli? Sull’Eni? Sulla Società Autostrade? Sull’Agenzia delle entrate o sui miei dipendenti? O sulla banca che mi concede gli affidamenti sulla base delle ricevute bancarie? Se dovessi applicare le lezioni di economia e finanza della Bocconi a quest’ora avrei da mantenere stuoli di avvocati! Quanto all’apertura delle frontiere, inviterei il signor Bolkenstein che l’ha inventata, a fare un giretto in Italia per vedere cos’ha prodotto la sua bella iniziativa. Prima si definiscono regole comuni, poi si aprono le frontiere! Mi fermo qui perchè non riesco più a disgiungere il mio pensiero da una massiccia dose di risentimento!

  23. Lobby e privilegi? Ma forse non si sono ancora resi conto che viviamo nel mondo reale e non sulle pagine di un libro di finanza, o forse più probabilmente non si accorgono di quanto costa un litro di gasolio, di quali siano i costi per mantenere in vita un’azienda garantendo futuro a delle famiglie, di quale sia il significato di “costi minimi sulla sicurezza”, ecc. Chi dice certe cose, anche se professore, dovrebbe prima toccare con mano la realtà, non siamo in un’aula dell’università ma nella vita reale… Il trasporto in Italia è già vittima di una concorrenza spietata tra aziende nazionali ed estere, riducendo ancora di piú le tariffe dove andremo? E’ il momento di scendere in piazza e fare capire con uno sciopero ben organizzato tutte le difficoltà che viviamo quotidianamente!

  24. Bisogna non avere paura di adeguare le tariffe dei trasporti ai costi reali, vivi e coercitivi che gravano sui mezzi di trasporto. Bisogna avere il coraggio di chiedere 1,20 euro a km per motrice e 1,50 euro a km per bilico o autotreno! Senza paura di perdere il lavoro, tanto… il lavoro lo perdi lo stesso, da solo, senza nessuno che ti dica: Fatti da parte!

  25. Cari amici e colleghi ricordatevi una cosa: se a gennaio non ci si fermerà tutti insieme e uniti per 5 giorni prima o poi ci fermeremo da soli uno ad uno perchè nessuno non ci darà piu il gasolio per tirare avanti a queste condizioni e con i debiti accumulati piano piano!quindi per me è meglio 5 giorni di sciopero che magari andare a vivere sotto un ponte un domani!!! Buone feste a tutti!!

  26. Lo sciopero è giusto per il caro costo delle spese. Ma la cosa più importante e la salvaguardia del lavoro che noi svolgiamo, e nessuno ci considera, ma tutti vogliono. Io sono autista e sono fiero di esserlo. Ma quanto dobbiamo subire la maleducazione degli utenti? Mai sentito un grazie, ma solo parole offensive e basta. Io dico che e ora di avere rispetto…..

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