Autotrasporto in rivolta contro le accise: “Così il Governo affossa solo le imprese”

“L’aumento delle accise che produce il duplice effetto di compromettere la già precaria situazione finanziaria  delle aziende  e di aumentare i costi di esercizio che le imprese non riusciranno a ribaltare sul mercato; il cartello dell’industria assicurativa che impone prezzi triplicati rispetto all’anno precedente agli autotrasportatori e sul quale non è stata presa  alcuna iniziativa; la inopportuna e sbagliata posizione dell’antitrust che mira all’abolizione dei costi per la sicurezza; l’aumento delle giornate di divieto di circolazione per i mezzi pesanti; nessuno può ragionevolmente pensare che l’autotrasporto italiano sia in condizione di sostenere il peso di una situazione così drammatica”.

Ad affermarlo, in un comunicato stampa, sono i responsabili di Unatras, l’Unione nazionale delle associazioni dell’autotrasporto merci, che sottolineano come “l’autotrasporto sia pronto a fare la sua parte di sacrifici per il Paese”,  ma evidenziando anche contemporaneamente come “sia necessario che l’Esecutivo convochi in tempi strettissimi Unatras per discutere e trovare le migliori soluzioni  nell’interesse generale e del settore del  trasporto merci”. In assenza di un incontro tempestivo l’Unatras ha annunciato che convocherà i propri organi per assumere le decisioni conseguenti che non potranno escludere anche le azioni più estreme.

13 risposte a “Autotrasporto in rivolta contro le accise: “Così il Governo affossa solo le imprese”

  1. Penso che ormai il bicchiere sia stracolmo; la committenza che se ne strafotte! dei costi minimi e del il rispetto dell’83 bis, i continui aumenti del carburante, che ha raggiunto il 50% dei costi sul ricavo lordo di un trasporto, le assicurazioni triplicate, unitamente alle
    amministrazioni locali che fermano e controllono gli automezzi, solo ed esclusivamente per fare “CASSA “contestandoti pseudo infrazioni il piu’ delle volte inpercettibili.
    BASTA non se ne puo’ più. Fermiamoci… solo per far capire al Paese l’importanza che riveste il trasporto su gomma in Italia, e magari ottenere piu’ rispetto.

  2. Buongiorno a tutti. Ancora una volta ci troviamo a dover far valere le nostre ragioni, purtroppo quello che si era costruito con il precedente governo ora rischia di svanire per il semplice obbiettivo di far quadrare i conti, senza tener conto delle conseguenze. In merito al discorso gasolio direi che è arrivato il momento di richiedere il gasolio professionale come è già in uso per l’agricoltura e la pesca. Il prezzo del carburante per un motivo o per l’altro cresce talmente velocemente che non si riesce a riparametrare le tariffe, quindi i costi maggiori vengono tutti assorbiti e si rischia di dover lavorare per forza e in perdita. Saluti

  3. Certamente il nuovo Esecutivo ha dato una concreta dimostrazione non solo di cosa intenda per garantire: equità, sviluppo e rigore, ma anche che valore attribuisce al confronto. Per ora abbiamo potuto vedere solo il rigore che ha solo una funzione: deprimere ancor più lo sviluppo. Mi pare di poter dubitare sugli obiettivi annunciati e per essere concreto fornisco alcuni elementi. Aumentare i giorni dei divieti di circolazione significa: aumentare il traffico nei restanti giorni e quindi non aiutare la sicurezza; scaricare sulle imprese maggiori costi e quindi perdere competitività che si riverserà anche sulle altre imprese della filiera. Agire in modo così brutale, senza dare neppure il tempo alle imprese di organizzarsi con i loro committenti, è a dir poco irresponsabile. 130 euro di incremento ad ogni pieno ma garantendo la possibilità per quelli che non saranno falliti tra dodici mesi di recuperare l’aumento, rifiutando di dare applicazione a quello che il precedente Governo aveva concesso e cioè il recupero mensile è altrettanto irresponsabile. Mettere in discussione gli accordi di settore per far piacere a qualche associazione di committenza è dare un colpo grosso alla sicurezza sulla strade. Non dare applicazione alle regole, anch’esse concordate con il precedente Esecutivo, sull’accesso alla professione significa gettare sulle strade un numero illimitato di conducenti senza professionalità e senza avere la capacità finanziaria necessaria e risarcire eventuali danneggiati. Ridurre le risorse destinate al contenimento del costo del lavoro, ( – 42 milioni destinati all’Inail), significa ridurre la competitività delle imprese nazionali. C’è solo da aggiungere che la prassi in vigore ha sempre garantito che i Governi che succedevano ad un altro, anche quando erano composti da maggioranze diverse, rispettavano le intese raggiunte da chi li precedeva o al massimo aprivano un confronto per trovare nuove strade. Questo governo ha agito in modo unilaterale. Queste ragioni di fondo sono sufficienti per dire che ci sono tutte le ragioni perché l’autotrasporto sia in evidente stato di agitazione, anche se non ufficialmente dichiarato. È possibile che questo avvenga ma a chi accuserà la categoria di voler prevaricare infischiandosene delle condizioni dell’economia del Paese, si potrà rispondere con una semplice domanda. Cosa c’entra la sicurezza con la competitività? I costi della sicurezza, la professionalità, non hanno nulla a che vedere con lo sviluppo, le regole e l’equità. Infine: sul giornale Libero di una settimana fa Conftrasporto ha avanzato al nuovo Esecutivo dieci proposte a costo zero per migliorare la competitività e la sicurezza. Il Governo che ha detto. Se erano stupidaggini la risposta era semplice; ma in caso opposto perché non ne ha tenuto conto? Più che un Governo tecnico sembra che ci troviamo di fronte ad un Consiglio di amministrazione delle banche. Una cosa è certa: loro di benefici ne hanno avuti. Tutti gli altri pagano.

  4. Sign. Uggè, decida solo la data del fermo totale, non c’è più niente da discutere. Noi siamo pronti e ci creda non ci resta altro. Coraggio, il tempo è scaduto. Salutoni a tutti.

  5. Le Comité national routier est un organisme technique officiel français formé par les principales organisations professionnelles du transport routier en France. Il est chargé de mener des études et des analyses économiques sur la marché du transport routier de marchandises, et en particulier de suivre l’évolution des coûts d’exploitation dans ce secteur. Il fut créé en 1949 dans le cadre de la mise en place d’une politique nationale de coordination des transports. Son conseil d’administration comprend 18 membres dont 12 issus de la profession et 6 désignés par le ministre des Transports. Il risultato è visibile a questo link: http://www.cnr.fr/fr/indices/cout.phtml#haut
    Non conosco le norme Antitrust francesi ma nemmeno ho letto nè sentito che questo meccanismo sia stato stoppato in alcun modo da chichessia. Allora mi chiedo se anche il nostro settore possa avvalersi di siffatto sistema per calcolare i costi minimi o costi elementari come li chiamano loro. UNATRAS cosa ne dice? il nostro Presidente del Consiglio, così europeista, cosa ne dice? il nostro Antitrust il cui presidente si è affrettato a sposare le tesi del suo predecessore, cosa ne dice? troppo trust anche in Francia? E’ possibile portare ad esempio presso i vari tavoli, le soluzioni proposte dagli altri paese europei. Solo i trasportatori italiani fanno TRUST????

  6. Adesso basta, siamo stufi di essere sempre trattati come schiavi, sulla strada e negli stabilimenti.
    Vogliamo rispettare le regole e la sicurezza ma per farlo dobbiamo prima avere i soldi per pagarci il gasolio.
    Parlano di sicurezza e poi ti costringono a viaggiare 15 ore o più al giorno. Andiamo in giro colorati come Arlecchino con i nostri vestiti alta visibilita ma nonostante tutto sembra che nessuno ci veda e consideri il nostro lavoro. Allora alziamo la voce così forte che non potranno fare a meno di sentirci.

  7. Ma scusate… il Governo Monti in tempo reale aumenta le accise sui carburanti per far cassa, incurante delle aziende di trasporto in difficoltà e prossime al tracollo, con conseguenti perdite di numerosi posti di lavoro e noi ci preoccupiamo di fissare con loro degli incontri per risolvere la situazione… ASSURDO….fermiamoci subito….senza preavviso…poi si dialoga…
    Se lo facciamo noi siamo irreponsabili..se lo fanno loro …va bene…. Allora caro Signor Uggè…Falliamo….

  8. Se qui non ci ascoltano andiamo diritti a Bruxelles. Anzi, andiamo dai Merkosy. Cosi sapremo direttamente cosa hanno deciso per il nostro settore.

  9. Fermi tutti! Si, fermi nel senso che non ci si muove dal piazzale, o da casa, per caricare, se prima non ci siamo chiariti su prezzo di viaggio e pagamento (certo!).Sono stato fermo per un mese e mezzo, proprio per il lavoro che è venuto a mancare, ora sto cominciando con nuovo committante, ma da qui a sette giorni (19-12-2011) NON MI MUOVO più con il camion,se prima non ci sono pagamenti consoni e certi (perchè hai voglia a trovare il lavoro retribuito sui costi minimi, ma di più ancora a ONORARE I PAGAMENTI FATTURE!).

  10. Si anche noi non abbiamo piu’ voglia di parole ma siamo pronti all’azione. Dite quando e dove BASTA!!!!! AVETE GIA’ DETTO TUTTO QUELLO CHE C’ERA DA DIRE ORA SIAMO PRONTI ALL’AZIONE.

  11. Mi sembra proprio che questo governo abbia solo l’intenzione di far cassa con tutti e quindi la via del blocco, ma ad oltranza, è l’unica percorribile contro chi in meno di 3 giorni ha portato una situazione già insostenibile a una relta drammatica. Attendiamo solo di sapere il giorno in cui veramente si possa far vedere il peso dell’autotrasporto sull’economia di un Paese.

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