È la giornata mondiale delle vittime della strada, ricordiamole con una nuova legge

Sulle nostre strade ogni due ore muore una persona a causa di un incidente stradale. Una strage quotidiana che rappresenta il più grande tributo di sangue che il nostro Paese paga in tempo di pace, una tragedia che pesa su migliaia di famiglie con 4.090 morti e oltre 20mila invalidi permanenti gravi solo nel 2010. Questa giornata deve rappresentare un momento di riflessione e ci deve spingere a combattere la battaglia contro la piaga sociale rappresentata dall’incidentalità stradale». A ricordarlo sono stati il presidente della Fondazione Ania, Sandro Salvati, e il segretario generale Umberto Guidoni,  in occasione della Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada, indetta dall’Onu per domenica 20 novembre. 

Tra le molte iniziative previste  Fondazione Ania ha voluto sottolineare quella che è stata definita “La protesta dei fiori”: invitando i cittadini a depositare davanti ai tribunali mazzi di fiori rossi, simbolo del sangue versato sulle strade, si vuole mandare un chiaro messaggio al legislatore sulla necessità di introdurre una nuova fattispecie di reato. “L’incidentalità stradale è un male sociale che deve essere aggredito con forza sempre maggiore da tutti, dalle istituzioni ai cittadini. E’ tempo che si arrivi alla modifica del codice penale, introducendo una fattispecie normativa che regoli il reato stradale”, ha ribadito Salvati. “È necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, in taluni casi, sono dei veri e propri omicidi. Dobbiamo tenere presente che certe condotte di guida causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono oggi sulle nostre strade. È giusto che, in taluni casi, si configuri l’ipotesi di dolo eventuale, per la gravità sociale, umana ed etica degli incidenti stradali. Occorre convincersi che è ormai necessario che anche il nostro Paese pervenga ad una cultura delle regole moderna e rigorosa”.

 

Una risposta a “È la giornata mondiale delle vittime della strada, ricordiamole con una nuova legge

  1. Tanto sangue per le strade e per una volta che il parlamento italiano in linea con i dettami europei legifera per costi minimi di sicurezza, c’è ancora gente del mondo imprenditoriale che guarda solo al lucro. Confindustria e i suoi vertici si devono vergognare di insistere per contrastare i costi minimi di sicurezza che permettono ad autotrasportatori piccoli come me di viaggiare nel rispetto delle regole evitando di procurare disastri.

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