La strada di Paolo, il film che mostra i camionisti da un diverso punto di vista

“Il mio augurio è che dopo aver visto questa pellicola ognuno di noi, incrociando sulle strade e autostrade un Tir, uno di quei bestioni che spesso ci fanno paura, possa vedere sotto una luce diversa le migliaia di camionisti che li guidano, possa vedere in quei camionisti degli uomini  che attraversano quotidianamente  la vita con tutti i suoi problemi, le sue paure”. Con queste parole Primo Santini, amministratore delegato di Fai Service, ha presentato la proiezione in anteprima (clicca qui per vedere il trailer del film), al Festival Internazionale del Film di Roma, della pellicola “La strada di Paolo”, film di Salvatore Nocita, prodotto dalla stessa Fai Service (Federazione autotrasportatori italiani) e da Officina della Comunicazione, in collaborazione con il Pontificio consiglio della cultura e Rai Cinema e con la partnership della Fondazione ente dello spettacolo.

Un film che, come ha scritto il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura,  rappresenta “un viaggio dal nord al sud della vita”, non con l’obiettivo di “dare risposte”, come ha sottolineato monsignor Franco Perazzolo, “ma per far nascere domande”.  E sono davvero tante, e profonde, le domande che il film, proiettato al Palazzo delle Esposizioni di Roma, spinge a farsi. Le stesse domande che Paolo (interpretato da  Marcello Mazzarella), autotrasportatore che “crede di non credere”, un dei tantissimi “che cercano rifugio nello scetticismo come autodifesa”  si comincia a porre dal momento in cui, al volante del suo tir, sbarca a Gerusalemme, per  portare alcune forniture a un ospedale pediatrico. Dall’incontro con piccoli pazienti ricoverati, in cui rivede i suoi figli, per troppi anni salutati la mattina all’alba nel pieno del sonno, dall’incontro, lungo una strada di periferia con una  bambina e con una donna, che lo sorprende con impreviste riflessioni sul bisogno di ritrovare la propria anima, dall’incontro con Lucio, fotografo “provocatore” ottimamente interpretato da Philippe Leroy, inizia il vero viaggio di Paolo attraverso riflessioni che gli aprono gli occhi e la mente, permettendogli di osservare tutto ciò che lo circonda con una rinnovata capacità di ascolto.

L’uscita del film (nel quale accanto a Marcello Mazzarella e Philippe Leroy hanno recitato Valentina Valsania, Milena Miconi, Gianni Bissaca, David Brandon, Raffaella Maria Grazia Parlato, Federico von Stegen – l’olandese volante celebre voce radiofonica di Radio Montecarlo, Rai, Rtl 102,5 e Radio 105 – ma anche un sorprendente Fabrizio Palenzona, presidente di Fai Service) nelle sale cinematografiche  sarà affiancata da un libro edito da Marcianum Press, la casa editrice della Diocesi patriarcale di Venezia, che raccoglie le interviste rilasciate dal cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, dal cardinale Gianfranco Ravasi, dal docente di filosofia Salvatore Natoli, dal cantautore Roberto Vecchioni, dalla storica e giornalista Lucietta Scaraffia. La prefazione è di monsignor Dario Viganò, presidente della Fondazione ente dello spettacolo, che affronta il tema “cinema e chiesa”. Un tema che, come ha dimostrato la pellicola diretta da Salvatore Nocita, può aprire moltissime strade alla riflessione.

4 risposte a “La strada di Paolo, il film che mostra i camionisti da un diverso punto di vista

  1. Bella idea, un modo intelligente per far capire che “anche un camionista” può essere una persona buona, onesta, sensibile. Che non siamo tutti “tirroristi” come tempo fa scrissero i giornalisti di una nota testata politicamente di sinistra, dimostrando d’essere campioni nel fare di tutta un’erba un fascio (e di essere culturalmente loro i veri fascisti pronti a sparare nel mucchio…)

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