Ci sono più autovelox che etilometri: in città i vigili pensano a fare cassa?

La sicurezza stradale si concretizza con diversi mezzi, uno di questi è sicuramente il controllo di chi guida. Ora, nelle città, per via del traffico e dei semafori non è semplice trovare ancora qualcuno che corre pigiando troppo sull’acceleratore, mentre sono all’ordine del giorno i casi di pedoni e ciclisti investiti da chi alla guida non dovrebbe proprio mettersi perché ubriaco o drogato. Perché però i comuni investono più sugli autovelox che sugli etilometri? Probabilmente perché elevare una multa con l’autovelox è molto più semplice e redditizio che fermare un conducente e chiedergli di soffiare in un etilometro. Per fare cassetta, insomma. 

Il dato emerge dalla fotografia scattata dalla Fondazione Aci “Filippo Caracciolo” con lo studio “La Polizia Locale in Italia”, presentato nella giornata conclusiva del 4° Forum Internazionale delle Polizie Locali organizzato dall’Automobile Club d’Italia a Riva del Garda (Tn) in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Automobile Club di Trento.
Se i Comandi delle Polizie Locali dispongono di 6,2 misuratori di velocità ogni 100.000 abitanti (con una forbice tra le 13,6 apparecchiature della Valle d’Aosta alle 2,7 della Sicilia), gli etilometri sono solo 2,2 ogni 100.000 abitanti (dai 4,4 del Veneto agli 0,4 della Calabria). Gli opacimetri, utili nella misurazione del tasso di inquinamento dei veicoli, sono appena 0,2 ogni 100.000 abitanti, con una punta di 1 in Lombardia e una totale assenza in Basilicata, Calabria, Molise, Abruzzo, Umbria e Valle d’Aosta. Ciò evidenzia un forte sbilanciamento delle dotazioni dei Comuni verso quelle apparecchiature considerate “più redditizie” nell’accertamento delle violazioni al Codice della Strada, a scapito dei sistemi in grado di prevenire gli illeciti. Un segnale di inversione di questa tendenza è la diffusione delle telecamere (oltre 24 ogni 100.000, il doppio degli operatori) tra le dotazioni dei Comandi: se è vero che servono per controllare i varchi di accesso alle zone a traffico limitato dei centri storici, è pur vero che sono fondamentali nel presidio dei punti critici della viabilità urbana.
“L’azione di controllo sulla strada da parte delle Forze dell’Ordine”, ha dichiarato il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, “è uno dei pilastri che reggono gli interventi per la sicurezza stradale. Proprio perché il 76 per cento degli incidenti si verifica nelle aree urbane, il compito delle Polizie locali è di fondamentale importanza nel contribuire a contrastare i comportamenti a rischio. Le Polizie locali stanno assumendo quella centralità necessaria a non vanificare la portata dei provvedimenti che ogni singola amministrazione ritiene di adottare nel tentativo di mettere in condizione i cittadini di vivere meglio e di più il proprio contesto urbano. L’attività sanzionatoria deve quindi essere orientata ad incrementare gli standard di sicurezza della circolazione e non le entrate economiche locali. In quest’ottica devono rinnovarsi le dotazioni dei Comandi, soprattutto dei Comuni più piccoli”. Per leggere lo studio completo potete andare su questo link del sito dell’Aci.

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