Seguendo “La strada di Paolo” si arriva al Festival internazionale del film di Roma

È un viaggio davvero speciale quello che la Fai, la federazione autotrasportatori italiani, ha fatto compiere a Salvatore Nocita, il regista scelto per guidare le riprese del film “La strada di Paolo”, pellicola selezionata fra gli eventi speciali della VI edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Un film che seguendo un percorso che dalla Puglia arriva fino a Gerusalemme, alla Galilea e alla Palestina, narra la vicenda di un autotrasportatore, Paolo, diretto per lavoro in Terra Santa, destinato a imbattersi in diverse realtà che parlano al suo cuore di Dio, della fede, della grazia e della carità, aprendogli gli occhi sull’opportunismo e sul cinismo umano.

Un viaggio in situazioni surreali, a contatto con personaggi e storie incredibili, destinato a spalancare a al protagonista nuovi orizzonti che lo porteranno a una decisione fondamentale. Interpretato da Philippe Leroy (nella foto durante le riprese), Marcello Mazzarella, Valentina Valsania, Milena Miconi, David Brandon e Gianni Bissaca, ispirato anche dai contributi di personalità come il cardinal Angelo Scola, il cardinal Gianfranco Ravasi, Salvatore Natoli, Fabrizio Palenzona, Roberto Vecchioni e Lucetta Scaraffia, e prodotto da da Officina della Comunicazione e da Fai Service, in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura e Rai Cinema, con la partnership di Fondazione Ente dello Spettacolo e Aeroporti di Roma, il film verrà proiettato in anteprima assoluta il 2 novembre 2011 alle 18, al  Palazzo delle Esposizioni di Roma, in via Nazionale, 194.

 

Una risposta a “Seguendo “La strada di Paolo” si arriva al Festival internazionale del film di Roma

  1. Sono convinto che questa iniziativa assunta dalla Fai sia la dimostrazione di come anche tra gli uomini che svolgono una attività pesante come quella dell’autotrasporto vi siano presenti sensibilità e voglia di dare spazio ai veri valori della vita. Aspetto di vedere con curiosità il film e ringrazio comunque la Fai che cerca di dare spazio anche a dei valori non solo legati all’aspetto economico. Quelli che accusano ingiustamente le federazioni (a proposito perchè non pensate a una bella querela per diffamazione?) di intascare risorse che vengono destinate alla categoria dovrebbero prendere atto di quanto la Fai, scelga di investire delle somme, che non derivano certo dalle risorse destinate all’autotrasporto, (solo un ignorante o uno in mala fede può sostenere che il denaro pubblico possa “finire in tasche diverse rispetto alle finalità destinate la pena è di incorrere in violazioni sanzionate penalmente) per contribuire a migliorare l’immagine di una categoria, rovinata da soggetti che spargono menzogne per giustificare la natura della loro presenza o da chi gioca sempre a indicare gli operatori del trasporto come esseri che ricercano solo e sempre il profitto.

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