Conftrasporto: “Il Sistri così non funziona, ecco come correggere i troppi errori”

“Prevedere che gli adempimenti (iscrizione, movimentazione, registrazione) a carico dei soggetti obbligati possano essere delegati agli operatori professionali (trasportatori, soggetti che effettuano lo smaltimento o il recupero, commercianti e intermediari non detentori, associazioni di categoria) fermo restando le rispettive responsabilità; trasporre in digitale il sistema cartaceo vigente, in particolare consentendo ai trasportatori professionali di emettere i documenti di trasporto del Sistri per conto dei produttori e di interagire in tempo reale con il sistema al fine di fornire le necessarie informative; dotare il Sistri di un sistema di interoperabilità con i software aziendali con relative modalità di erogazione dei servizi di supporto e garantire congrui tempi per consentire l’adeguamento dei sistemi informatici aziendali al Sistri nel rispetto di precise specifiche tecniche da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana”.

E, ancora, “eliminare l’obbligo di indicare nelle annotazioni della scheda Sistri (e manualmente) il percorso effettuato dall’automezzo con l’indicazione di tutte le tratte intermedie” (in pratica un invito a non esasperare realtà operative di perse già complesse); “eliminare l’obbligo, per i rifiuti pericolosi,  di aprire una scheda del Sistri almeno 4 ore prima del ritiro per i produttori e 2 ore prima per i trasportatori, visto che questi tempi sono assolutamente  inconciliabili con i tempi dell’organizzazione logistica dei trasporti che per far quadrare i conti deve sfruttare ogni possibile combinazione per non far “viaggiare a vuoto” i mezzi; eliminare i dispositivi Usb autisti perchè tale dispositivo è complicatissimo nel suo utilizzo, non  dà garanzia che l’operazione è andata a buon fine  e che l’autista non è un esperto informatico; ridurre il numero di firme necessarie per ogni operazione (oggi sono minimo 8 per operazione)….” Sono queste alcune fra le principali richieste che Conftrasporto ha chiesto vengano apportate al Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, se davvero si vogliono far  funzionare i controlli, se davvero si vuol contribuire a combattere l’ecomafia, se davvero non si vogliono penalizzare le imprese italiane (in un momento già criticissimo) costruendo mille ostacoli insormontabili sul loro percorso lavorativo quotidiano.

A presentare, davanti ai rappresentanti della commissione Ambiente alla camera,  il lungo elenco di problemi manifestati dal Sistri e le possibili soluzioni, sono stati i rappresentati di Conftrasporto, guidati dal presidente dell’Astri Domenico Dolciami, che al termine dell’audizione ha voluto ribadire una volta di più anche come sia assolutamente indispensabile, per combattere davvero l’ecomafia e non penalizzare le imprese italiane, “obbligare anche i trasportatori esteri che operano sul territorio italiano ad utilizzare il Sistri o interfacciarsi allo stesso”. Per leggere il documento presentato alla commissione parlamentare clicca qui.

Una risposta a “Conftrasporto: “Il Sistri così non funziona, ecco come correggere i troppi errori”

  1. Ho letto le osservazioni – proposte fatte dal signor Dolciami sul caso Sistri. Credo siano l’ennesima dimostrazione di come la categoria voglia contribuire a far funzionare davvero un sistema che la classe politica ha saputo solo far finire fuori strada… Se non verranno prese nella considerazione che meritano avremo la conferma, una volta di più, che questo Paese ha bisogno di cambiare strada…

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