“Spediporto non può fare una lista nera di aziende che vogliono rispettare la legge”

È una richiesta di rettifica dura, che non ammette repliche e che lascia intravedere anche possibili strascichi giudiziari qualora non venisse effettuata, quella che Gioacchino D’Andria, presidente regionale ligure di Fai – Conftrasporto, Antonio Marzo, presidente regionale di Confartigianato trasporti, e Antonio Angelo Denti, presidente regionale di Fiap L, hanno inviato, con una raccomandata, a Roberta Oliaro, presidente di Spediporto, dopo aver scoperto una comunicazione, inviata dalla stessa Spediporto agli associati, nella quale questi ultimi venivano invitati a comunicare tempestivamente “l’instaurarsi di qualsiasi contenzioso tariffario dandone adeguata informazione alla segreteria associativa”, e questo anche con l’obiettivo di “istituire una sorta di black list delle imprese fornitrici di autotrasporto”.  Nell’occhio del ciclone, ancora una volta, sono finiti i costi minimi per la sicurezza che evidentemente qualcuno continua a rifiutarsi di accettare, nonostante siano diventati legge.

Ed è proprio per questo, per sottolineare in modo inequivocabile i pericoli legali che potrebbe comportare la creazione di una lista nera di aziende che pretendono invece di applicare la legge facendo rispettare i costi minimi per la sicurezza (la magistratura potrebbe addirittura intravedere un’istigazione a delinquere in questo invito a mettere nella lista dei cattivi chi chiede semplicemente l’applicazione delle tafiffe di legge?), che nella loro raccomandata i tre firmatari sottolineano come “diversamente potrebbero prospettarsi ovvie e rilevanti implicazioni giuridiche. Ma ecco il testo della “diffida”. “I sottoscritti Gioacchino D’Andria, Antonio Marzo e Antonio Angelo Denti, nella loro qualità, rispettivamente, di presidente regionale FAI/Conftrasporto, presidente regionale di Confartigianato trasporti e presidente regionale di FIAP L., con riferimento alla nota a Sua firma datata 19/07/2011 e diramata ai Vs associati e indirettamente destinata agli altri operatori del settore, compresi i nostri iscritti, osservano e chiedono quanto segue : in esito a richiesta di interpretazione autentica rivolta in data 22/09/2011 da spett.le UNATRAS al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica, il Sottosegretario Dott. Bartolomeo Giachino ha chiarito che la “…vigenza e cogenza…” dell’art. 83 bis L. 133/08 e smi non sono in alcun modo venute meno a seguito dell’emanazione del DL 138 del 13/8/11, convertito in Legge n. 148 del 14/9/011 (art. 3 commi 8 e 9). Nella suddetta nota di risposta (prot. 1038/CGA del 27/9/011) il Dott. Giachino ha tra l’altro ribadito, per quanto non fosse dubbio, che il citato art. 83 bis attiene a “…superiori ed indisponibili interessi pubblici alla sicurezza della circolazione stradale ed alla regolarità del mercato dell’autotrasporto…”. Riteniamo quindi necessario ed urgente (nel Vs stesso interesse) che Ella rettifichi la Vs citata nota 19/07 u.s., invitando quindi i Vs Associati al pieno, effettivo ed immediato rispetto della riferita norma imperativa. Diversamente potrebbe prospettarsi, nella nota stessa, un’induzione all’inadempimento di norme di legge, con ovvie e rilevanti implicazioni giuridiche”. Per leggere integralmente la comunicazione urgente inviata da Spediporto alle aziende associate clicca qui

5 risposte a ““Spediporto non può fare una lista nera di aziende che vogliono rispettare la legge”

  1. Con la nota di Spediporto inviata a tutti gli associati vi sono senza dubbio gli estremi per poter procedere con l’art.414 del C.P.(istigazione a delinquere). A sostegno giunge la nota del sottosegretario Giachino.
    Presidente D’Andria proceda senza indugio per le vie legali e denunci il presidente di Spediporto.
    Se lo farà dimostrerà di avere (come pochi dirigenti di categoria ) i cogl… e di non essere come i molti quaraqqua qua che scaldano le sedie a tradimento delle associazioni.

  2. Semplicemente non ci sono parole per questi comportamenti. Ma mi chiedo la magistratura cosa aspetta ad intervenire, se così non fosse si potrebbe pensare che la legge non è uguale per tutti.

  3. Il Ministro fissò a luglio il termine di 15 giorni dopodichè avrebbe provveduto lui stesso alla definizione dei costi minimi. Sono abbondantemente passati. Dobbiamo o non dobbiamo credere alla parola del Ministro?

  4. Giusto Antonio, sarebbe questo un caso per dimostrare l’effettiva indipendenza della Magistratura. I politici sono soggetti alle pressioni delle lobbies ed utilizzano le norme, a tempo o a piacere, per favorire talvolta le une talvolta le altre. Ma forse questi reati non portano alla magistratura, o almeno ad una parte di essa, quella visibilità nazionale di cui non possono proprio fare a meno. Abbiamo il casus belli, mettiamoli alla prova.

  5. Questi sono i signori del Trasporto, che ancora, dopo tutti gli innumerevoli e esosi aumenti, pretendono di fare girare i camion, da 10 a 44 tonnellate, a 0,88 euro a chilometro, fare dormire le persone (autisti-padroncini) a bordo dei camion anche per distanze da casa ravvicinate (pensate : a 50-60 km da casa rimanere fuori per non pagare chilometri a vuoto!), pagare quando vogliono loro, come dicono loro. In poche parole: comandare i servizi come se i veicoli, personale, autisti, dipendessero da loro e fossero di loro proprietà, servendosi di aziende di trasporto nazionali!

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