Trasportatori e Guardia di Finanza insieme a caccia di chi non paga i costi minimi

Continua l’ “operazione sicurezza” lanciata dalla Fai di Genova i cui responsabili, insieme a quelli della Fiap L,  sono pronti a scendere in strada per smascherare, al fianco degli uomini della Guardia di Finanza, tutti coloro, trasportatori e committenti, che non rispettano la legge sui costi minimi per la sicurezza, costi imposti dal governo per assicurare sulle strade mezzi e autisti adeguati e non catorci privi di manutenzione e camionisti improvvisati.  

“Il primo passo è n programma il 21 settembre con l’incontro fissato al comando genovese delle fiamme gialle per pianificare le azioni di controllo sul territorio nei confronti della committenza”, spiega il presidente della Fai genovese,  Gioacchino  D’Andria. “E un identico percorso sarà fatto a livello regionale per il quale abbiamo già chiesto un incontro e siamo in attesa di esere convocati. Il  risultato di tali azioni potrà dare immediate e concrete risposte alla categoria dando prova della bontà della legge 127/10 articolo 83 bis sui costi minimi per la sicurezza  e consentirà di spiegare, agli associati e non, l’inutilità del fermo dichiarato da altre associazioni che rincorrono utopiche soluzioni alle problematiche dell’autotrasporto ai fini di facile visibilità e consenso. Con l’occasione ricordiamo a tutti che le eventuali denunce saranno presentate agli organi di controllo direttamente dalle associazioni dell’autotrasporto e non già dai diretti interessati”.

14 risposte a “Trasportatori e Guardia di Finanza insieme a caccia di chi non paga i costi minimi

  1. Non sono un autotrasportatore e confesso che non conosco quasi nulla del loro mondo, di come funziona etc…. Leggendo però Stradafacendo, spesso mi capita di scorrere anche notizie che riguardano il loro mondo. Ebbene, da esterno incompetente mi sono fatto due idee: la prima, che i costi minimi siano indispensabili per consentire a noi normali automobilisti di rischiare meno la pelle sulle autostrade (ma anche sulle strade) ormai invase dai tir; la seconda, è che i trasportatori invece di continuare a piangersi addosso e a lamentarsi dovrebbero fare quello che stanno facendo a Genova: impegnarsi in prima persona per denunciare chi sgarra e aiutare la Guardia di Finanza a punirli adeguatamente. Se nessuno comincia a darsi da fare e tutti aspettano che qualcun altro lo faccia non si andrà mai da nessuna parte. Cari trasportatori, avete una grande occasione per dimostrare che non siete quella brutta razza che molti, in parte io compreso, pensano invece siate …

  2. Non esiste solo la Fai!!!! Fita Cna per esempio sta facendo qualcosa PER FAR RISPETTARE LA LEGGE? Perchè, non dimentichiamolo, di questo si tratta:di far rispettare la legge che prevede i costi minimi per la sicurezza nell’autotrasporto…

  3. Veramente complimenti, la Fai di Genova sta dando un bellissimo esempio. Aspetto ora soltanto che le altre associazioni provinciali di questa e di tutte le altre associazioni seguano senza indugi questa strada.

  4. Appunto, il problema è anche questo. Non si vede un minimo di coordinamento tra le associazioni aderenti ad Unatras. Non possiamo permetterci iniziative in ordine sparso. Così come Unatras si muove compatta nel chiedere aggiustamenti al Sistri allo stesso modo occorre muoversi nelle iniziative a sostegno dei costi minimi. So bene che ogni associazione è mossa da obiettivi e finalità proprie ma l’importanza della questione richiede uno sforzo unitario che risulterà produttivo se sostenuto da tutti, sia nel merito che nel metodo.

  5. Già caro Giovanni, la Fita Cna che cosa sta facendo, dove sono finiti tutti? In standby? Completamente assenti. Da qualche mese vi è un nuovo gruppo dirigente ai veritici, una nuova “presidentessa: a parte il clacson day che ha fatto ridere i polli cosa hanno fatto per gli autotrasportatori? Li hanno lasciati completamente soli!!!!! Non si fa così vergognatevi!!!!!

  6. Ma il ministro non aveva detto a luglio che se entro 15 giorni l’osservatorio non avesse concluso i lavori ci avrebbe pensato direttamente lui?

  7. Purtroppo i ministri in questo momento pensano ad altro. Le associazioni sono troppo chiuse da vincoli con la politica, quindi non aspettiamoci nulla di buono, alla fine anche i liguri molleranno. Se Confindustria non capisce che i costi minimi sono nell’ interesse dell’intera collettivita’ non possiamo nutrire speranze.

  8. Gli autotraspoprtatori hanno comunque il coltello dalla parte del manico. Rifiutino tutti uniti di scendere sotto i costi minimi. Cosa pensate che facciano i committenti? Che acquistino loro flotte di camion con quel che costa gestirli? Mettiamoli in condizione, tutti uniti, di tenere le loro dannatissime merci nei capannoni, ferme, per una settimana, se necessario un mese. E poi vedrete che i signori committenti scenderanno a più miti consigli….

  9. Perché i liguri dovrebbero mollare? Certo, se nelle altre regioni qualcuno invece di scaldare le sedie o parlare a vanvera seguisse il loro esempio sarebbe un bello stimolo!

  10. Sarebbe già un buon risultato quello di ottenere la collaborazione della Gdf ligure. Tutte le altre poi dovrebbero per forza seguirla, con somma gioia dell’agenzia delle entrate che potrà contare su maggiori introiti fiscali. Chi ora non percepisce i costi minimi e riuscirà a farlo con l’intervento della GdF, dovrà versare più imposte.

  11. Per Pierpa: Sai cosa fanno i committenti? Fanno caricare i camion-trasportatori stranieri! In regime di cabottaggio, ma anche senza! Tanto ci sono una miriade di trasportatori dell’Est europa e vicinanze che aspettano di trovare un carico di ritono da dove sono venuti. Ma va bene anche un breve viaggio in direzione del ritono. E le imprese che hanno sede all’estero dove operano, usano, e pagano, con i prezzi del Paese ospitante, titolari italiani? Hanno poche spese, di là. Trovano facilmente lavoro per l’Italia. Gestiscono ritorni per le zone dove hanno stabilimento e praticano prezzi, risultando sulla carta di circolazione ditte con sede estera, con costo inferiore a quello che in Italia si chiama costo minimo! Molti industriali e aziende lo sanno e li conoscono. Molti italiani titolari di aziende trasporti l’hanno studiata e preferiscono aprire aziende all’estero (niente attestati, certificati, capacità finanziaria ecc.. ). Prova a pensare un pò: quanti camion italiani ci sono sulle strade e quanti esteri-dell’est, sopratutto, ci sono in percentuale di mezzi?

  12. In Francia le regole sul cabotaggio, e non solo su quello, vengono fatte rispettare. Com’è che là si e da noi no??? Il problema non è solo il comportamento dei committenti ma soprattutto degli organi preposti al controllo.

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