Le proteste dei No Tav vi hanno bloccati in coda? Potete richiedere i danni

Se un autotrasportatore rimane incolonnato per ore per strada, bloccato da una manifestazione di protesta, può ottenere dagli organizzatori della protesta stessa un risarcimento. Ad affermarlo è l’avvocato Ivan Di Costa, in risposta a un quesito posto da un autotrasportatore piemontese rimasto bloccato per colpa delle proteste dei comitati No Tav, e per nulla disposto ad accettare che chiunque, per avanzare sue pur legittime proteste, possa danneggiare altre persone. 

“I tanti autotrasportatori rimasti incolonnati per diverse ore sulle strade della Val di Susa hanno sofferto un pregiudizio economico non indifferente (rappresentato dal costo del lavoro dell’autista e dal fermo del veicolo) a causa del blocco della circolazione provocato dagli sbarramenti innalzati dai contestatori aderenti ai comitati (autoribattezzatisi NO-TAV) per bloccare il  passaggio delle forze dell’ordine”, spiega l’avvocato Di Costa nella sua risposta che può essere letta integralmente, con altri quesiti di natura giuridica, nella rubrica La parola all’avvocato (clicca qui). “La condotta dei manifestanti può astrattamente essere inquadrata come interruzione di pubblico servizio, reato previsto e punito dall’art. 340 c.p. con la reclusione fino a un anno (per i capi, promotori od organizzatori la pena è aumentata da uno a cinque anni). Trattandosi di una condotta manifestamente antigiuridica che ha avuto l’effetto di comprimere la libertà degli utenti privati e professionali della strada di far uso del bene pubblico per i propri spostamenti, gli autori e gli ideatori dei blocchi stradali possono essere ritenuti civilmente responsabili, ai sensi dell’art. 2043 del Codice civile, per i disagi procurati per l’effetto agli automobilisti, nella misura accertata concretamente dal giudice in corso di causa (si ricordi che, trattandosi di illecito penale, la quantificazione del risarcimento comprenderà anche il danno morale). L’azione risarcitoria potrà essere introdotta mediante la costituzione di parte civile nell’eventuale processo penale a carico dei responsabili oppure con separato autonomo giudizio civile da proporre con citazione non oltre 5 anni dai fatti, davanti al Giudice di Pace (se il valore della causa non supera i 5000 euro) oppure davanti al Tribunale (se superiore ai 5000 euro) del luogo di residenza dei convenuti o, in alternativa, del luogo dove la condotta illecita si è consumata”.

11 risposte a “Le proteste dei No Tav vi hanno bloccati in coda? Potete richiedere i danni

  1. Mi sembra cosa buona e giusta. Ognuno di noi ha il diritto di far sentire la propria voce ma non per questo deve danneggiare altre persone. La vera domanda è: con i tempi della giustizia italiana e i costi degli avvocati chi mai intenterà una causa per una mezza giornata di lavoro persa?

  2. E’ proprio qui l’errore, nel non agire perchè l’importo non è altissimo e perchè in Italia la giustizia ci impiega decenni…. Questi “signori” approfittano proprio del fatto che la gente onesta e perbene rinuncia a far valere i propri diritti (di potersi muovere liberamente, di poter lavorare) calpestati dal diritto (di protestare) di qualcuno che , in qualche caso, onesto e perbene non appare poi tanto. Esistono le class actione, sapete? Si fa una causa in cento, mille, diecimila, si spende pochissimo in avvocati e forse questi signori la capiranno che la loro protesta deve seguire la strada della civiltà….

  3. Se la protesta No Tav è fatta da gente che ragiona e scrive come il “signor” Alvarez, beh, c’è solo il rischio che la gente normale pensi davvero che a protestare siano i professionisti del caos, frange di gente senza arte ne parte pagata (da chi????) per disturbare il manovratore di turno. la politica (d’opposizione) si fa molto più spesso di quanto si possa pensare anche seguendo queste strade, usando questi mezzi penosi…

  4. Probabilmente dietro la protesta No Tav ci sono anche i soliti delinquenti facinorosi che passano la vita scendendo in piazza a urlare slogan e sventolare bandiere (ma a volte anche a lanciare cubetti di porfido, a incendiare auto e sfasciare vetrine dei negozi….) spostandosi di Paese in paese e seguendo chi paga meglio. Ma sicuramente ci sono anche moltissime persone perbene che sono semplicemente contrarie a un progetto ambientalmente disastroso. E con queste ultime ci si può anche schierare… (tenendo bene le distanze dagli ex sessantottini che del casino hanno fatto una professione pagata da qualcuno che non è molto distante da ambienti politici e forse sindacali…)

  5. Caro avvocato Di Costa, quali sono, almeno indicativamente i costi da sostenere, singolarmente, per le spese legali per far causa agli organizzatori dei No Tav ? (In modo da regolarsi per capire se il gioco vale la candela ed evitare che l’eventuale rimborso ottenuto non basti neppure a pagare l’avvocato….) Grazie.

  6. Lancio un appello alle moltissime “vittime” delle proteste No Tav. Se avete del denaro da spendere in avvocati, fate causa. È’ una questione di civiltà. È una battaglia (legale) per stabilire che le brave persone non devono rimetterci per colpa di poche persone che dei diritti altrui se ne fregano. (Le persone serie contrarie alla Tav troveranno comunque sicuramente forme di protesta che consentano loro d’essere ascoltati senza prevaricare i diritti altrui….)

  7. Alle persone serie che protestano contro la Tav: prendete quelli che come Alvarez sanno solo offendere e usare parolacce e dategli un bel calcio nel sedere. Renderete la vostra protesta molto più credibile….

  8. C’è una rabbia sorda che sta montando, in silenzio ma fortissima, nella gente “normale” che non ne può più di gente che prevarica, che urla, che vuole comunque avere ragione mentre tutti gli altri hanno torno. Questa gente normale, se qualcuno non interverrà, alla fine si stancherà di comportarsi normalmente continuando sepre a subire.E allora saranno guai per tutti. Prevenire è meglio che combattere, caro Governo. Leggete tutti più spesso Giampaolo Pansa, la sua lettura vi aiuterà ad aprire gli occhi….

  9. Attenzione perchè anche i trasportatori potrebbero incorrere nelle medesime reazioni. Quando abbiamo fatto le nostre proteste anche noi abbiamo bloccato qualcuno o qualcosa. Ed abbiamo chiesto comprensione e condivisione dei nostri problemi.

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