Costi minimi per la sicurezza nei trasporti, tutto rinviato a dopo l’estate

Chi s’aspettava di sapere immediatamente qualcosa di preciso sul futuro dei costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto, tema bollente di una attesissima riunione che si è svolta a Roma fra Governo e parti sociali, è rimasto deluso.

Per sapere se verranno o meno accolte le proposte avanzate dalle parti sociali bisognerà infatti attendere dopo l’estate quando i rappresentanti del Governo avranno fatto ciò che alla fine dell’incontro romano hanno promesso di fare: valutare attentamente nel merito le proposte avanzate. Proposte nelle quali non figura esplicitamente alcun accenno specifico all’abolizione dei costi minimi della sicurezza, come aveva invece invocato  Confindustria. “La situazione rimane pertanto ferma e l’autotrasporto, in attesa di avere un quadro delineato, non può far altro che ribadire la richiesta di dare applicazione alla legge in vigore”, ha commentato il presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, aggiungendo che  “va confermata la volontà nel ricercare, per settori specifici, soluzioni idonee a rendere meglio applicabile la legge. Soluzioni che erano gia’ state individuate per alcuni settori e che sono state poi bloccate proprio dalla Confindustria, apparentemente interessata solo solo di aver mano libera per stressare le attivita’ del trasporto, infischiandosene del fatto che le conseguenze, in tema di sicurezza, le pagano i cittadini”.

9 risposte a “Costi minimi per la sicurezza nei trasporti, tutto rinviato a dopo l’estate

  1. Ho sentito ora la Marcy alla radio. Dice che il loro lavoro prosegue e che si sono riconvocati con le parti sociali per la prossima settimana. Vale a dire che stanno preparando i piani. NOI DOBBIAMO FARE ALTRETTANTO!

  2. Ancora tempo dopo oltre un anno, è un’indecenza, sul territorio dobbiamo dare risposte alle Imprese. L’Italia va al mare incosciente di quello che la aspetta a settembre, ottobre, novembre, oppure per esorcizzare in qualche modo la paura del rientro. Aziende di autotrasporto storiche e sane arrancano, quelle in bilico cadranno, è la legge del mercato ma, mancano chiarezza, riferimenti, dati irrinunciabili per chi fa impresa. Oggi navigazione a vista ma, in questo nebbione si rischia ogni giorno di rimanere in secca, magari per sempre.

  3. Se c’è una cosa che non sopporto è lo stress dell’attesa, sia ben chiaro non quella accademica, ma, quella a cui ci sottopongono tutti i giorni le istituzioni in generale, e parlo di ministeri u, uffici periferici, banche, ecc… Distogliere per un attimo l’attenzione dai mercati, oggi, significa perderne cospicue quote, non operare con l’attenzione, la rapidità e l’elasticità necessarie significa perdere il lavoro, sbagliare la programmazione aziendale, un investimento significa essere per sempre fuori dal mercato. Oggi l’Italia si ferma, riflette ma, su che cosa chiaramente non capisco. Cosa c’è di arcano, di tanto incomprensibile? Buona volontà nel capire cose semplici, ovvie e operare come un buon padre di famiglia (non solo per la propria) questo è indispensabile. Sacrifici che nessuno vuole più fare, mettere se stesso al servizio degli altri senza per forza trarne un beneficio se non la soddisfazione di aver cercato e magari trovato, delle soluzioni utili a tutti. Chi ha la testa fresca, non la getti all’ammasso, accetti la sfida, si metta in gioco, per se stesso e per l’Italia. Io farò la mia piccolissima parte ed i nostri imprenditori, quelli veri, sono sicuro faranno lo stesso. Ma, in questo caldo venerdì di agosto, da bollino nero, dove i nostri mezzi tra qualche ora si fermeranno sui piazzali assolati per 31 ore, dove i nostri conducenti e quelli dei mezzi stranieri sogneranno un ombrellone e un bel bagno refrigerante, dove la merce resterà immobile e improduttiva a scaldarsi sotto il sol leone forse, è chiedere troppo? Magari ne riparliamo a settembre, quando finalmente la sabbia libererà tutte quelle teste di STRUZZO che intrappolerà in questi giorni. Quando ad una pentola hai raschiato il fondo o la riempi di nuovo o a furia di raschiare rischi di sfondarla, allora non c’è più niente per nessuno. L’irresponsabilità rasenta la follia. Cordiali saluti e buon lavoro, per le vacanze c’è sempre tempo.

  4. Forse il sole d’agosto ha offuscato le idee dei commentatori che hanno scritto sopra. Noi trasportatori non dobbiamo aspettare proprio nulla! Abbiamo una legge e va fatta applicare. Questo dobbiamo chiedere ed essere pronti a battagliare fino alla “morte” affinché Confindustria o chiunque altro, governo compreso, non facciano annullare una legge, ripeto legge vigente della Repubblica Italiana, che perlomeno ci dà un minimo di tutela. Tutela non solo per il nostro lavoro, ma una sicurezza sociale per tutti. Ecco che allora dobbiamo tenere alta la guardia affinché i tromboni che si sono seduti al tavolo del governo ieri non escano con provvedimenti che attaccano i costi minimi di sicurezza che nulla hanno a che fare con lo sviluppo dell’economia. Caro Antonetti il motto deve essere “chi tocca i costi minimi di sicurezza” muore!!!
    La categoria ormai al collasso saprà reagire come mai è successo nella nostra storia e se non ci riescono l’opposizione o la borsa a mandare a casa il governo (se tocca i costi minimi), lo faremo noi e garantisco la riuscita.
    Balan, un trasportatore con gli attibuti.

  5. Sono delusissimo sia dei nostri sindacati (Unatras) che del governo il quale non merita di essere rieletto. Secondo me stanno facendo i soliti giochetti e dopo l’estate chi deve riprendere a sgobbare non penserà più ai costi minimi ma a far andare avanti la sua azienda.
    L’impressione è che si voglia regalare il mercato a chi si comporta male. Che ci sia sotto qualcosa ???

  6. No, non c’è sotto niente. sono tutti alla ricerca di evitare i costi . Giusti, reali, essenziali, dovuti ai trasportatori – vettori. Tutto il resto è solo gioco alla pesca (intesa con l’amo). Anche senza costi minimi, il mio tariffario non regge alla concorrenza e non neccessita di “legge”. Cosi’ è se vi pare, io i costi me li faccio e adeguo mensilmente, almeno fin che non sottoscrivo contratti scritti. Per il resto mi faccio pagare, il punto è SE PAGANO poi alla fine e non tanto quanto pagano!

  7. Scusate ma a me una cosa che non va giù e che non mi è mai andata giù è il concetto di sottomissione nei confronti della committenza (confindustria, ndr). Mi ricordo ancora come tanti anni fa, a una delle mie prime lezioni universitarie, il professore spiegò il concetto di monopolio e di libera concorrenza; disse “il monopolio è una forma di mercato dove un unico venditore offre un prodotto e ne stabilisce il prezzo”. Al che dissi tra me e me, ma allora noi trasportatori che siamo gli unici ad offrire il trasporto in italia, visto che la quasi totalità delle merci si muove su gomma, siamo dei monopolisti! Ma allora perchè i prezzi li fanno gli altri e noi dobbiamo sempre abbassare la testa e continuare ad accettare tutto quello che ci viene imposto? Ecco, sono passati vent’anni da quella lezione, ma quella domanda che mi posi torna a tuonare ogni volta che vado da un committente a firmare un contratto.
    In questi vent’anni e nei racconti dei precedenti quaranta vissuti da mio padre in questo mondo, la situazione non è cambiata di una virgola, i governi si sono succeduti così come i nostri rappresentanti, ma come nel Gattopardo, TUTTO CAMBIA AFFINCHE’ NULLA CAMBI.
    Quasi due anni fa, mi trovavo anche io a Roma (ebbene si, sono un membro del consiglio nazionale della FAI), nella riunione in cui si era riusciti finalmente ad ottenere la famigerata legge sui costi minimi per la sicurezza, e tornai in azienda convinto di aver finalmente risolto i problemi miei e dei miei colleghi trasportatori.
    Pensai che quella idea di vent’anni prima di “monopolio” si fosse finalmente realizzata nella maniera più giusta, quella della tutela prima di tutto della sicurezza della collettività.
    Purtroppo ci sono voluti altri due anni per vedere quella legge stampata sulla gazzetta ufficiale ma a questo punto non so quanti altri ce ne vorranno per vederla “applicata” e se mai lo sarà.
    Sono altamente demoralizzato, quando vado dai grossi clienti, quelle belle multinazionali che si vantano di essere paladini della sicurezza nelle loro aziende, di quelli che passano ai raggi X gli autisti perchè dentro le loro fabbriche non vogliono incidenti, a spiegarli (ma tanto lo sanno meglio di noi) la nuova legge e mi sento rispondere: Noi non ti possiamo dare un euro in più e vuol dire che quando arriveranno le sanzioni e se mai arriveranno, le pagheremo! tanto ci costa sempre di meno che dare l’aumento a voi come dice la legge.
    Ed io a quel punto che devo fare, sapendo come funziona la giustizia in Italia? Tornare dai miei 40 autisti e dirgli di lavare i camion e parcheggiarli per sempre, oppure continuare a chinare la testa ed andare avanti verso il baratro?
    Purtroppo la scelta la sapete già, e così continuiamo a remare ogni giorno verso il triste destino.
    Beh io a dire la verità mi sono stufato di tutto ciò, rivoglio il mio orgoglio, rivoglio il mio sogno di “monopolio”, in cui le tariffe siano uguali per tutti, ed il cliente ti sceglie per il servizio che gli dai, perchè tu sei più bravo di un altro a fare il tuo mestiere.
    Concludo, e scusate se mi sono dilungato troppo, con la speranza che solo l’unità di noi trasportatori possa portarci a riavere quella dignità oramai persa da troppi anni, perchè singolarmente non siamo in grado di combattere contro i mulini a vento, ma UNITI possiamo far valere i nostri diritti.

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