Confindustria: “Sui costi minimi Russo fa chiacchiere arroganti e prive di senso”

A chi come Russo dimostra così poco rispetto per i suoi interlocutori, sarebbe da replicare dicendo che le sue affermazioni sono solo chiacchiere arroganti, prive di senso e puramente strumentali. Che Confindustria si sia opposta e continui ad opporsi ai cosiddetti “costi minimi” è per il semplice fatto che essi non garantiscono affatto la sicurezza, oltre ad essere dannosi per l’economia del Paese e lo stesso autotrasporto.
La committenza, almeno quella rappresentata da Confindustria, non ha mai chiesto rinvii o riduzioni dei costi, ma solo il rispetto della legge, benché elaborata in modo aberrante e ambiguo. Ma il rispetto della legge non è stato garantito nemmeno dal MIT, che ha impedito all’Osservatorio di deliberare sotto l’ennesima insulsa minaccia di fermo delle solite rappresentanze dell’autotrasporto.
I costi ministeriali sono diventati obbligatori? Bene! Si applichino! Ma la sicurezza non sarà mai garantita da costi minimi; con un sistema di controlli e sanzioni rivolto solo alla committenza, non c’è nessuna certezza che gli stessi vettori li rispettino.
Se il Sig. Russo facesse meno demagogia corporativa, dovrebbe essere il primo a proporre un sistema di controlli e sanzioni sui vettori, fino all’espulsione dal mercato di quelli che non rispettano i costi minimi. Ma non lo ha mai fatto, quando gli è stato proposto, e mai lo farà. Con buona pace della sicurezza, continuerà con convinzione a fare solo chiacchiere sul tema.

Giuseppe Mele
Vicedirettore delle politiche industriali di Confindustria

24 risposte a “Confindustria: “Sui costi minimi Russo fa chiacchiere arroganti e prive di senso”

  1. Cominciamo con l’espulsione dal mercato di quelli che trasportano “abusivamente” 1000 quintali alla volta per la cara Emma.

  2. Le affermazioni del sig. Mele sono totalmente ridicole e infondate. Confindustria si è opposta fin dal primo momento ai “costi minimi” semplicemente perchè pagare il “giusto” agli autotrasportatori è qualcosa che è fuori dalla loro mentalità. Si sono abituati per troppi anni a sottopagare e ora che la legge che ricordo dal 2008 per i contratti non scritti e dal 13 giugno 2011 per i contratti scritti impone loro senza più differenziazione di corrispondere ciò che è stabilito dalle tabelle ministeriali i “loro” conti non tornano. Dice dannosi all’economia, anche qui non si capisce a cosa si riferisce, tutti gli studi hanno evidenziato come l’incidenza sul prodotto finale sia semplicemente insignificante. Parla di controlli? I controlli fino ad oggi erano fatti solo agli autotrasportatori, guardare le cifre e poi parlare. Minaccia di fermo per impedire all’Osservatorio di promulgare i costi minimi? Anche questa è una bugia, si è aspettato il tempo necessario stabilito dalla legge, poi è scritto (si prega di leggere con attenzione) che si sarebbero applicati gli stessi costi minimi dei contratti non scritti anche a quelli scritti. Invece di parlare di demagogia e corporativismo da parte del Dott. Russo che si è sempre battuto per la legalità all’interno dell’autotrasporto e che senza far subire al Paese scioperi è riuscito a porre la questione sicurezza e fare in modo che vi fosse una legge che garantisse tutto ciò nell’interesse di tutti nessuno escluso, credo che chi dice il contrario sia soltanto spinto dal fatto che temi quali la legalità e la sicurezza, il rispetto delle regole da parte di tutti siano concetti che forse non fanno parte del proprio bagaglio educativo e culturale.

  3. Avere critiche da Confindustria è per me un onore al merito, significa che difendo bene gli interessi delle imprese di autotrasporto; tuttavia credo che il sig. Mele non abbia brillato per correttezza e rispetto rivolgendomi critiche a carattere personale. Ognuno di noi svolge il proprio lavoro in funzione del ruolo che ha e comprendo che le posizioni di ciascuno sono spesso in conflitto, ma mi hanno insegnato che non si attaccano mai, e dico mai le persone. Si possono criticare le scelte e le azioni delle organizzazioni che rappresentano una parte del mercato che spesso si contrappone al nostro mondo, ma il rispetto per il lavoro altrui va sempre mantenuto. Comunque, benchè sulla vicenda costi minimi lo scontro con Confindustria è stato e resta aspro, io ribadisco il rispetto e la buona considerazione per il sig. Mele. Per il contesto in cui sono maturate le critiche di Mele credo che non sia il caso di rispondere.

  4. Il rispetto della legge? La black-list di Spediporto dove la collochiamo? I cartelli degli spedizionieri sanzionati dall’antitrust, dove li collochiamo? Quella che definisce l’insulsa minaccia del fermo è stata fatta alla luce del sole e tutti possono valutarla e criticarla. Sono gli accordi sottobanco, gli scambi di favori tra politici e imprenditori (non certo i piccoli imprenditori del trasporto) che hanno qualcosa di insulso. La reazione biliosa del dott. Mele mi fa comunque pensare che qualcosa si sta muovendo.

  5. La legge sui costi minimi a mio avviso è stata una scelta inevitabile visto il fallimento di mercato che non riesce a remunerare opportunamente tutti gli anelli della filiera. A farne le spese finora è stata la parte contrattualmente più debole, l’autotrasporto conto terzi. In altri settori si potrebbe parlare di abuso di posizione dominante. L’impresa manifatturiera giustamente insegue l’efficienza e lì dove può deve tagliare i costi, la prassi ha innescato un meccanismo per cui si cerca di risparmiare su quei servizi e prodotti che si è scelti di esternalizzare, costringendo alcuni operatiri in posizione di dipendenza a spingersi oltre i limiti della legalità per di garantire l’output richiesto al prezzo che il committente è disposto a pagare. In questo modo si pregiudica il business stesso indebolendo un anello della filiera che inevitabilmentè offrirà un servizio di minor qualità.
    Io penso che siano altrove da ricercare gli sprechi sia dell’industria che del settore terziario spesso ad esso collegato. Sul Sole24ore di venerdì leggevo un articolo su come il gruppo industriale facente capo ai Ligrestri faceva uscire denaro dalle casse aziendali di una controllata commissionando consulenze strapagate e sponsorizzazioni stravaganti.
    Queste distorsioni arrecano i veri danni ai consumatori che si trovano a dover pagare i conti di grandi società in default, oltre ad aver pagato per anni il prezzo di un prodotto o servizio comprendente il costo degli sprechi.

  6. Ho un sassolino nella scarpa, ahi, Che mi fa tanto tanto male, ahi.
    Batto il piede in su, lo batto in giù, Giro e mi rigiro, sembro belzebù.

  7. “Sei solo chiacchere e distintivo … chiacchere e distintivo ..” Ma chi fa la parte di Eliot Ness e chi di Al Capone ?

  8. Sarà anche demagogico dirlo ma… con la reazione del dott. Mele vuol che il nostro segretario generale ha colto nel segno, tutto il resto è noia!

  9. È comprensibile l’arrabbiatura del dottor Mele. Solo oggi forse si sta rendendo conto che tutto quanto sta avvenendo non è altro che quello che era stato previsto con la legge n.32/05 e dallo stesso Mele condivisa. Si potrà sostenere che i costi minimi siano una forzatura rispetto al testo della legge delega. Ma non fanno altro che tradurre in numeri il rispetto delle leggi sulla sicurezza sociale e della sicurezza.

  10. Riporto uno stralcio della comunicazione del dott. Mele che, per quel poco che ho conosciuto, reputo essere persona intelligente: ‘I costi ministeriali sono diventati obbligatori? Bene! Si applichino!’. Partendo da questa frase chiedo perchè si faccia tanto casino attorno a questi costi minimi di esercizio. Confindustria tramite il suo vicedirettore dovrebbe sensibilizzare le proprie associate a rispettare un dispositivo di legge anzichè consentire loro di elaborare ‘black list’ dei trasportatori e osteggiare le nostre rivendicazioni. La Legge va rispettata e questo lo sanno bene tutti i cittadini, gli industriali forse hanno una dispensa? Aggiungo che noi autotrasportatori faremo la nostra parte sia per l’applicazione e sia per una eventuale revisione degli stessi adottando metodi più congrui ai vari settori di impiego. Facciamoci pagare, lo dice anche il dott. Mele, ma rispettiamo a nostra volta le leggi!

  11. Colleghi, ma allora le nostre associazioni dell’Unatras hanno fatto finalmente un buon lavoro. Se i grossi calibri di Confindustria si agitano in modo esagerato vuol dire che, grazie alle norme volute dalla categoria, finalmente un po’ di giustizia arriva anche per noi. Avanti così e solidarietà a Russo.

  12. Il dottor Mele dovrebbe sapere che quando ci si trova in una certa condizione agitarsi serve solo a far provare più piacere…

  13. Ma allora ragioniamo, colleghi, se gli spedizionieri si agitano, la Confindustria protesta, vuol dire che le norme per noi vanno bene. Allora quelli che ci dicevano che Del Boca, Uggè, Caffi e Coppelli non tutelavano la categoria o non capivano niente o erano in malafede. Se effettivamente, come dicevano  Montali, Longo ed altri, le disposizioni sono inefficaci perché questi della committenza si agitano così tanto? Non sosterrete che sia in atto un gioco delle parti? Riconoscete allora di aver sbagliato e entrate in Unatras.

  14. Credo anch’io che le norme, pur sempre se perfettibili, siano la strada giusta per garantire ai cittadini un autotrasporto sicuro e ai trasportatori la possibilità di avere dei punti di riferimento certi per confrontarsi con i committenti. Vergognoso, e questo sì arrogante, l’attacco personale al segretario Unatras.

  15. Non condivido i toni usati da chi rappresenta una realtà importante del mondo delle imprese nei confronti di Pasquale Russo, al quale va tutta la mia solidarietà. Si possono avere idee diverse; tutelare interessi contrastanti, ma non si può arrivare agli attacchi personali. Il dottor Mele poi si dovrebbe ricordare che se non avesse assunto una posizione negativa durante le fasi calde della trattativa forse il risultato sarebbe stato più sostenibile, anche se la legge n32/05 (non dimentichi Mele chi l’ha portata avanti) delineava un simile percorso.

  16. Ho letto con attenzione le varie posizioni espresse e credo che innanzitutto si debba esprimere ampia solidarietà a Russo. Sempre che non abbia avuto una informazione distorta sbaglio o è stata proprio la confederazione rappresentata dal dottor Mele a impedire la sottoscrizione di un accordo per il settore chimico, praticamente concluso e quella di altri settori che se ne annunciavano. Ora come si fa a sostenere che si voleva operare per trovare vere condizioni di sicurezza e sostenere che quanto è stato fatto è solo il frutto di una pressione della categoria degli autotrasportatori. Comprensibile la delusione ma in nove mesi perché il dottor Mele non si è impegnato per ricercare un’intesa. Io ricordo di aver letto una proposta avanzata proprio da Uggè che mirava ad escludere l’intermediazione parassitaria e che sosteneva che un confronto diretto avrebbe fatto risparmiare i produttori e fatto ottenere all’autotrasporto i costi della sicurezza. Perché non ha seguito quella strada dottor Mele? Vorrei anche dare un suggerimento, sempre che il rappresentante di Confindustria non si inalberi. Sostiene che le norme volute dal Governo non siano funzionali per garantire la sicurezza. Al di là della poca considerazione nei confronti del sottosegretario Giachino che ha seguito la trattativa e l’iter parlamentare (lei dà dell’incapace non solo a lui ma anche allo stesso ministro e ai suoi collaboratori) perché non formula una proposta per iscritto che garantisca senza dubbi il rispetto delle disposizioni sulla sicurezza sociale e della circolazione. Su una proposta concreta se lo scopo è chiaro non dovrebbe trovare opposizioni e ricostruire gli spazi per un confronto positivo. E mi ascolti prima compia un atto di umiltà e chieda scusa a Russo. A tutti capita di sbagliare.

  17. Credo che debba innanzitutto dare la mia piena solidarietà a Pasquale Russo per le poco cortesi espressioni usate nei suoi confronti. Sono certo che Mele, da uomo corretto quale è, non mancherà di rimediare alla prima occasione utile. Non condivido le tesi sostenute dal dottor Mele in quanto ritengo che il risultato ottenuto sia la strada per avviare un percorso dove i furbi che giocano con la vita dei cittadini possano essere individuati e messi fuori mercato A qualsiasi parte appartengano. Sono altrettanto convinto che non ci troviamo in presenza di tariffe obbligatorie, in questo sono in netto contrasto con le tesi sostenute da Confindustria, ma dei riferimenti ai quali un terzo interessato possa sempre far riferimento laddove risulti essere stato danneggiato da comportamenti indotti da violazioni alle norme sulla sicurezza. Credo che il dottor Mele riconosca questo principio e se così è, perché non trovare, partendo da quello che oggi è in essere, una intesa in nome della sicurezza dei cittadini. Mele sa come me che se colui che affida il trasporto compila un contratto scritto, ed è la gran parte dei casi delle grandi utenze, e non induce il trasportatore a violare le norme di legge, non corre alcun rischio. Allora io credo che gli spazi ci siano. Partiamo da quello che oggi esiste e troviamo insieme un percorso che garantisca tutti coloro che operano in modo onesto e serio. Il Paese necessita di intese e coesione. E se per ottenere questo si deve marginalizzare coloro che non si comportano in modo corretto, facciamolo. Lo dobbiamo alle vittime della strada e alle loro famiglie.

  18. A Pasquale Russo va tutta la solidarietà mia e di tutta la Fai provinciale di Bergamo per l’indegno attacco fatto nei suoi confronti non dai vertici di Confindustria, ma da un collega dipendente della stessa organizzazione.
    Purtroppo certe organizzazioni e di conseguenza i loro salariati, sono talmente pieni di sè che dimenticano il più elementare rispetto della controparte e delle persone che la rappresentano.
    Per Confindustria è una brutta caduta di stile e in questo caso hanno dimostrato di avere ancora molto da imparare da noi “camionisti” nel gestire un confronto pacato e civile.
    Al presidente Uggè dico: ben venga il confronto nell’interesse generale del Paese e della sicurezza dei cittadini, ma non dimentichiamo mai che la storia di questi ultimi anni ha dimostrato che ci rispettano solo se ci temono! Ergo …stringiamoci a coorte siam pronti alla…….!
    Doriano Bendotti, segretario provinciale Fai Bergamo.

  19. A me sembra che una categoria che frequenta i quartieri bassi e non certo i salotti buoni dove sono di casa i signori di Confindustria abbia dato una grande lezione di stile allo staff della dottoressa Marcegaglia….

  20. Delle lezioni di stile, come diciamo a Roma, non me ne può fregà de meno…. A me sembra piuttosto che la committenza se ne strafreghi della sicurezza della gente sulle strade e sia disposta a metterla a rischio per una manciata di centesimi di euro al chilometro. Capisco che in questi momenti di crisi acnhe i centesimi siano preziosi, ma ci sono moltissimi altri costi da tagliare prima di toccare la sicurezza. Un esempio? La pubblicità? Andiamo a scoprire quanti soldi spendono molte aziende ( quelle stesse che non sono disposte a pagare di più il trasporto) per farsi pubblicità… E i titolari di quelle aziende si facciano un esame di coscienza….

  21. Ma siamo sicuri che quei costi minimi per la sicurezza non comprendano in realtà un utile che i camionisti, “ricattando” il governo, non sono riusciti ad accaparrarsi mentre altre categorie meno potenti e con meno “santi in paradiso” non hanno saputo ottenere?

  22. Ma se i signori committenti sono così bravi a fare tutto, perché non si arrangiano, si comprano delle proprie flotte di camion, si assumono i camionisti, si pagano bolli e assicurazione, gasolio, gomme e riparazioni meccaniche…Forse sarebbe la volta buona per capire cosa costa oggi in Italia trasportare merci….

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