“Sui costi della sicurezza del trasporto Conad e Coop rifacciano i conti”

“Conad e Coop hanno fatturato nel 2010 rispettivamente circa 10 miliardi e 13 miliardi di euro. Considerando che il costo del trasporto incide nei bilanci della grande distribuzione per il 3 per cento e ipotizzando anche (come dicono loro, ma è  tutto da dimostrare) che  rispettando i costi minimi per la sicurezza il trasporto delle merci subirebbe un aumento del 25 per cento dei costi, risulta che l’aumento sarebbe di 75 milioni di euro su un fatturato di 10 miliardi. Il che significa un aumento dello 0,75 per cento”.  

A fare i conti, deciso a verificare se le dichiarazioni fatte da esponenti della Grande distribuzione in materia di aumento dei costi dei prodotti nei supermercati per “colpa” dei costi minimi per la sicurezza, è Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai di Bergamo. E dopo aver fatto e rifatto i conti, Bendotti  ha deciso di lanciare un invito alle signore che vanno nei supermercati a fare la spesa. “Provate a verificare se l’aumento dei prodotti quest’anno è stato contenuto nello 0,75 per cento oppure se ha superato, abbondantemente, questa soglia”,  chiede il segretario provinciale della Fai di Bergamo alle massaia di tutta Italia. Con un’appendice finale: “La vita dei cittadini consumatori vale meno dell’uno per cento?”

7 risposte a ““Sui costi della sicurezza del trasporto Conad e Coop rifacciano i conti”

  1. Ma Conad e Coop non sono i gruppi che spesso si distinguono per gli aiuti ecosolidali e a favore di iniziative per il terzomondo? Bene, continuate pure su questa strada, ma per una volta pensate anche a quel disgraziato del sottoscritto e alla sua famiglia da sfamare facendo un lavoro sottopagato e sfruttato come quello dell’autotrasportatore.

  2. Leggo su internet che il procuratore di Milano ha aperto un’inchiesta imputando al direttore di Libero il reato di vilipedio al capo dello Stato partendo dalla lettura del giornale. Perfetto, l’obbligatorieta’ dell’azione penale esiste e va applicata. Ora perche’ non aprire analogamente un’inchiesta per istigazione a delinquere contro i rappresentanti della grande distribuzione che attraverso l’agenzia Ansa incitano a non rispettare una legge dello Stato atta a salvaguardare la sicurezza dei cittadini tanto cara al nostro amato presidente?

  3. Grande Bendotti, tenete duro perché è ampiamente dimostrabile che abbiamo ragione e non possiamo mollare in questo momento, ne va delle nostre aziende. Mi chiedo perché il ministro non ci sostiene più incisivamente visto che la nostra categoria paga parecchie tasse.

  4. Purtroppo tutti si riempiono la bocca con la sicurezza l’importante però è che non costi nulla e se proprio c’è qualche costo se lo sorbiscano i trasportatori.

  5. Il signor Bendotti ha scoperto gli altarini e le ipocrisie delle imprese della grande distribuzione che hanno sostenuto che l’applicazione dei costi minimi produrrebbe un aumento del 25per cento con ricadute sui prezzi finali, cioè al consumo. Da quanto dimostrato dal signor Bendotti, e dai dati che l’ufficio studi della Confcommercio ha fornito, senza che vi fossero contestazioni sui dati e quindi pubblicati su Stradafacendo, l’impatto sui beni di consumo nell’ipotesi di un aumento dell’entità denunciata dalla grande distribuzione, si aggirerebbe intorno allo 0,0 qualcosa. Quindi di cosa stiamo parlando? Forse qualcuno pensa così di poter scaricare sull’autotrasporto gli aumenti dei prezzi che verranno e che sono avvenuti per taluni prodotti dell’ortofrutta già in questi giorni?
    Se si prendono a riferimento i dati forniti da questi committenti scopriamo ancor meglio quanto in modo palese mettano a repentaglio l’incolumità della gente, causa il riconoscimento di corrispettivi ai trasportatori che non coprono i costi della sicurezza che il ministero da più di un anno rende noti. Assumendo per buono l’aumento segnalato del 25 per cento, e partendo da quanto il ministero definisce come costi minimi per chi percorre in un anno 100mila kilometri (1,21 euro/km) emergerebbe che questi signori riconoscono ai loro vettori prezzi intorno ai 0,85 euro/km. Una vergogna che non copre i costi. Un rapido calcolo dimostra infatti che se si opera nel rispetto dei tempi di guida, previsti dalle norme comunitarie, con la velocità commerciale consentita nel nostro Paese, con un solo autista si possono percorrere non più di 100mila km. Considerando il costo del personale, quello del gasolio, l’ammortamento del mezzo, l’assicurazione, la manutenzione e gli pneumatici si viene a superare il valore di un euro/Km. Occorre aggiungere il costo delle autostrade, i costi di esercizio e il ritorno del capitale investito. Il costo che ne esce è superiore a quello calcolato dal ministero. La riprova si ottiene leggendo quanto le riviste specializzate pubblicano in base ai dati diffusi dalle case costruttrici che calcolano a loro volta i costi di esercizio. Se prendessimo a riferimento quelli i costi per un mezzo pesante arrivano a 1,65. altro che 0,85 che pagano. La sicurezza ha un costo e va riconosciuta.

  6. Secondo i dati difficilmente contestabili del sig. Bendotti anche se i committenti della grande distribuzione pagassero il giusto previsto per legge avrebbero un aumento dello 0.75% sui loro costi di trasporto. Benissimo,sapete di quanto è aumentata mediamente la spesa secondo i dati Istat riferiti a giugno 2011 rispetto all’anno precedente? Del 2.6, quasi 4 volte l’ipotetico aumento dei prezzi del trasporto che non è ancora stato riconosciuto. Ma non si vergognano certe organizzazioni della grande distribuzione a lamentarsi per il riconoscimento dei costi minimi di sicurezza? L’unica strada da seguire sono i controlli con la Guardia di Finanza e in breve moralizziamo il mercato in tutti i sensi…

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