Limitare i tir non renderà le strade più sicure e danneggerà l’economia

Chi sostiene la necessità di limitare il trasporto su gomma, in assenza di alternative, ha davvero a cuore gli interessi del Paese? E con meno tir sulle strade avremo realmente maggiore sicurezza? A dar retta  a qualche magistrato (quelli del Tar, il Tribunale amministrativo regionale del Lazio)  sembrerebbe proprio di sì. Con una recente sentenza i giudici laziali hanno infatti stabilito che nei giorni precedenti e in quelli successivi alle festività i mezzi pesanti non dovranno circolare. E poco importa se i dati Istat dimostrano che i momenti di  maggior incidentalità si verificano quando i tir sulle strade non ci sono, se l’incidentalità è riconducibile al comportamento delle persone e alla congestione. Una congestione che  dopo questa decisione non potrà che peggiorare, visto che in un numero minore di giorni (tagliati proprio dai nuovi divieti) i camion dovranno trasportare la medesima quantità di merci. Risultato? Aumenterà la quota giornaliera trasportata, aumenterà la congestione e diminuirà la velocità commerciale. In pratica è bastata una sentenza, scritta da persone che probabilmente poco o nulla sanno di flussi del trasporto, di mercato, per annullare quello che il Governo aveva introdotto a favore dello sviluppo. Quello che forse a qualcuno continua a sfuggire è che se le merci  viaggiano su strada non è per scelta degli autotrasportatori, ma per rispondere alle esigenze del Paese. E chi non sa o non vuole riconoscere questo dato di fatto o è prevenuto o  è portatore (sano?) di idee senza riscontro in alcun Paese del mondo. Persone che vivono fuori dal mondo (nella migliore delle ipotesi), totalmente incompetenti o addirittura in mala fede (nella peggiore) che dovranno rendere conto alla gente delle conseguenze:  lavoratori che percepiranno meno salario; assicurazioni che ridurranno i premi, un sistema produttivo che dovrà pagare maggiori costi e il Governo che dovrà sistemare i danni di una politica veteroambientalista. Sempre che il Governo non condivida l’assunto che sono i trasporti a muovere e a rendere competitiva l’economia di un Paese e dunque dia applicazione alla sentenza: in caso contrario non potrà certo chiamarsi fuori e dovrà attivarsi per trovare accorgimenti che evitino delle penalizzazioni per l’economia. Un fatto è certo: sostenere che il trasporto merci possa avvenire solo dal martedì al venerdì in un’economia globale è semplicemente  assurdo, fuori da ogni logica (e da ogni logistica), così come lo è sostenere che seguendo questa strada si determinerà più sicurezza. C’è davvero consapevolezza di cosa significhi per ognuno di noi la funzione del trasporto? Riusciamo davvero a comprendere che lo sviluppo e la competitività dipendono fortemente dal tempo che un prodotto impiega ad arrivare sul mercato di destinazione? Che la qualità, il prezzo, il tempo, sono i fattori determinanti in una economia basata sui flussi? L’Unione europea non è mai riuscita a definire un calendario dei divieti di circolazione unico e in tutti i Paesi europei concorrenti il trasporto circolerà liberamente. Ma lì conoscono l’importanza di una politica dei trasporti.

PaoloUggè (vicepresidente nazionale di Confcommercio, consigliere del Cnel e presidente nazionale di Fai Conftrasporto).

3 risposte a “Limitare i tir non renderà le strade più sicure e danneggerà l’economia

  1. Limitare i Tir significherà creare solo nuovi disoccupati. Chi li assumerà? Il Codacons che ha presentato il ricorso?

  2. Gentile signor Rienzi, lei si permette di intervenire, a nome del Codacons, su temi che riguardano il lavoro (e il posto di lavoro) di migliaia di addetti al settore dell’autotrasporto, e la sicurezza stradale. Posso chiederle di spiegare quali competenze ha maturato in vita sua in questi settori? PS: In assenza di una sua risposta dovrò ritenere che non legge questo blog o che non ha alcuna competenza specifica?

  3. Premesso che il signor Rienzi non è obbligato a seguire questo o quel blog, la soluzione al problema l’ha fornita lui direttamente, proponendo di tenere le merci sui camion frigo o nei magazzini del fornitore. Quindi dov’è il problema? Per le merci in deposito si aumenta il prezzo in virtù delle maggiori spese sostenute: energia per i frigoriferi, affitto dei locali o dei camion frigo, costo del personale per i controlli e manutenzione, quota delle spese fisse non remunerate a seguito delle prescrizioni legislative ecc ecc ecc ecc. Poi vedremo cos’avrà da dire il signor Rienzi. Tutti i trasportatori attraverso le loro associazioni (così come si fece per i container) comunichino che a seguito dell’intervento del Tar, il traporto di alcune categorie merceologiche costerà X in più.

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