Giachino: Il Governo non smentisce la politica dell’autotrasporto

A proposito delle preoccupate dichiarazioni dell’onorevole Paolo Uggè e di tanti amici di Stradafacendo (clicca qui per leggere l’articolo), faccio rilevare che l’ordine del giorno Borghesi fa parte di oltre 100 ordini del giorno presentati dai deputati al momento dell’approvazione del decreto sviluppo e sui quali il Governo, anche in risposta agli inviti autorevoli, ha dato un parere positivo.
L’o.d.g. Borghesi però parte dall’invito al Governo:
– a valutare l’opportunità di avviare quanto prima una riforma organica della disciplina del settore dell’autotrasporto nel pieno rispetto dei principi della concorrenza, della trasparenza, della tutela della sicurezza stradale e della sicurezza sui luoghi di lavoro, che risponde in pieno al lavoro di questi ultimi tre anni della politica per l’autotrasporto portata avanti da questo Governo.
Il punto successivo chiede al Governo :
–  a valutare l’opportunità di adottare ogni iniziativa, anche normativa, tesa a realizzare la definitiva liberalizzazione del mercato dell’autotrasporto attraverso il superamento del meccanismo basato sui cosiddetti “costi minimi di esercizio”.

Il Governo, nel portare avanti la politica dell’autotrasporto, in questi anni di crisi difficilissima e dopo che il Governo precedente non aveva regolato la liberalizzazione del 2005, ha individuato nelle norme contenute  nella legge 127/10 che valorizzavano, come mai prima, gli accordi di settore nei quali individuare i costi minimi della sicurezza, salvando la distinzione tra contratti scritti e contratti verbali, la linea migliore nell’interesse del Paese.
A questo aggiungiamo che, per iniziativa del Governo, nel  nuovo Codice della strada sono state inserite norme importanti per la sicurezza stradale e che riguardano i mezzi pesanti. È ovvio che su tale punto specifico dell’o.d.g. Borghesi, nel quale si chiede al Governo di valutare l’opportunità di realizzare una liberalizzazione che porti al superamento del meccanismo dei cosiddetti costi minimi di esercizio, la posizione da parte del Governo non potrà che essere di confermare la linea politica sin qui portata avanti. Il parere favorevole del Governo, dal punto di vista politico, non poteva che essere in linea di massima favorevole anche se, preciso, il suddetto o.d.g. non è stato votato, proprio perché non poteva essere accolto nella sua interezza, contenendo elementi non condivisi da questo Governo. Inoltre l’o.d.g. non è equiparabile a un emendamento, che va a incidere sull’assetto normativo vigente, ma contiene linee di indirizzo la cui attuazione concreta spetta alla sola valutazione del Governo. Mettere in dubbio la linea di un Governo che in questi tre anni ha aumentato di un terzo le risorse al settore, che ha favorito l’aumento dei controlli, che  ha proposto e fatto approvare norme innovative per la sicurezza stradale, che ha avuto il coraggio politico di portare alla approvazione del Parlamento, col solo voto della maggioranza, la legge 127 non è assolutamente giustificato. Il Governo è impegnato a portare avanti il dialogo a tre con la committenza e l’autotrasporto, unico luogo per trovare le soluzioni nell’interesse del Paese, a partire dall’incontro di giovedì 23 con il ministro Altero Matteoli.

Bartolomeo Giachino
Sottosegretario ai Trasporti

3 risposte a “Giachino: Il Governo non smentisce la politica dell’autotrasporto

  1. Egr. sottosegretario, nessuno mette in dubbio la sua buona fede nel difendere una legge dello Stato e ancor meno si dubita del suo impegno verso la nostra categoria bistrattata. Una cosa dovrebbe fare a nostro avviso: con l’autorevolezza che la contraddistingue imponga ai committenti confindustriali di sedersi ad un tavolo con noi (lei puo’ coordinare il tavolo) e con i numeri alla mano ci confrontiamo sulla congruità dei costi minimi di sicurezza. Se non accettassero il confronto è chiaro che sarebbero in malafede e lei da galantuomo non potrà più impegnarsi a sostenere le loro tesi di libero mercato a senso unico (il loro).

  2. Aallora, punto primo: dal 13/6 i costi minimi sono applicabili a tutti i contratti. Punto secondo: chi e quando pubblicherà le tabelle (è il 23/6 e qualcuno sarebbe già in ritardo). Punto terzo: i committenti che non riconoscono almeno i costi minimi, per il solo fatto di non aver sottoscritto gli accordi nei tempi stabiliti, sono passibili delle sanzioni stabilite dalla legge, del resto con il loro comportamento si sono di fatto autodenunciati. Ergo: bloccare d’ufficio e immediatamente le agevolazioni!

  3. Cara Alessandra, vorresti dire che il nostro sistema giudiziario prevede l’obbligatorietà dell’azione penale? Giusto. Chi non applica la legge sui costi minimi di sicurezza di fatto commette un reato che va punito.

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