“Chi risparmia sulla sicurezza nei trasporti uccide anche te”

“Chi vuole risparmiare sulla sicurezza uccide anche te. Digli di smettere”. È questo il messaggio scelto per la campagna d’informazione firmata da Unatras pubblicata sabato 18 giugno  sul quotidiano Libero. Una campagna di sensibilizzazione fortemente voluta dalle associazioni di autotrasporto per contrastare il tentativo, da parte della commitenza, di far ridurre i costi minimi per la sicurezza nel trasporto merci, ovvero i costi definiti per garantire che sulle strade circolino tir non sovraccarichi, con la manutenzione fatta in modo che freni e tutto il resto funzioni, guidati da professionisti della guida e non da persone sottopagate e costretto a guidare per 14 ore di fila senza mai riposare…). Un messaggio forte, così come altrettanto forte è l’invito a chi oggi vuole ridurre i costi per la sicurezza sulle strade ad assuma, un domani,  le responsabilità per la morte di persone vittime di incidenti stradali causati dalla scarsa sicurezza.

13 risposte a ““Chi risparmia sulla sicurezza nei trasporti uccide anche te”

  1. Chi risparmia sulla sicurezza e mette realmente in pericolo la vita altrui solo per guadagnare di più è un delinquente (viola le leggi che tutelano la sicurezza) e come tale va trattato.

  2. Forza Unatras non mollate e avrete molti iscritti in piu’. Fate vedere che la categoria vuole viaggiare in regola e l’unico sistema per poterlo fare e poter arginare la concorrenza sleale e’ avere i costi minimi.

  3. Il messaggio è significativo e ogni committente dovrebbe ragionare sul fatto che nel momento in cui affida un trasporto con una tariffa al di sotto del costo minimo della sicurezza mette sulla strada una mina vagante! I motivi per i quali può venire meno la sicurezza sono molti: scarsa manutenzione; impiego di personale non idoneo e non addestrato; impiego di mezzi obsoleti e inquinanti; mancato rispetto del Codice della strada. I costi minimi sono stati studiati proprio perchè al di sotto di quel livello non è possibile garantire la sicurezza, ma ricordiamo ai nostri committenti che le aziende di trasporto hanno bisogno di qualcosa in più dei costi minimi perchè per andare avanti e soprattutto per poter sopravvivere anche le nostre aziende hanno bisogno di investire per garantire ancora più sicurezza sia ai nostri dipendenti sia a tutte le persone che circolano regolarmente sulle strade.

  4. Queste sono iniziative che fanno tornare fiducia nelle associazioni, nel ruolo che hanno per difendere la categoria degli autotrasportatori e la pelle della gente… Brava Unatras, continua così!

  5. L’iniziativa è semplicemente splendida. Ma perché solo su Libero? E’ talmente efficace da essere pubblicata ovunque… Comunque siete stati grandi!

  6. Beh, Libero sarà stato letto attentamente anche dalle parti di viale dell’Astronomia. Almeno, per una volta, avranno letto qualcosa di meno monotono delle “veline” del Sole…

  7. Questi messaggi dovrebbero essere diffusi (gratuitamente, senza costringere Unatras o chiunque altro ad acquistare pagine sui giornali) dal ministero dei Trasporti, dal Governo. Questa è davvero pubblicità progresso. Brava Unatras, male (come al solito) la politica….

  8. L’immagine è certamente scioccante. È quello che potrebbe succedere a tutti noi se, sfortunatamente, ci trovassimo in mezzo a chi non osserva le norme di sicurezza nella circolazione stradale.
    Purtroppo nei telegiornali “passa” altra informazione, alle volte fuorviante, come la notizia dell’incidenza dell’aumento del costo del carburante nel trasporto – passata nel TG5 la scorsa settimana – che fa “impennare” il costo del trasporto e della logistica e, di conseguenza, dei generi alimentari e che contribuisce a spennare il consumatore.
    Anche questo è un argomento trattato cosi male, ma cosi male, che varrebbe la pena, oltre alle immagini di eventi tragici e tristi, pubblicare qualcosa sull’incidenza “vera” dei costi del trasporto.
    Un aumento di 100 euro sul costo del trasporto, nel caso di un trasporto di 20 tonnellate di merce, incide per 0,005 euro a kilogrammo.
    Magari, anche con esempi di questo tipo, si può far capire all’opinione pubblica che quando si parla di “costi minimi per la sicurezza” non si intendono “ricavi certi”…!!

  9. Veramente bravi con quella pagina su Libero. Da associato Fai e da uomo non tollero gli infingimenti. Sono convinto che quella pagina sia stata ideata, voluta, pagata dalla Fai. Se qualcuno è in grado di smentirmi lo faccia o si vergogni per sempre. Adesso però dico al mio presidente: Basta! la Fai ha fatto fino troppo e di concreto per difendere secelte che sono state volute soprattutto dalle imprese artigiane. In questi mesi però la battaglia la sta facendo la Fai e le associazioni artigiane tacciono. Si nascondono dietro a chi ha il coraggio di dire le cose come sono. Vediamo come riescono a difendere loro una legge che hanno voluto fortissimamente. Vediamo quelli che criticano cosa sono in grado di fare. Lasciamo loro l’onore di condurre queste battaglie di civiltà. Presidente ricordati di quando ti accusavano di aver liberalizzato il settore. Invece la legge era proprio impostata sul rispetto delle regole della sicurezza. Lascia che siano gli altri adesso a mettere la faccia.

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