Confindustria: “I costi minimi sono un’aberrazione del mercato”

“I costi minimi sono un’aberrazione del mercato, sono la negazione dell’attività d’impresa perché pianificano tutti gli operatori su valori che, per quanto possano essere ben identificati da chiunque, penalizzano le imprese efficienti, che investono e vogliono crescere, e premiano quelle più inefficienti”. A sottolinearlo, in occasione dell’assemblea generale di Anita, è il vice presidente di Confindustria per le infrastrutture, Cesare Trevisani, precisando che “l’aver costretto l’Osservatorio a non poter determinare i cosiddetti costi minimi della sicurezza rappresenta uno dei passaggi più preoccupanti della travagliata ‘controriforma’ dell’autotrasporto, in atto ormai dal 2008, con una legge che ci riporta indietro di vent’anni”.
“Ci dobbiamo render conto tutti quanti insieme che quello che sta per accadere riguarda tutto il Paese e che le soluzioni vanno prese considerando gli interessi e le esigenze di tutti gli interlocutori”, aggiunge Trevisani, che si appella al comune “senso di responsabilità che deve essere patrimonio di tutti gli attori economici e politici”. E aggiunge: “Solo con la collaborazione, e senza i ricatti, nasce lo sviluppo del settore e del Paese”. In merito al tema della sicurezza, Trevisani ci tiene a precisare: “La sicurezza è un bene di tutti e va rispettato da tutti i produttori di beni e servizi. Un principio che abbiamo declinato nel solo modo corretto e consentito dalla legge: lasciare margini sufficienti di negoziazione tra le parti nella stipula dei contratti scritti e sancire, nei fatti, un principio di responsabilità del produttore”.
Ma insieme ad Anita, sottolinea ancora Trevisani, Confindustria “vuole aprire un altro fronte di iniziativa: la prevenzione dei fenomeni di infiltrazione mafiosa. Occorre intervenire subito, non soltanto tamponando l’emergenza ma pensando seriamente a misure concrete”. Anita è la prima associazione dell’autotrasporto ad aver aderito al protocollo siglato col governo, ricorda Trevisani, che invita tutti “a salvaguardare tutto il nostro patrimonio imprenditoriale. Ragioniamo tutti insieme per ricercare strumenti e definire azioni coordinate in grado di contrastare sul nascere questo fenomeno”.

7 risposte a “Confindustria: “I costi minimi sono un’aberrazione del mercato”

  1. Cari colleghi, Anita afferma che alcuni (quelli non iscritti nelle loro liste) autotrasportatori sono dei ricattatori e inefficenti causa i costi minimi.E ribadisco MINIMI.
    Ma come si fa ad affermarte queste idiozie? O si ritiene che il costo dei trasporti sia quello scandaloso applicato da Confetra, e chi ha più forza se non il commitente e se siamo giunti a questi livelli e grazie a comportamenti di “strozzinaggio” di questi signori. Credo si nacessario ribadire con forza le nostre ragioni e non farci intimorire da queste pseudoassociazioni di categoria.

  2. Il piano è chiaro: hanno strozzato i trasportatori fino ad oggi e vogliono continuare a farlo impunemente. Con la fattiva collaborazione di una buona parte degli autotrasportatori che è disposta a delinquere non per avvantaggiare se stessa ma per fare guadagnare loro (e quindi via con i camion da 1000q.li, con ore di lavoro stratosferiche e con i tachigrafi taroccati). Spero che le tariffe minime reggano al’urto congiunto di questa committenza e di questi trasportatori e che questo settore venga un poco moralizzato che ne ha un gran bisogno

  3. Siamo abituati alle “panzanate” di Trevisani, questa è una delle tante che si aggiunge alla lista. Certo che la prossima volta che la Marcegaglia parla in pubblico della sicurezza sul lavoro, andrebbe spernacchiata sonoramente.

  4. Ma questo dottor Trevisani, strenuo difensore dei principi del libero mercato e che definisce una aberrazione i costi minimi per garantire la sicurezza sulle strade, come mai non dice nulla rispetto al fatto che nel nostro Paese, nel trasporto ferroviario, esiste una impresa che è proprietaria della rete e contemporaneamente gestisce i servizi di trazione, determinado una evidente situazione di monopolio? Non sarà perché quell’impresa ferroviaria è tra i primi contribuenti di Confindustria? Forse anche per il “liberista Trevisani” i sacri principi della liberalizzazione si attenuano di fronte alle quote associative. Tutto il mondo è Paese.

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