Arcese: “I costi minimi non risolvono i problemi del trasporto”

“L’autotrasporto italiano deve diventare competitivo, organizzato ed efficiente e noi imprenditori dobbiamo essere gli artefici del cambiamento”. Con queste parole il presidente di Anita, Eleuterio Arcese, ha aperto l’assemblea generale dell’associazione. Puntando il dito contro il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, per la grave situazione di difficoltà in cui versa il settore, Arcese chiede al governo “riforme serie, strutturali e coraggiose”. Secondo il presidente dell’Anita, le risorse stanziate, che hanno raggiunto i 700 milioni di euro, mostrano un limite: “quello di essere generalizzate e di non essere legate a criteri selettivi. Indirizziamole verso un cambio di sistema, coerente con gli obiettivi del Piano nazionale della Logistica, un lavoro importante, che ora deve essere attuato”. Nel corso dell’assemblea, il presidente di Anita si è focalizzato anche sul tema dei costi minimi. “Sbaglia chi crede che i costi minimi possano risolvere tutti i problemi dell’autotrasporto e c’è da augurarsi che non siano fonte di ulteriori inefficienze e criticità per il settore”. Secondo Arcese, “la logica di mettere su piani distinti i contratti scritti da quelli verbali va mantenuta, così come vanno tenuti distinti i costi minimi della sicurezza dai costi di esercizio, tenendo conto delle varie tipologie dei veicoli utilizzati nei diversi settori”. Dunque, no aiuti a pioggia, ma riforme: “dobbiamo ragionare in un’ottica europea – sottolinea Arcese – e pensare alla crescita dell’autotrasporto per renderlo competitivo. Ci troviamo invece troppo spesso, a doverci preoccupare di agitazioni che minacciano la pace sociale perdendo di vista l’obiettivo principale”.

6 risposte a “Arcese: “I costi minimi non risolvono i problemi del trasporto”

  1. Caro Eleuterio Arcese, non racconti baggianate! Lei gli aiuti a pioggia non li vuole perché li vuole mirati solo su alcuni in barba alla democrazia. Sicuramente i costi minimi di sicurezza non risolvono i problemi del settore, ma almeno eviteranno morti inutili e se salvassero anche una sola vita avrebbero assolto alla loro funzione. Provi a pensare cosa può succedere a un bambino o a una mamma incinta che venissero travolti da un autista che si addormenta sul Tir perché costretto (visto che è pagato secondo i criteri della committenza) a non rispettare i tempi di pausa e di riposo? Forse a lei che ha ormai 80 anni non interessa più di tanto, ma a chi ha davanti tutta una vita da vivere sì. Ci rifletta, dr. Arcese e con lei faccia riflettere tutta Confindustria.

  2. Tra imprenditori i rapporti devono esse scritti. Basta con “ti chiamo all’ultimo minuto poi ci mettiamo d’accordo”. Cosa significa questa “logica”: che due trasporti perfettamente uguali costano invece diverso a seconda che ci sia un contratto scritto o no? Costi d’esercizio e costi di sicurezza, che differenza c’è? Se un autista deve essere retribuito per il lavoro che fa a norma di legge, questo è un costo d’esercizio o un costo di sicurezza? Se il committente utilizza i principi della contabilità industriale tra cui anche quello della metrica del lavoro, perchè non lo può fare anche l’imprenditore del trasporto? Perché i committenti nelle loro aziende possono applicare il principio che nessuna risorsa possa venire consumata e pagata senza produrre valore mentre ai trasportatori non è concesso. Perché dobbiamo ragionare in un’ottica europea solo quando parliamo di trasporto su gomma. Va bene facciamolo e cominciamo dal prendere per esempio la Francia con il suo Comite national routier, con il sistema di controlli e sanzioni sui mezzi pesanti, con l’organizzazione delle spedizioni da parte delle grandi aziende di produzione. Se dev’essere Europa che sia per tutti, anche per gli industriali.

  3. Anche diversificando i mezzi e le merci i costi minimi vanno mantenuti, diversamente addio sicurezza e mi meravigliano le persone che dicono il contrario pur conoscendo bene i costi.

  4. Il dott. Arcese fa in fretta a parlare, non vive giorno dopo giorno sulla sua pelle le vere difficoltà del nostro “sistema” dove la committenza ti ricatta da un lato ed i “colleghi” fanno il resto dall’altro. Quella dei costi minimi non sarà certo la soluzione ai nostri mille problemi ma è pur un inizio, il resto lo dobbiamo fare noi denunciando quelle situazioni di illegalità che sono sotto gli occhi di tutti e che durano da troppo tempo! Mandiamo via gli abusivi, quelli che speculano sullo stipendio degli autisti, quelli che giocano con la sicurezza.. un po’ di pulizia ci va, dunque ben vengano anche i controlli su strada. ..per non parlare poi delle grandi flotte che fanno il prezzo del nostro mercato…

  5. I costi minimi di sicurezza sono un’arma per la committenza e non per i trasportatori? Il signor Arcese mi deve spiegare come fa un suo veicolo a fare i km mensili richiesti dalla ditta e a rispettare le ore e a fare il fatturato che gli diano margini?
    Dato che lui è molto bravo vorrei che mi spiegasse, io non ho ancora capito.
    Un mezzo che fa MI-RM a/r prende all’incirca 1200/1300 euro (costi minimi) pagato tutti i costi, ammortamento – autisti , assicurazione, sat, pneumatici, autostrada, gasolio ecc.
    Mi spiega qual è il guadagno?

  6. Buongiorno sig. Arcese, io sono un ex suo associato e lei pertanto era il mio presidente, ho cambiato associazione non perché lei mi sia antipatico o altre cose, ma ho cambiato associazione solamente perchè non mi sentivo supportato e difeso dalla sua politica associativa appicata al trasporto. Ha ragione a dire e scrivere che dobbiamo essere competitivi in un’Europa che ci chiede solo di produrre molto e bene e percorrere un sacco di km in poco tempo e a costi bassi (le nostre tariffe sono pressoche ferme da circa 10 anni!!!), salvo poi perdere decine di ore in una settimana di lavoro perchè i nostri committenti ci fanno sottostare sia al carico e sia allo scarico per diverse ore. Sfido chiunque, dunque anche lei, a trovare un contratto di qualsiasi genere nel quale vi sia scritto che su una giornata di lavoro ci sia una franchigia di 2 ore per il carico e 2 ore per lo scarico e logicamente… retribuite con 0 (scrivesi ZERO € !!!). No egr. sig. Eleuterio, questo non è il sistema per arrivare ad esser competitivi, questo è un buon sistema per far morire l’autotrasporto, oppure confermare la dura legge del …..Menga! Io sono stanco di questa situazione.
    P.S. che ad ogni minima infrazione (1 minuto di pausa non rispettata, 1 km orario di velocità in piu rilevata) è sempre pronta a staccare verbali da 90 a 300 e rotti € !!!) come noi fossimo tutti Berlusconi, Della Valle e simili (con tutto il rispetto per questi imprenditori che hanno fatto e stanno facendo il loro dando lavoro a decine di migliaia di persone), noi viviamo del nostro lavoro ma se non ci lasciano lavorare come possiamo vivere e svolgere il nostro lavoro??? Ultimo pensiero, se qualcuno ha deciso di far morire l’autotrasporto lo dica chiaramente ma ….. che non provenga dall’autotrasporto stesso!!! Please, non ne abbiamo bisogno!!!

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