“Per Napolitano la sicurezza vale più di tutto. E per Confindustria?”

“Senza la garanzia del pagamento di un costo minimo per la sicurezza che permetta realmente alle imprese di autotrasporto di far viaggiare migliaia di Tir in buone condizioni di manutenzione, non sovraccarichi di merce (come invece pretenderebbero molti committenti per risparmiare sul trasporto e guadagnare di più), c’è il pericolo reale che molti mezzi pesanti si trasformino in bombe a orologeria viaggianti, pronti a uccidere automobilisti, motociclisti, pedoni innocenti. Ma questo a Confindustria sembra non importi assolutamente. All’indomani del fallimento del tentativo compiuto da parte della committenza di far abbassare la soglia dei costi minimi per la sicurezza, Confindustria, in un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, si dice infatti fortemente preoccupata per il rischio di far tornare l’Italia a un regime di tariffe  amministrative abrogate nel 2005. Nessuna parola invece sulla vita di migliaia di persone messa a repentaglio dalla cancellazione dei costi minimi”. A denunciarlo è Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai di Bergamo, provincia nella quale nelle ultime settimane si sono contate tre vittime di incidenti, che sferra un durissimo attacco ai vertici di viale dell’Astronomia anche sulla “confusione” fra tariffe obbligatorie e costi minimi per la sicurezza. “Continuare a non chiamare  i costi minimi per la sicurezza col loro reale nome, a non  considerarli per ciò che davvero rappresentano, può significare solo due cose: che in Confindustria non hanno ancora capito che sono due cose diverse (ma considerata la preparazione dei leader degli industriali e la banalità del concetto lo posso escludere) o che la confusione fra costi minimi e tariffe obbligatorie è voluta. In ogni caso è una posizione incomprensibile, così come è inspiegabile il fatto che Confindustria abbia avuto mesi e mesi di tempo a disposizione per sedersi a un tavolo con le associazioni degli autotrasportatori per discutere la situazione e trovare insieme la strada giusta, e non lo abbia fatto, preferendo invece il muro contro muro. Forse”, conclude Doriano Bendotti, “in Confindustria pensavano di  essere così potenti da poter bloccare il tutto, di poter sfidare una legge del Parlamento. Invece il Governo ha dimostrato di credere fermamente a quello che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, va dicendo da tempo. E cioè che prima dei guadagni viene la vita delle persone che lavorano e quella di migliaia di persone innocenti che devono percorrere le strade e autostrade in tutta sicurezza. Forse in viale dell’Astronomia tragedie come quella della Thyssenkrupp di Torino, dove sette operai hanno perso la vita, non  hanno insegnato nulla.”

5 risposte a ““Per Napolitano la sicurezza vale più di tutto. E per Confindustria?”

  1. La sicurezza a Confindustria interessa e anche non poco. A chi invece delega i viaggi a noi trasportatori (che essi siano aziende o spedizioneri o quant”altro) interessa di più spendere il meno possibile, affidando le proprie merci a vettori che adottano sistemi di lavoro nel pieno dell’illegalita (e giusto qui nella provincia di Bergamo si è visto qualcosa in merito ultimamente) facendo anche concorrenza sleale verso altre imprese di trasporto. Fare profitto per la mia azienda è molto importante, ma l”incolumita mia dei miei dipendenti e di chi circola sulla strada per mè è molto più importante. SI VERGOGNI chi si avvale di questi sistemi e anche la committenza che il più delle volte sa ma fa finta di niente, sempre per il solito “RISPARMIO”.

  2. Chi si occupa di tariffe e di trasporto dovrebbe almeno sapere, avendo provato, come funziona un mezzo pesante e a quali pericoli si può andare incontro utilizzandolo oltre il limite e magari risparmiando sulla manutenzione. A questo aggiungiamo un autista stanco e diventa una bomba. Possibile che in Confindustria non capiscano? Ma vi ricordate il signor Forte, secondo voi uno come lui avra’ trascorso alcune ore su un camion prima di dire c…… Oppure sara’ sceso dal suo ufficio nei piazzali per capire e parlare con queste persone, valutare con chi ha a che fare, rendersi conto di come in certi casi sono ridotti? Dovrebbero essere felici dei costi minimi e chiedersi invece cosa combina un autotrasportatore quando abbassa le tariffe.

  3. Fuori da ogni ipocrisia personalmente ritengo che, in questo importante momento di transizione, anzichè ritoccare i costi minimi in vigore al ribasso come chiesto da Confindustria e dall’intermediazione individuerei una % minima e massima per l’intermediazione che, quando fatta correttamente, non è parassitaria ma consente di ottimizzare le percorrenze a carico dei mezzi. Per chiarire, secondo me, se l’intermediario ha capacità nulla di trattativa e spunta solo i costi minimi, si dovrà accontentare di trattenersi al max una percentuale molto limitata (ipotizzo al max il 5% per il suo intervento) se invece riesce a fare valere la sua professionalità potrà godere di un margine più ampio (ma comunque con un limite massimo). In questo modo otterremmo di portare l’intermediazione alla sua corretta posizione di cuscinetto tra la committenza ed il vettore.

  4. Nessuno mette in dubbio che ci possano essere dei correttivi ai costi minimi per alcune tipologie di viaggi e/o di trasporto. La cosa fondamentale che le parti (trasportatori con la committenza o loro associazioni di rappresentanza ) si siedano a un tavolo di confronto, serio e senza pregiudiziali di sorta e ne discutano serenamente. Certo è che i costi minimi, oggi in vigore, stilati dagli esperti del ministero sono punti importanti di riferimento da cui partire per costruire l’intesa nell’interesse dell’economia del Paese. Il ministero e il sottosegretario di riferimento dovranno in tutto questo fare da arbitro, ripeto da arbitro e non da giocatore in campo, perché solo così svolgeranno correttamente il ruolo istituzionale che gli compete. Ripeto solo il confronto può dare risultati perché le posizioni di spocchiosa superiorità dimostrata da alcuni in questi ultimi mesi danneggia il settore e l’economia del Paese.

  5. Un’autocisterna della Esso è precipitata il 7 giugno2011 da un viadotto della bretella della Ss 640, in direzione di Caltanissetta. Nell’incidente è morto l’autista, Rosario Montedoro, 52 anni, di Siracusa. Il tir proveniva dall’autostrada Palermo-Catania e si era da poco immesso sulla Ss 640, quando ha sfondato il guardrail precipitando dal viadotto Imera. Quando sono arrivati i soccorsi, Montedoro era ancora vivo, è deceduto però sull’elicottero del 118 durante il tragitto verso l’ospedale Sant’ Elia di Caltanissetta. I vigili del fuoco hanno spruzzato schiuma per prevenire possibili incendi nella zona in cui è precipitata l’autocisterna che era piena di benzina. La strada è stata provvisoriamente chiusa al traffico dall’Anas tra l’autostrada e Santa Caterina di Villarmosa per consentire la rimozione del mezzo pesante. Ora vorrei sapere dalla Fai locale se i controlli sono stati fatti su tutta la filiera e quali sono stati i riscontri? E se il presidente Napolitano ha scritto alla vedova per porgere le condoglianze per l’ennesima morte bianca…

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