Ecco quali sono le strade più pericolose in Italia e in Europa

Sono la diramazione Predosa-Bettole sulla A26, il tratto della A25 tra Torano e Avezzano e quello della A14 tra Bari nord e Taranto nord i punti più pericolosi d’Italia. Lo dice l’edizione 2011 dell’Atlante Europeo della Sicurezza stradale, realizzato dall’Aci nel consorzio degli Automobile Club internazionali che dà vita a EuroRAP, il programma europeo per la sicurezza delle infrastrutture. Dall’analisi si scopre che, rispetto a molti Paesi europei, la situazione in Italia non è così drammatica. L’Atlante ha preso in esame le autostrade, con risultati incoraggianti: tutte le tratte superano infatti qualitativamente la media europea, anche se i tre punti della A26, A25 e A14 evidenziano criticità più elevate rispetto al resto del Paese. Entrando nello specifico, sulla diramazione Predosa-Bettole della A26 (in provincia di Alessandria), quattro incidenti su 10 avvengono in curva, soprattutto al chilometro 17, mentre il tratto più pericoloso della A25, quello Torano e Avezzano (provincia di L’Aquila), registra il 25 per cento dei veicoli coinvolti in incidente a causa dell’alta velocità. Particolarmente pericoloso anche il tratto della A14 tra Bari nord e Taranto nord, dove il 37 per cento degli incidenti avviene in curva, soprattutto ai chilometri 685, 718 e 743, coinvolgendo prevalentemente conducenti giovani con meno di 30 anni.
Passando al resto del Vecchio Continente, dall’Atlante emerge che sul 42 per cento delle strade europee si rischia troppo, fino a 30 volte di più rispetto alla media comunitaria, soprattutto in Grecia, Polonia e Bosnia Erzegovina. Lo studio evidenzia come le autostrade siano i percorsi più sicuri, con il 99 per cento dei tratti giudicati a basso rischio. Due incidenti su tre avvengono invece su strade a singola carreggiata, quattro volte più pericolose delle autostrade. La classificazione delle strade è calcolata per la prima volta sulla base dei dati sui flussi di traffico disponibili su 240.000 chilometri di strade e sul numero degli incidenti.
“Lo studio”, dichiara il presidente dell’Aci, Enrico Gelpi, “giudica positivamente la rete italiana rispetto ai 111 tratti esaminati. Gli incidenti mortali si concentrano sul 10 per cento della rete stradale europea ed è proprio su questi tratti che si devono convogliare gli sforzi delle istituzioni per l’ammodernamento e la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali. La carenza di fondi non è una giustificazione per rinviare ciò che è ormai improrogabile, perché gli investimenti sulle strade fruttano 20 volte in termini di risparmi sociali imputabili all’incidentalità. L’Onu richiama tutti gli Stati a impegnarsi per la sicurezza stradale nel prossimi decennio: questo Atlante evidenzia da dove cominciare a lavorare sulle infrastrutture”. “L’Atlante Europeo della Sicurezza Stradale è uno strumento chiave per accrescere la sicurezza sulle strade del Vecchio Continente”, ha dichiarato il vice-presidente della Commissione Europea, Siim Kallas, “perché le mappe pubblicate definiscono le priorità di azione per i politici, i decisori pubblici e gli ingegneri”.
Sul sito www.aci.it si possono visualizzare le 111 tratte autostradali analizzate, con le classi di rischio, mentre sul sito www.atlas.eurorap.org si può scaricare l’Atlante Europeo della Sicurezza stradale (in inglese).

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