Le bugie del Truck Day e le verità di cui ha bisogno l’autotrasporto

“Mentire spudoratamente a chi chiede sincerità e conosce la verità equivale alla cronaca di una fine annunciata”. Inizia così il resoconto che Ciro Russo, segretario provinciale di Fai Napoli ha inviato alla redazione di Stradafacendo per raccontare il Truck Day, la manifestazione di protesta organizzata da Assotir. “Alcuni rappresentati di categoria”, spiega Russo, “credono che solo l’apparire in alcune reti locali possa automaticamente legittimarli come la verità assoluta, e solo la pubblicazione di foto in primissimo piano li possa accreditare come i massimi esperti del settore e affascinanti uomini di mezza età, credono che i trasportatori siano attenti solo ai grandi proclami piuttosto che ai grandi risultati, ma fortunatamente questo non corrisponde al vero”. Nella sua lettera Ciro Russo parla dei numeri del Truck Day. “Per onor di cronaca al fine di essere sincero, bisogna partire nella misurazione della propria rappresentanza proprio dai numeri che questa associazione fieramente espone a tutti, e che ostenta come stendardo della propria credibilità (i video sono consultabili sui siti dei piccoli giornali locali). A Napoli 8 autotreni e un trattore, a Catania 4 camion e a Roma non pervenuti”.
“Onestamente”, spiega sempre Ciro Russo, “non mi sembra che questi numeri siano la sintesi di un successo, ma allo stesso modo non dimostrano che gli autotrasportatori non abbiano gravi difficoltà da dover risolvere, ma è solo il segnale che la politica di criticare senza mai avanzare proposte serie e concrete non paga. Il ruolo delle associazioni è quello di rappresentare gli interessi della categoria, manifestandoli in maniera responsabile e mostrando le possibili soluzioni che siano giuridicamente valide e fisicamente determinabili e non quelle unicamente desiderabili. Quest’ultimo modo di fare associazione si chiama demagogia. Forse è importate ricordare a tutti cosa significa demagogia, parola che deriva dal greco e vuol dire trascinare il popolo. Indica un comportamento politico che attraverso la retorica e false promesse vicine ai desideri degli elettori mira ad accaparrarsi il suo favore. Spesso il demagogo fa leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l’odio nei confronti dell’avversario politico o di minoranze utilizzate come “capro espiatorio”. Non vi sembra”, commenta Ciro Russo, “troppo simile ad alcuni atteggiamenti dei “televisivi rappresentanti di categoria”. Gli autotrasportatori hanno bisogno di associazioni che insieme riflettano per costruire. Non è possibile che tutto quello fatto finora sia sbagliato e insensato e nei cassetti di qualche associazione, anzi di un’unica associazione, esista il manifesto per riequilibrare i difficili problemi del settore. Come si regola lo squilibrio tra domanda e offerta del servizio di trasporti?” chiede Ciro Russo. “Come si regola l’asimmetria del potere contrattuale tra committenti e trasportatori? Come si regola l’esigenza di trasporti pagati il giusto con l’esigenza dell’Unione europea di avere libera concorrenza? Come si regola la perdita di sovranità dello Stato Italiano nei confronti dell’Unione europea che non permette di prendere decisioni in merito a imposte indirette (accise) e altri regolamenti? Come si agisce sui prezzi delle materie prime come il gasolio, quando sono creati da meccanismi molto lontani da tutti i possibili decreti che possa fare qualsiasi ministero? E per ultimo come si regola la concorrenza dei vettori esteri, che per definizione non sono soggetti alle leggi italiane per i trasporti internazionali? Mi rendo conto che a volte le soluzioni sembrano semplici e intuitive, ma bisogna sempre fare i conti con la verità. Oggi esiste una legge che tutela il trasportatore e tutta la collettività facendo leva su un principio universale di sicurezza sociale, fissando dei parametri da rispettare per i trasporti ed elevando pesanti sanzioni per i committenti che non rispettano. Si può migliorare, si deve modificare, si deve stimolare gli enti pubblici per il controllo… Sicuramente sì e questo che la Fai da sempre si impegna a fare… Promettere agli autotrasportatori “Panem et circenses” non è corretto e soprattutto non è quello che le imprese, quelle che riempiono le piazza e le autostrade con i propri camion, ci hanno chiesto…”.

12 risposte a “Le bugie del Truck Day e le verità di cui ha bisogno l’autotrasporto

  1. Truk day? ma quando è stato? secondo me non se n’è accorto nessuno e certamente ha dimostrato che chi ha provato a organizzarlo non ha rappresentanza, anche se questo in verità lo sapevamo già. Questi di Assotir continueranno nella loro puerilità, che poi è un segno della senilità, a negare le cose più evidenti come continuano a fare dopo la figuraccia che hanno fatto sull’applicazione dell’art 83 bis. Va bè ma preoccupiamoci delle cose serie….

  2. L’Assotir è un’associazione folcloristica, può solo organizzare al massimio qualche festa di paese con i camionisti…. Infatti il fallimento del truck day lo ha dimostrato!!!! È andato su qualche TG nazionale ma la sostanza non cambia, qui non se n’è accorto nessuno….. è inutile poi parlare delle stupidaggini che propongono… meglio, come suggerisce Gigi, occuparci e preoccuparci delle cose serie.

  3. Siamo alle solite: piccole associazioni cercano di rendersi visibili (visti i numeri direi a nessuno) attraverso la strumentalizzazione della categoria per il solito tornaconto personale. Visti i numeri (anzi non visti) direi che questo appuntamento (come lo hanno chiamato? Ah si Truck Day) sia stato come era assolutamente prevedibile un tonfo totale. Probabilmente se non avessero fatto nulla, che poi è la stessa cosa di cio’ che hanno fatto, facevano piu’ bella figura. Cari autotrasportatori non fatevi strumentalizzare da coloro ai quali non gliene frega nulla dei vostri problemi ma pensa solo a rendere verde il proprio giardino. Dopo questo commento doveroso sulla ” festa paesana”, con tutto il rispetto della festa paesana che è una cosa seria, cerchiamo di fare in modo che le normative esistenti per l’autotrasporto vengano come sta avvenendo sempre piu’ applicate in modo che i problemi reali della categoria – e sottolineo quelli reali e non quelli strumentali – si risolvano al piu’ presto.

  4. L’Assotir e anche altre associazioni minori stanno approfittando delle problematiche degli autotrasportatori per rendere strumentali proteste che non hanno nessun tipo di soluzione. Le leggi ci sono, basta applicarle! Chi promette diminuzione del costo del gasolio racconta una balla colossale. Sarebbe opportuno che gli autotrasportatori capissero che queste associazioni per un minimo di visibilità, che puntalmente non hanno, sarebbero capaci di raccontare anche che le ore di guida e di riposo possono essere cambiate ignorando che questa è una disposizione comunitaria.

  5. Questa è la dimostrazione concreta di come sia inutile, dannoso, stupido frazionare le associazioni di categoria in mille siglette e sottosiglette che non contano nulla e servono solo per dare un lavoro e uno stipendio a qualcuno.

  6. Per farmi un’opinione in proposito ho visitato il sito dell’associazione in questione e già che c’ero anche quello della altre, appartenenti o no ad UNATRAS. Ebbene, a prescindere dalle scaramucce, ho trovato che i problemi denunciati e financo le soluzioni proposte hanno molti punti in comune a dimostrazione del fatto che un trasportatore aderente a una sigla ha gli stessi problemi di quello che aderisce all’altra. Quindi sono dell’opinione che sarebbe opportuno focalizzarsi su quello che accomuna, per il bene della categoria. Alimentare le contrapposizioni fa il gioco della nostra controparte che sa bene come sfruttarle. Vogliamo fornirgli un’arma in più?

  7. Alessandra ha ragione quando sostiene che i veri problemi della categoria sono uguali per tutti. E’ vero anche che la differenza evidente sta nelle soluzioni proposte. Assotir propone in sostanza il ritorno a tariffe minime obbligatorie senza tener conto sia dell’esperienza di 20 anni di prezzi obbligatori, non certo positiva, e del fatto che le tariffe sarebbero solo applicabili per i vettori nazionali. I costi della sicurezza coinvolgono i proprietari delle merci ma anche i committenti, determinando una solidarietà nelle responsabilità molto forte. Se blocco un automezzo con la merce a bordo che viene da un Paese estero qualche problema al committente di quel Paese lo determino si o no? Certo che sì. Allora il vero problema è quello di vincere il muro dell’omertà che non ha ancora fatto partire in modo serio la macchina dei controlli, sui quali le organizzazioni tradizionali si stanno battendo, e infatti le prime sentenze stanno arrivando. Non c’è dubbio che qualcuno cerchi di ottenere visibilità per se stesso. Ma sono le richieste che qualificano una classe dirigente. Alcuni di questi dirigenti quando c’erano le tariffe di legge facevano gli accordi al ribasso e quando un ministro dei Trasporti raddoppiò le licenze, aumentando l’offerta depauperando così il capitale delle imprese, loro furono concordi; di più; quando sempre il ministro Bassanini di fatto delegò alle Province alcuni compiti che erano di competenza degli Albi provinciali, non obiettarono. Oggi sostengono qualsiasi iniziativa pur che consenta loro un po’ di visibilità e non si rendono conto che i tempi sono cambiati e che le battaglie devono essere fatte su temi diversi e non per tornare a sistemi che poi non hanno funzionato, tranne che nei regimi dove lo Stato è il controllore di tutto.

  8. Non mi pare che Assotir proponga il ritorno alle tariffe minime. Leggo dal loro sito di ” costi minimi” e di progetto VEGA, decreti ingiuntivi veloci e DURT. Quanto allo Stato controllore di tutto nel caso del trasporto merci è già così. Ribadisco che sia più utile confrontarsi sui punti condivisi. La dietrologia non ha mai portato a nulla di buono. La categoria ha bisogno di unità! E di informazioni corrette.

  9. Niente di tutto questo. E se anche fosse? Non mi interessano ideologie o partiti. Sono nata nipote di autotrasportatori, figlia di autotrasportatori e sono diventata autotrasportatrice. Se questo non basta per commentare notizie sul blog, fammi sapere a quale gruppo politico è concesso partecipare alle discussioni. Con simpatia.

  10. ragazzi, ma guardate che figura sta facendo assotir sulla questione del calcolo dei costi minimi. E questi qui sarebbero i nuovi paladini dell’autotrasporto? Come direbbe il buon totò, “ma mi faccia il piacere, se ne vada!”

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