“L’autotrasporto è allo stremo”, il 9 aprile la protesta di Assotir

“L’autotrasporto italiano è allo stremo. Alla crisi economica e allo strapotere della committenza si aggiungono ora gli aumenti a raffica di gasolio, autostrade ed assicurazioni, mentre si annunciano nuovi pesanti pedaggi sulla viabilità ordinaria”. Così Assotir ha lanciato l’allarme annunciando per il 9 aprile lo svolgimento di un’operazione di sensibilizzazione denominata ”Truck Day”. Quattro le città italiane coinvolte: Roma, Milano, Napoli e Catania.
 ”Occorre rapidamente”, ha dichiarato Claudio Donati, segretario di Transfrigoroute Italia Assotir, “varare una riforma che costringa la committenza a dimostrare il rispetto delle condizioni minime di sicurezza e legalità negli affidamenti dei servizi di trasporto, tramite un Documento Unico di Regolarità del Trasporto (Durt), che attesti il pagamento dei costi minimi di sicurezza come condizione per accedere ai benefici fiscali, finanziari e contributivi”.

8 risposte a ““L’autotrasporto è allo stremo”, il 9 aprile la protesta di Assotir

  1. Ma cosa dovrebbe attestare questo “DURT”? Il pagamento dei costi minimi. Mah..!! Ci manca solo che qualcuno chieda una legge sui “ricavi certi” depositati direttamente in tasca a chi svolge i servizi. “Costringere la committenza a dimostrare il rispetto delle condizioni minime”.
    Caro Donati, inventarsi un ulteriore documento non serve a nulla. Sono i controlli che devono funzionare al meglio. I documenti servono per identificare i soggetti della filiera. Gli enti ispettivi controllano se i soggetti si sono comportati in modo coerente rispetto alla sicurezza.
    Sa Donati quale è il miglior documento che attesta il rispetto delle regole: una copia di un bonifico bancario con le cifre giuste. Non con le cifre alla “membro di segugio”….!!
    La gente, gli imprenditori, si portano a manifestare per obiettivi giusti e coerenti. Non per un “DURT”…!!

  2. Un altro documento…..ancora!!! Che la committenza paghi il giusto a chi lavori. Solo così i documenti non servono..!!

  3. E chi dovrebbe fare questo documento? Il committente, il trasportatore, un altro soggetto che faccia da garanzia per quanto viene scritto? Dove sta tutta questa soluzione? Mi sembra che il truck day serva a qualcuno solo per fare un po’ di casino! È inutile inventarsi nuove sigle e nuovi documenti se non si riescono a gestire quelli già previsti.

  4. La committenza fa gli affari suoi e non sarà certo un documento in più o in meno a cambiare la situazione. Alla fine di tutti i tavoli, degli accordi, delle leggi, deii regolamenti, delle circolari che spiegano i regolamenti, sono i trasportatori che devono imparare una cosa: FARE COME LA COMMITTENZA. SQUADRA, CARTELLO, LOBBY,ORGANIZZAZIONE.

  5. Invece di un altro documento occorrerebbe prevedere delle sanzioni penali (le stesse per la sicurezza sul lavoro) a carico dei committenti che non rispettano il pagamento dei costi minimi di sicurezza. Visto che di sicurezza si tratta. E ovviamente controlli più mirati e la possibilità di poter effettuare denunce anonime.

  6. Non è gestibile in Italia un sistema di controlli sulla committenza. L’unica via è quella di utilizzare l’agenzia delle entrate. Si applichino gli studi di settore tenendo conto dei “costi minimi”. Tutto il settore dei trasporti si adeguerebbe per non pagare imposte o sanzioni. Fine dei durc dei durt delle schede di trasporto e tutto il resto. Tanto, se e quando entreranno in vigore, vedrete bene come si muoverà l’agenzia delle entrate!

  7. @ Alessandra …. facciamo anche così allora …. se un produttore di beni ha la necessità di far trasportare i propri prodotti …. e ne produce un determinato quantitativo … che l’Agenzia delle Entrate faccia i controlli sulle fatture e pagamenti di servizi di trasporti effettuati per la merce prodotta. Il meccanismo è molto semplice….!! Tanto quanto sarebbe quello di applicare agli studi di settore i costi minimi.
    Ah….dimenticavo: ma se l’Agenzia delle Entrate utilizzasse i costi minimi nelle verifiche relative agli studi di settore, si avvallerebbe palesemente che non sono “costi” minimi bensì “ricavi” minini..!!
    Allora l’Antitrust, l’Unione Europea, ed anche la Confindustria avrebbe ragione …!!

  8. l’agenzia delle entrate già calcola il ricavo minimo in base ai costi, ecc.Inoltre non è competenza dell’agenzia controllare il rispetto dei tempi di pagamento. le imposte si pagano anche se il fornitore non ha pagato le fatture. Quanto alla UE, all’Antitrust e alla Confindustria, una volta terminate le indagini in corso sui presunti CARTELLI (anche nel campo dei trasporti)ne riparliamo.

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