Fermo dei Tir in Sicilia, Fai Catania: “È meglio continuare a lavorare”

L’Aias torna sul piede di guerra. Dopo lo stato di agitazione programmato dal 14 al 19 febbraio e poi revocato al termine di un tavolo di lavoro convocato dal sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, l’Associazione imprese autotrasportatori siciliani ha infatti deciso di attuare uno sciopero a partire da oggi e fino al 2 marzo. Una decisione, quella del fermo, non condivisa da Fai Catania che, tramite un comunicato stampa, invita “le imprese a continuare il proprio lavoro e le sigle sindacali a trattare nei tavoli di concertazione convocati per addivenire a una soluzione condivisa per tutta la categoria”.
“Comprendiamo le difficoltà in cui versa l’autotrasporto siciliano e il disagio di numerose aziende del nostro territorio”, si legge nella nota di Fai Catania. “Più volte la Fai ha evidenziato un generale aumento dei costi di esercizio e soprattutto del costo del gasolio, la mancata applicazione dei costi minimi e le difficoltà ad interloquire con la committenza/GDO. Gli obiettivi della protesta sono dunque condivisi, ma il fermo proclamato non consente di risolvere problemi che attendono naturali passaggi legislativi e di mercato ed un continuo confronto”.
“In particolare”, spiega Fai Catania nel comunicato stampa, “si sta dando seguito e attuazione ai diversi punti sottoscritti durante l’incontro tenutosi a Palermo lo scorso 11 febbraio. Sono stati convocati tavoli di confronto con la filiera dell’agroalimentare e con la Committenza/GDO per il prossimo 1 marzo a Roma. Il governo si è impegnato ad aprire un confronto con l’autotrasporto siciliano con incontri ogni 15 giorni. Grazie all’azione incessante della Federazione Autotrasportatori Italiani abbiamo ottenuto importanti i provvedimenti per l’autotrasporto italiano attraverso il Decreto “Milleproroghe”. Prima di tutto le risorse finanziarie, che ammontano in totale a 700 milioni di euro e che potranno essere sfruttate già dalle prossime settimane (in particolare il rifinanziamento dell’Ecobonus 2010). Il termine per il versamento dei premi assicurativi Inail da parte delle imprese di trasporto merci in conto terzi viene spostato al 16 giugno 2011. Evitando alle aziende di pagare importi superiori a quelli dovuti per effetto delle riduzioni del premio.  La proroga del fondo di garanzia per le imprese di autotrasporto per l’anno 2011 anche per l’acquisto di veicoli e le modifiche all’articolo 83bis, insieme alle disposizioni che aprono alla commercializzazione dei pallet usati. Abbiamo infine proposto la modifica dell’art. 174 del Codice della Strada con l’obiettivo di risolvere i numerosi problemi sorti nell’applicazione pratica della norma in materia di tempi di guida e di riposo agendo sulla sanzione ed evitando di coinvolgere le autorità comunitarie sulla possibilità di ottenere una deroga alla disciplina del Regolamento 561/06. La protesta, tra l’altro, si colloca in un continuo evolversi della situazione in Libia con possibilità di consistenti migrazioni proprio verso la Sicilia e che rende la situazione ancor più complicata e drammatica”.

3 risposte a “Fermo dei Tir in Sicilia, Fai Catania: “È meglio continuare a lavorare”

  1. Non si può stare cinque giorni a non lavorare specialmente in questo periodo. Le persone che verranno danneggiate saranno le imprese agricole che lavorano il loro prodotto e il cliente che in questi giorni di sciopero non gli arriverà la merce. Allora io dico una cosa alle persone competenti: 1/ dopo 5 giorni risolverete qualcosa? 2/diminuite il costo della benzina? Secondo me assolutamente no, provocherete solo disagi. Speriamo che questo sciopero venga revocato.

  2. Revoca o no, i problemi rimarranno ed i disagi resteranno sempre e solo in capo agli autotrasportatori ai quali non è concesso di recuperare i maggiori costi. Voglio vedere cosa succederà quando verranno applicati gli studi di settore sui bilanci del 2010. Chi sarà congruo e coerente???????

  3. Peccato che neanche le associazioni di categoria riescano a comprendere i veri problemi degli autotrasportatori; le aziende committenti impongono prezzi senza possibilità di replica: prendere o lasciare. Se si prende si finisce male perchè non si riesce a coprire neanche il costo del gasolio, indebitandosi sempre di più, se si lascia non si lavora e quindi mi chiedo esiste una alternativa? I costi minimi di esercizio sono solo una perdita di tempo e una presa in giro per noi autotrasportatori.

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